"Due vite diverse e parallele" di Antonio Berardi, terza posizione della sezione A del Primo Concorso Oubliette
“Era cosciente che la sua salute non le avrebbe consentito di allattare al seno entrambi i bambini, cosa che lei invece desiderava ardentemente, perché era sicura che il contatto fisico con i propri figli avrebbe creato, tra loro, un rapporto molto inteso.
Quale soluzione prendere? Non potendo allattarli entrambi, era inevitabile tentare almeno di nutrire uno dei due con il proprio latte, e le sembrò che il privilegiato fosse il primo nato.”
Maria Benotti, portata d’urgenza in ospedale, ha dato alla luce i suoi due figli ma le sue condizioni non sono buone ed il dottore l’informa che non ha abbastanza latte nel seno materno per poter sfamare entrambi i piccoli. Una scelta inumana per una madre che ama nello stesso modo i suoi figli, una scelta, però, obbligatoria per la salvezza di almeno un neonato, e così Maria sceglie il primogenito per dare retta alla Natura ed, forse, un po’ anche al caso.
“Due vite diverse e parallele” di Antonio Berardi, edito nel maggio 2008 dalla casa editrice Leonida, si aggiudica la terza posizione della sezione A (libro di prosa edito) del Primo Concorso Nazionale “Oubliette” promosso dalla web-magazine OublietteMagazine e dalla Faster Keaton Produzioni.
Un romanzo toccante che vede come protagoniste due famiglie totalmente diverse. Una diversità ricalcata sull’impronta dei padri, uno gentilissimo con il figlio, l’altro violento e rovinoso per la società. In questo modo, sin dalla nascita, i due gemelli Francesco e Paolo, sono caratterizzati da una realtà dicotomica che li porterà alla separazione inevitabile non solo fisica ma anche culturale; l’ambiente di crescita differente produrrà il resto.
“Due vite diverse e parallele” presenta al suo interno numerosi personaggi che si presentano come personificazioni dei sentimenti positivi e negativi, è tutto un incedere verso il bene ed il male; troviamo, infatti, l’amore, l’amicizia, la fedeltà, la famiglia, l’odio, la non comprensione del prossimo, l’esser spietati sino ad ogni limite.
“È venuto il momento che tu apra bene gli occhi. Al giorno d’oggi il più grande business è la droga e io sono uno dei commercianti più importanti di tale traffico nel mondo.
La casa di moda di Dallas mi serve, invece, per accendere il desiderio, comune a tutte le giovani donne, di mostrare il loro corpo per poi venderlo al miglior offerente. È il mestiere più antico del mondo e se non viene esercitato alla luce del sole è perché vi sono ancora pregiudizi che inibiscono alle ragazze di dare sfogo all’istinto che tutte le donne hanno, di prostituirsi.”
L’autore, di fede cattolica, inserisce all’interno del romanzo una sorta di catarsi per ogni personaggio dando la possibilità di redenzione dai propri peccati. Una sorta di scia di perdono e di uguaglianza davanti ai portoni di Dio che genera nel lettore la sensazione di profonda giustizia nei confronti dei due gemelli.
“Ogni tanto sentiva un lamento e una voce che parlava con tono sprezzante, ma non riusciva a capire le parole. Si decise ad entrare. Con la pistola in pugno, girò con l’altra mano la chiave della toppa cercando di non provocare il rumore dello scatto della serratura, poi spinse silenziosamente l’uscio. Si trovò davanti un corridoio buio, con all’estremità, sulla destra, una porta socchiusa dalla quale fuoriusciva un fascio di luce.”
Congratulazioni ad Antonio Berardi per l’ottimo risultato!
Link diretto finalisti Primo Concorso Letterario Nazionale “Oubliette” QUI.
Written by Alessia Mocci
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