"Carosonissimo" di Federico Vacalebre – recensione di Nadia Turriziani
Libro: Carosonissimo- Storie dell’americano di Napoli e dei suoi figli, nipoti e pronipoti
Editore: Arcana edizioni
Collana: Songbook
Pagine: 250
Prezzo: 24,00 euro
Inserto fotografico
20 maggio 2011: 10 anni dalla morte di Renato Carosone.
Quella di Renato Carosone è la storia di un italiano atipico, un americano a Napoli che ha saputo fermarsi in tempo e rinunciare al successo per la quiete familiare.
Ma è anche la storia di un burattinaio di parole-sorriso come Nisa, di un batterista-fantasista come Gegè Di Giacomo, di un chitarrista-playboy e olandese volante come Peter Van Wood, di un’Italia che voleva cambiare e aveva trovato la sua voce riformista in lui e in Buscaglione.
Tra il ritiro dell’uomo di Torero e la morte di Fred dal whisky facile il Belpaese tornò a essere consegnato alla melassa delle mamme e dei vecchi scarponi, almeno fino alla rivoluzione dei cantautori.
Ma, ancora adesso, quanto c’è di ironico, contaminato, sarcastico e pianofortissimo nella migliore canzone italiana è figlio della sua lezione.
Perché non possiamo non dirci tutti carosoniani, come fanno in questo libro, insieme con l’autore, Renzo Arbore e John Turturro, Vinicio Capossela e Luciano De Crescenzo, Edoardo Bennato e Manu Chao, Pino Daniele e Stefano Bollani.
Federico Vacalebre, redattore e critico musicale de «Il Mattino», studia con particolare attenzione la scena napoletana del vecchio e nuovo millennio.
Biografo ufficiale di Renato Carosone e direttore artistico del Premio Carosone, a lui ha dedicato libri, documentari, mostre e radiodrammi.
Ha lavorato per Rai, Mediaset e diverse emittenti radiofoniche e televisive libere.
Ha scritto libri su Clash, Pino Daniele, Fabrizio De André e il fenomeno neomelodico.
È consulente dell’Archivio Sonoro della Canzone Napoletana sin dalla sua fondazione. È coautore del soggetto e della sceneggiaturadi Passione, film di John Turturro sulla canzone napoletana.
Nadia Turriziani
Un pensiero su “"Carosonissimo" di Federico Vacalebre – recensione di Nadia Turriziani”