Leland: lo studioso americano che riportò alla luce le leggende di Virgilio

Le leggende inedite di Virgilio” (traduzione a cura di Ludovica Eugenio, Edizioni Seacula, 2008, pp. 262) è una mirabile opera di ricerca realizzata dallo studioso Charles Godfrey Leland. Il libro in originale è stato stampato nel 1900 a New York dalla Macmillan Company, “The Unpublished Legends of Virgil”.

Charles Godfrey Leland (1824-1903) è un appassionato di tradizioni popolari, giornalista e scrittore.

Nel 1888 si recò proprio nel nostro paese, in Italia, per portare alla luce una serie di racconti popolari che avevano come soggetto il poeta Publio Virgilio Marone (70 a.C. – 19 a.C.), comunemente conosciuto come Virgilio.

Le ricerche di Leland sono state caratterizzate dalla copertura di due aree geografiche italiche: la Romagna e la Toscana.

Intervistando il popolo, lo studioso, ha potuto raccogliere molte informazioni e una vasta mole di opere folcloristiche riuscendo a stilare un’idea precisa di ciò che Virgilio è stato per l’Italia: un poeta-mago pagano sopravvissuto  durante la cristianità, anzi è proprio durante la cristianità che la sua fama è aumentata.

“Le leggende inedite di Virgilio” è suddiviso in due parti distinte: nella prima abbiamo una lunga introduzione e spiegazione dei perché del libro, un tirare le somme su tutto il materiale raggruppato attorno al poeta latino; nella seconda parte troviamo invece le 44 leggende riportate, delle quali la maggior parte sono di una sola fonte, la preziosa informatrice Maddalena.

Leggendo i testi ci si rende conto della fatica linguistica dello studioso che ha cercato, nel testo scritto, di portare alla luce l’oralità della tradizione per non rompere quel mistico filo esistente tra memoria collettiva e parola. Una prova davvero ammirevole se si considera il dialetto d’origine e la finale traduzione in inglese.

Lo scrittore propone tre elementi di lettura che si devono prendere in considerazione per poter capire il messaggio delle leggende.

Primo elemento è il ruolo del poeta e del mago nel quale si ritrova un legame forte esistente tra la parola degli scongiuri e delle narrazioni terapeutiche con la parola dei poeti: è come se poeti e maghi appartenessero allo stesso mondo mistico nel quale la parola può determinare la fortuna e la sfortuna.

Il secondo elemento è la conoscenza della stregoneria in Italia dal 1300 in poi. Terzo elemento, ovviamente, è la figura di Virgilio in toto.

La configurazione di Virgilio poeta, sostanzialmente, si è sovrapposta a quella di Virgilio mago nel XII- XIII secolo dando origine ad una tradizione nella quale il pagano si unisce inesorabilmente con il sacro della religione cristiana.

Il popolo non volle abbandonare la paganità e ciò lo si sente ancora nel 1888, anno di inizio della ricerca di Leland. La memoria popolare si è sovrapposta e la figura del poeta è divenuta mistica ed operante in forze sconosciute all’uomo comune.

In molte delle leggende pubblicate Virgilio è il deus ex-machina che riesce a risolvere fatti incresciosi, generalmente Virgilio opera nel bene punendo i colpevoli con lezioni di vita apertamente dichiarate. Sembrano leggende nate con l’intento dell’insegnamento dei valori del bene.

Ciò però che colpisce maggiormente è la precisione delle formule magiche citate. In alcune storie nelle quali la trama è un po’ confusa non si ha il minimo dubbio invece sui ritornelli magici che Virgilio o chi per lui pronuncia per aver dei benefici o per procurare dei malefici.

Questo innalza l’attenzione verso il paganesimo che ha sempre continuato a vivere nella fascia popolare degli emarginati – streghe, menestrelli, maghi – portando  avanti di generazione in generazione una tradizione plurisecolare di leggende.

Le divinità presenti sono sia pagane latine e greche sia cristiane, affianco a Giunone, Maia e Poenia troviamo infatti dei santi, come se non ci fosse mai stata una scissione da una religione ad un’altra, un morbido fluido ha concepito la storia unendo un insieme di frammenti contrapposti.

Il fluido è Virgilio.

Sicuramente non si può non pensare anche all’influenza della Divina Commedia nel popolo. Dante ha purificato il poeta pagano anche davanti al mondo cristiano sottoponendolo ad una fama eterna.

“Le leggende inedite di Virgilio” è un testo di alto valore antropologico e storico, nonché letterario. Non bisogna sottovalutare il potere della tradizione orale perché in essa ci sono le radici della cultura dell’uomo.

Quando il popolo interromperà il suo narrare allora anche la cultura terminerà il suo cammino.

 

Written by Alessia Mocci

 

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