"Ancora domani" di Fabio Ognibene – recensione di Marzia Carocci
Recensione a “Ancora domani” di Fabio Ognibene a cura di Marzia Carocci (critico recensionista letterario) Edizioni Smasher
Un libro –scrigno, che racchiude le manie, le debolezze, le fisime e la “follia” di un uomo che potrebbe essere ciascuno di noi.
L’attesa di un giovane uomo,alla ricerca di qualcosa, il desiderio e la bramosia dell’aspettare un mutamento e allo stesso tempo la volontà di cancellarsi, di togliersi quella vita amorfa e statica, quella vita che ha perso il valore e la stima di se stessa nella perdita di un amore, quell’amore che ha scatenato l’attesa degli eventi.
Il protagonista denominato “il Prode” decide costantemente di suicidarsi, e regolarmente è salvato dall’intenzione dall’arrivo di Greta, sua ex collega.
Un uomo in costante ricerca di un valore alla propria esistenza, al proprio sopravvivere; egli vive in un limbo nel quale non riesce a prendere decisioni né di sentirsi cosciente al proprio esistere quotidiano, individuo maniacale,dubbioso ossessionato dai ricordi e dai quesiti senza risposte.
Il Prode, eterno sognatore, protagonista d’onirici viaggi con la mente e spettatore passivo della propria esistenza, individuo senza la forza e la volontà di affrontare gli eventi alla ricerca di un cambiamento, di un significato al vivere quotidiano.
Nelle reminiscenze il chiodo fisso “Alice”; Alice che diventa icona d’attesa, la speranza di un ritorno, di un seguito , una continuità agognata .
La vita del Prode, diventa così un’aleggiare del pensiero un’ossessione costante.
Dell’ interiorità dell’uomo, rimane solo un relitto immaginario dell’essere senza alcuna evoluzione.
Mentre il lettore, cavalca con la mente, alla ricerca di una soluzione, di un evento che cambi la metamorfosi delle evenienze, il nostro autore, stravolge quell’attesa iniziale con la comparsa di Elena, una sterzata inattesa, forte e definitiva , cancellando la snervante e abortiva angoscia del Prode.
Elena della quale vorremmo saperne di più, conoscerne il carattere, le fattezze, il pensiero…
Una certezza ci toglie l’angoscia che nel cammino del libro ha fatto da padrone: Elena , finalmente, cancellerà quell’attesa dell’uomo che aveva scelto l’inedia come compagna di vita.
Un libro che ci porta a riflettere sulla fragilità dell’uomo, sulla debolezza psicologica dell’essere umano che diventa debole e impotente verso le inquietudini dell’anima profonde e a volte insormontabili.
L’essere umano, fragile e condizionato dal sentimento dell’amore, dal suo potere che travolge e fa volare ma allo stesso tempo, può ingoiare l’essenza dell’uomo nella profondità del buio .
Una scrittura dalla semantica nuova e fluida, un susseguirsi di sensazioni, frenesie e atteggiamenti quasi visivi in un itinerario psicologico dell’individuo e del comportamento che ci cattura e ci appassiona.
Fabio Ognibene riesce ad esternare il suo pensiero tramutandolo in emozioni e vibrazioni che il lettore catturerà fino all’ultima pagina.
Un pensiero su “"Ancora domani" di Fabio Ognibene – recensione di Marzia Carocci”