Addio 2012, addio Rita Levi Montalcini: il Nobel per la Medicina muore a 103 anni

“Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte.” Rita Levi Montalcino

Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, è deceduta a Roma ieri 30 novembre 2012. Aveva 103 anni ed è morta nella sua abitazione in via di Villa Massimo. Come si legge sulle agenzie, il 118, intervenuto nella sua residenza, ha soltanto potuto constatare il decesso. Le esequie saranno il 2 gennaio 2013 a Torino in forma privata.

La scienziata era stata nominata senatore a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il primo agosto del 2001.

Rita Levi Montalcini era nata a Torino il 22 aprile 1909. Dopo aver studiato medicina all’università di Torino, all’età di 20 anni entra nella scuola medica dell’istologo Giuseppe Levi ed inizia gli studi sul sistema nervoso che prosegue per tutta la sua vita, salvo alcune brevi interruzioni nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Si laurea nel 1936. Nel 1938, in quanto ebrea sefardita, fu costretta dalle leggi razziali del regime fascista a emigrare in Belgio con Levi, dove continua le sue ricerche in un laboratorio casalingo.

Rita Levi Montalcini nel 1986 vinse il Premio Nobel per la Medicina grazie alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa.

Levi-Montalcini ha sempre affermato di sentirsi una donna libera. Cresciuta in «un mondo vittoriano, nel quale dominava la figura maschile e la donna aveva poche possibilità», ha dichiarato d’averne «risentito, poiché sapevo che le nostre capacità mentali – uomo e donna – son le stesse: abbiamo uguali possibilità e differente approccio».

Ha rinunciato per scelta ad un marito ed ad una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza. Riguardo alla propria esperienza di donna nell’ambito scientifico, ha descritto i rapporti coi collaboratori e studiosi sempre amichevoli e paritari, sostenendo che le donne costituiscono al pari degli uomini un immenso serbatoio di potenzialità, sebbene ancora lontane dal raggiungimento di una piena parità sociale.

 

Alcune citazioni per ricordare la scienziata

A cento anni ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.”
Quello che molti ignorano è che il nostro cervello è fatto di due cervelli. Un cervello arcaico, limbico, localizzato nell’ippocampo, che non si è praticamente evoluto da tre milioni di anni a oggi, e non differisce molto tra l’homo sapiens e i mammiferi inferiori. Un cervello piccolo, ma che possiede una forza straordinaria. Controlla tutte quelle che sono le emozioni. Ha salvato l’australopiteco quando è sceso dagli alberi, permettendogli di fare fronte alla ferocia dell’ambiente e degli aggressori. L’altro cervello è quello cognitivo, molto più giovane. È nato con il linguaggio e in 150mila anni ha vissuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura.”
La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.

I giovani di oggi si illudono di essere pensanti. Il linguaggio e la comunicazione danno loro l’illusione di stare ragionando. Ma il cervello arcaico, maligno, è anche molto astuto e maschera la propria azione dietro il linguaggio, mimando quella del cervello cognitivo. Bisognerebbe spiegarglielo.

Una piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa.”

[Primo Levi parlando di Rita Levi Montalcini]

 

 

 

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