“Andante, niente brio” di Domenico Alvino, prima posizione nella sezione C della terza edizione del Concorso Oubliette 03

Andante, niente brio”, poesia di Domenico Alvino,  si aggiudica la prima posizione nella sezione C (poesia inedita) della Terza Edizione del Concorso Nazionale Letterario “Oubliette 03 promossa dalla web magazine artistica Oubliette Magazine.

 

Il booktrailer è stato realizzato dal regista Massimo Congiu. La voce narrante è di Lipaugus Vociferans. Il testo recitato è ripreso dalla poesia vincitrice quasi nella sua interezza.

Andante, niente brio

Rumore dietro. La pioggia dietro. Rumore di pioggia.

Dietro ad ogni cosa. Tu fai pure. È lì che cade.

Non c’è uno a dire. C’è l’altro a dire. Dentro il fare.

E il rumore della pioggia. Dentro. Pioggia dietro il fare

e dietro il dire. Quel rumore non rumore. Così costante.

Così compatto. La compattezza emerge. Viene su.

Muro. Di contenimento. Muro di contenimento. Di sopra

ci ballino pure. […]

E poi

che verrà giorno. Da se stesso. Non sei tu a doverlo.

Sono gli altri. […]

Tu sei lì che fai. E verranno.

Scalpiccii. Saliranno lenti. Senza scricchiolio. Brevità

di scale. E sono lì. Saranno dentro. Nel brusio. Finiti.

Spenti. E sarà tutto spento. Non sarà ne inverno

ne sabato ne ora o notte. Sarà lo spento.”

 

 

 

 

Motivazione del premio da parte di Massimo Congiu, regista del booktrailer:

Interpretare un testo associando delle immagini in movimento è sempre una bella sfida.
Il testo di Domenico Alvino non lascia spazio a sorrisi. La pioggia riempie la tua mente come acqua calda che scorre sulla tua testa. Sorgono pensieri. Prendono spazio attraverso un segno grafico su carta, che improvvisa in tempo reale ciò che si va raccontando, alternati da una visione soggettiva del protagonista che pensa, sente, ascolta ed osserva ciò che gli sta accadendo attorno, senza poter reagire. L’acqua riconquista i vuoti lasciati dalle visioni, fino al più profondo ed ingestibile “tutto spento”.

 

Congratulazioni a Domenico Alvino per l’ottimo risultato.

Link diretto finalisti del Terzo Concorso Letterario Nazionale “Oubliette 03” QUI.

 

Written by Alessia Mocci

 

Continuate a seguirci: in arrivo il bando della Quarta edizione del Concorso Letterario Nazionale “Oubliette 04″.

Per i vincitori della Prima Edizione del Concorso “Oubliette 01″ clicca QUI.

Per i vincitori della Seconda Edizione del Concorso “Oubliette 02″ clicca QUI.

 

5 pensieri su ““Andante, niente brio” di Domenico Alvino, prima posizione nella sezione C della terza edizione del Concorso Oubliette 03

  1. Innanzitutto ringrazio la giuria d’avermi scelto, cosa che mi era uscita di mente o forse non mi ci era mai stata. Complimenti anche per la motivazione scritta da Massimo Congiu: individua limpidamente operazioni di poesia concordanti con quella che dovrebbe essere la prospettiva – o macrooperazione – di questo “Rito Ontologico” (esso è tratto da una piccola mia silloge che reca appunto questo titolo, “Riti ontologici”. Nell’intento, dovrebbero essere riti di ricostituzione dell’essere, quando si sgretola nelle disavventure della vita). Questo “Andante, niente brio” è un rito che vorrebbe allontanare l’incubo della morte, sempre lì ad incombere su di noi, e ricondurci in quel poco di serenità che è possibile nella vita.
    Ho notato delle sviste di ricopiatura e qualche omissione. Metto qui le poche correzioni e integrazioni da apportarvi e il testo integro della poesia, nel caso si preferisse adoperare la funzione “copia e incolla”.
    Ringrazio anche il bravo dicitore, che non trovo nominato, mentre vi avrebbe il suo diritto, com’è di ogni talento che deve essere riconosciuto. Penso che non mi negherete di svelarmelo.
    Bellissima poi è l’idea del commento iconografico in movimento, con quel cancellare cancellare così frenetico da parere il cancellare appunto dell’incubo lì della morte, con quel nero finale d’inchiostro che dice la nostra fine inevitabile, in cui va a concludersi ogni nostro cancellare.
    Complimenti vivissimi al regista.
    Domenico Alvino

