“Monsters” di Robert K. Ressler e Tom Shachtman: caccia ai serial killer
Ma il mostro è davvero così lontano da ciascuno di noi?

Con la prefazione a cura di Ilaria Tuti, “Monsters” ci racconta i venti anni all’FBI a caccia di serial killer di Robert K. Ressler e Tom Shachtman.
Suo è il progetto che ha coinvolto anche Jhon Douglas, che ho recensito precedentemente. A differenza sua, Ressler, oltre che cercare di capire e di immedesimarsi per poter catturare altri serial killer, era anche convinto che non avesse alcun senso mandarli alla pena capitale, perché utili per imparare sempre più sulla loro psiche e le loro reazioni a un passato, sempre, orribile.
Infatti, come lui stesso scrive, nessuno diventa un omicida di questo genere dall’oggi al domani; tutto ciò si sviluppa fin dall’infanzia in un arco di tempo piuttosto lungo.
“Io credo fermamente che non debbano essere giustiziati, ma tenuti in carcere e seguiti, perché da loro possiamo imparare a evitare che altri assassini imbocchino strade analoghe. Giustiziarli non serve a niente, dal punto di vista sociale. Non funge da deterrente, perché i serial killer sono così presi dalle proprie fantasie che il timore di essere catturati e condannati a morte non li tange”.
Incontrare queste persone comporta dover guardare nel loro abisso, senza pregiudizi: “In qualità di professionisti era nostro dovere mettere da parte orrore e raccapriccio.”
Tra aneddoti, come quando rimase rinchiuso in cella con Ed Kemper, penso passando i venti minuti peggiori della sua vita: “Ero quasi alla fine del terzo colloquio con Edmund Kemper, un gigante alto due metri di oltre centotrenta chili di peso, intelligentissimo”; alle sue discussioni con Jhon Gagy, che prima ammise e poi ritrattò di essere lui il colpevole degli omicidi avvenuti in casa sua: “credeva di liberare il mondo da buoni a nulla e frocetti”; Kessler ci racconta in modo semplice i suoi studi in questo mondo che da sempre affascina i più. Intervistò più di cento criminali violenti.
“Parlare con criminali violenti ha un valore nella misura in cui fornisce elementi utili per le forze dell’ordine.”
Ecco che, dopo un corso di laurea in criminologia e scienze dell’amministrazione e della sicurezza, entra nell’FBI. Da qui s’impegna per creare il Criminal personality research project: cioè il progetto di ricerca sulla personalità criminale.
“Volevo capire come funzionava la loro mente, scoprire quale era il meccanismo che li spingeva ad agire.”
I capitoli di “Monsters” sono suddivisi in varie sezioni che spiegano, ad esempio, chi è che combatte contro i mostri. Oppure come ha inizio tutto ciò, da un’infanzia violenta. Tramite alcuni omicidi e degli assassini specifici, come quelli già citati, oppure Ted Bundy, David Berkowitz, ci aiuta a capire meglio di cosa stia parlando.
“Nemmeno il comportamento criminale più spaventoso e inenarrabile, tuttavia, è unico e incomprensibile.”
Purtroppo, come ben sappiamo, questo genere di crimini rende chi li commette irrecuperabile, uscendo dal carcere ancora ucciderebbero: “In prigione si erano dimostrati stabili, ma questo non significa che fossero in grado di vivere fuori dal carcere senza tornare a uccidere”.
“Monsters” è un saggio che spiega, si addentra, ci porta a scorgere l’abisso, quello stesso che Ressler, per la sua missione, ha osservato attentamente, mentre a noi è dato solo dare una rapida sbirciata, giusto solo per farci un’idea.
Come scrive Nietzsche: “Chi lotta contro i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te”.
Un saggio utile a chi sia appassionato dell’argomento o a chi voglia saperne e capirne di più.
© 2021 Longanesi
ISBN 978-88-304-5761-4
Pag. 323
€ 19,00
Written by Miriam Ballerini

