Presentazione de "La fine" di Salvatore Scibona – 19 maggio, LUISS Guido Carli
Nel cuore immaginario del Cleveland una storia di immigrati italiani. Una storia di decisioni determinate e determinanti che tingono di nero le vite grigie dei personaggi. È un romanzo, La fine di Salvatore Scibona, che viaggia sui binari temporali di una sola giornata, quella del 15 agosto del 1953.
E mentre la Madonna Assunta attraversa in processione le vie del quartiere Elephant Park, le vite del panettiere Rocco, della vedova Costanza, del quindicenne Ciccio e della giovane Lina si intrecciano in un dare e avere di dolore. Dolore come moneta di scambio nell’economia della vita. Una moneta e un dolore per gli aborti clandestini praticati da Costanza prima e da Lina poi. Una moneta e un dolore, causato dalla morte del figlio Mimmo, per l’indefesso lavoratore Rocco Lagrassa.
La fine narra le vicende dei suoi, dei nostri, emigrati come uno specchio impolverato svela in profondità ciò che siamo. In quello specchio, oltre a vedere noi stessi, cogliamo i volti, le espressioni, i tratti delle generazioni che ci hanno preceduto. Salvatore Scibona racconta una storia che attraversa l’Italia da nord a Sud e s’insinua tra le vie di paesi e province, e poi su, in qualche stanza abbandonata per cercar fortuna altrove.
Ci ricorda il nostro passato di migranti, mai davvero concluso e già dimenticato. Saranno state le origini italiane, e in particolare siciliane, ad aver spinto l’autore in una narrazione tanto articolata, che si chiude tuttavia come un cerchio verso il principio di tutte le storie: la vita.
Nato a Cleveland, Ohio, Salvatore Scibona ha solo trentacinque anni e da quando ne aveva dieci ha deciso che nella vita avrebbe fatto lo scrittore. È considerato il caso letterario degli States e ora è pronto a conquistare l’Italia. Con il suo romanzo d’esordio, La fine, edito da 66th and 2nd in lingua italiana, l’autore ha vinto nel 2009 il Young Lions Fiction Award e il Whiting Writers Award, l’anno prima è stato finalista del National Book Award. Non solo: è stato selezionato tra i 20 più grandi autori di lingua inglese sotto i 40 anni d’età dal «New Yorker».
Docente nella scuola di scrittura Fine Arts Work Center di Provincetown nel Massachusetts, Scibona, il cui nome si pronuncia in realtà “Skibona”, ha studiato scrittura creativa con Marilynne Robinson all’Iowa Writers’ Workshop. E proprio una scuola di scrittura lo ospiterà il prossimo 19 maggio, a Roma. La LUISS Writing School – il master di Scrittura Creativa della LUISS “Guido Carli” – ha organizzato una lecture con l’autore, dal titolo Italia-America solo andata, in occasione della presentazione del libro. L’evento, realizzato dagli allievi della scuola, si terrà alle ore 11 nella sede di viale Pola della LUISS. Insieme all’autore, interverrà Alberto Castelvecchi.
Per ulteriori info e dettagli:
http://www.luiss.it/it/eventi/calendario/2011/05/lecture_italia_america_solo_andata.htm
Written by Federica Piacentini