    “Rumore dietro. La pioggia dietro. Rumore di pioggia.
    Dietro ad ogni cosa. Tu fai pure. È lì che cade.
    Non c’è uno a dire. C’è l’altro {a} dire. Dentro il fare.1
    E il rumore della pioggia. Dentro. Pioggia dietro il fare Dietro2
    e dietro il dire. Quel rumore non rumore. Così costante.
    Così compatto. La compattezza emerge. Viene su.
    Muro. Di contenimento. Muro di contenimento. Di sopra
    ci ballino pure. [O come che cosa. Il basso.
    Continuo sotto la melodia. O le bande ai funerali. Queste sì.
    Perché chi muore muore. Non sei tu a doverlo.
    Insomma è questa sicurezza. Del morire. Ecco. ]3
    E poi che verrà giorno. Da se stesso. Non sei tu a doverlo.
    Sono gli altri. [Porteranno cassa. Lumi. Anche lacrime.
    Tu fa pure. Siano le tue cose.]4 Tu sei lì che fai. E verranno.
    Scalpiccii. Saliranno lenti. Senza scricchiolio. Brevità
    di scale. E sono lì. Saranno dentro. Nel brusio. Finiti.
    Spenti. E sarà tutto spento. Non sarà ne inverno
    ne sabato ne ora o notte. Sarà lo spento.”

    Rumore dietro. La pioggia dietro. Rumore di pioggia.
    Dietro ad ogni cosa. Tu fai pure. È lì che cade.
    Non c’è uno a dire. C’è l’altro dire. Dentro il fare.
    E il rumore di pioggia. Dietro. Pioggia dietro il fare
    e dietro il dire. Quel rumore non rumore. Così costante.
    Così compatto. La compattezza emerge. Viene su.
    Muro. Di contenimento. Muro di contenimento. Di sopra
    ci ballino pure. O come che cosa. Il basso.
    Continuo sotto la melodia. O le bande ai funerali. Queste sì.
    Perché chi muore muore. Non sei tu a doverlo.
    Insomma è questa sicurezza. Del morire. Ecco. E poi
    che verrà giorno. Da se stesso. Non sei tu a doverlo.
    Sono gli altri. Porteranno cassa. Lumi. Anche lacrime.
    Tu fa pure. Siano le tue cose. Tu sei lì che fai. E verranno.
    Scalpiccii. Saliranno lenti. Senza scricchiolio. Brevità
    di scale. E sono lì. Saranno dentro. Nel brusio. Finiti.
    Spenti. E sarà tutto spento. Non sarà né inverno
    né sabato né ora o notte. Sarà lo spento.

    1. Ciao Domenico, complimenti per la tua posizione nel Concorso!
      La scelta operata di “omettere” è una scelta dichiarata nell’articolo, portata avanti in tutte le opere che hanno vinto e nelle precedenti edizioni del concorso, è più che altro una scelta dettata dal minutaggio del booktrailer. :D
      La voce narrante è Lipaugus Vociferans, lo trovi sia nell’articolo sia nei credit finali del booktrailer :D
      Se clicchi sul nome troverai Mario Pischedda, un artista sardo.

      Un saluto, se hai ulteriori domande, siamo qui!
      Buona giornata

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