“Dall’altra parte del mondo” di Sandro Naglia: Taccuini 2019-2022
Sandro Naglia presenta questi nuovi taccuini; raccontando gli anni che intercorrono dal 2019 al 2022 visti “dall’altra parte del mondo”.

Tali taccuini Dall’altra parte del mondo, redatti sotto forma di diario, sono importanti non solo per essere stati scritti dagli Stati Uniti, dove risiede oggi l’autore, ma per tanto altro, come riporterò meglio nel seguito.
Non esiste una regola precisa che definisca la forma diario, né un tipo particolare di prosa, né l’uso di un determinato lessico; il diario è semplicemente una forma narrativa attraverso la quale è possibile raccontare avvenimenti, pubblici e/o privati, che l’autore considera importanti, in modo cronologico e non per forza a intervalli regolari.
Il diario è dunque la forma che Sandro Naglia ha scelto, già da anni, per raccontare le sue esperienze di vita da cittadino del mondo, o meglio, dei due mondi.
I taccuini concernono tre anni tra i più importanti di questo nuovo secolo: quelli del COVID-19, della sconfitta di Donald Trump alle presidenziali (con relativa insurrezione a seguire) e dell’inizio della guerra in Ucraina. Ecco perché questo diario riveste un notevole interesse sia di tipo storiografico che politico.
Naglia è autore particolare, in quanto unisce al suo essere musicista e direttore di orchestra, molteplici altri interessi e attività in ambito teatrale, giornalistico e culturale; ragion per cui le sue osservazioni vanno oltre la semplice annotazione.
Debbo dire che ho altresì trovato la selezione delle notizie da lui effettuata molto azzeccata, forse anche perché mi pare di condividere la sua stessa weltanschauung di fondo, come si proferisce in termini filosofici.
Beninteso, in questa mia recensione riporto per grandi linee una traccia del diario, solamente per dare un’idea degli argomenti trattati, ovviamente omettendo di richiamare tantissime altre annotazioni.
Il diario prende il via il 20 aprile del 2019 stranamente dalle cittadine sarde di Carbonia e Iglesias, quindi ancora da questa parte del mondo. Personalmente capitai da quelle parti tanti anni fa, sul finire degli anni ’70. Avevo degli amici a Reggio Emilia provenienti da quella terra, una terra di miniere e di lotte, una terra di emigrazione. Naglia le definisce di una “bruttezza affascinante”. Concordo.
La sua prima notazione riguarda il ballottaggio alle elezioni presidenziali in Ucraina, tra il presidente uscente Porošenko e l’outsider Volodymyr Zelens’kyj. Le notizie che Naglia riporta sono di grande interesse, soprattutto quelle riguardanti il programma elettorale di Zelens’kyj.
Scrive a tal proposito: «Sorprendentemente, non c’è astio nei confronti dei russi: c’è astio per Putin. Come pure per Porošenko, accusato dei soliti, endemici mali che affliggono la classe dirigente dei paesi ex-sovietici: corruzione, favoritismi familiari, eccetera».
Mi incuriosisce poi la annotazione che l’autore scrive da New York il 21 maggio, riguardo alla sua visita alla mostra della quasi ottantacinquenne Mary Bauermeister, alla Michel Rosenfeld Gallery di Chelsea, riguardo, in particolare, al fatto che Mary fu l’involontaria artefice della convinzione dell’allora marito Karlheinz Stockhausen di arrivare da Sirio. La mostra, infatti, deriva da un’esperienza di meditazione collettiva negli anni ’60 tesa a stabilire un contatto con possibili intelligenze extraterrestri. Altri tempi.
Il 23 maggio, Naglia assiste, sempre a Manhattan, a un concerto di Meredith Monk al Jewish Museum, riuscendo anche ad incontrarla di persona. La definisce una “donna incredibile”. Che fortuna averla conosciuta!
Il 26 giugno da Hoboken, l’autore racconta di un’interessante diretta sulla NBC riguardo al primo dibattito tra due dei principali candidati del Partito Democratico alla Presidenza degli Stati Uniti: Bernie Sanders e Joe Biden, con il primo in netto vantaggio. Tuttavia, il giorno dopo, Naglia riferisce che il candidato che trova più promettente è la senatrice californiana Kamala Harris.
Il 30 giugno l’autore riporta del vivacissimo e colorato World Pride a New York, specificando che nel tempo il Gay Pride si è trasformato in una manifestazione a sostegno dei diritti di tutte le minoranze, non solo le comunità LGBTQ.
Il capitolo terzo s’intitola “Dell’imbecillità. Il mondo al tempo del coronavirus”. Un titolo che dice già tanto.
Il diario viene scritto a Jersey City e prende lo spunto dal 11 marzo 2020 «quando la Casa Bianca non ha più potuto negare l’evidenza, come aveva fatto fino ad allora, pervicacemente, l’uomo dall’abuso edilizio arancione in testa».
Seppur a malincuore, debbo però dire che le speranze di Sandro Naglia per un mondo migliore dopo l’esperienza del Covid non si sono avverate, perché oggi sembra essere tornato tutto come prima, se non peggio. In ogni caso, il Covid ha avuto il pregio di mettere in luce come la maggior emergenza sociale negli USA sia la mancanza di una vera sanità pubblica, come scrive giustamente il “nostro” autore.
Il 17 marzo, a Naglia non sfugge una notizia importante: in Russia la Corte Costituzionale ha dato il suo benestare a una riforma che permetterà a Putin di “governare” indisturbato fino al 2036. Ahimè! Ne stiamo vedendo le conseguenze.
Arriviamo poi al 9 novembre. Scrive Naglia: «… e ora la telenovela di Trump che si rifiuta di riconoscere la sconfitta alle elezioni, che minaccia azioni legali contro tutto e contro tutti, barricato con i suoi scagnozzi come Al Pacino nel finale di Scarface di Brian De Palma. Con quella peculiare mistura di sindrome di onnipotenza, scissione delirante dalla realtà e infantilismo patologico che abbiamo ben imparato a conoscere negli ultimi mesi della sua presidenza …» (e che noi stiamo di nuovo esperendo in modo ancor più amplificato ai giorni nostri).
Il diario prosegue citando la raffica di arresti tra i manifestanti che hanno assaltato il Campidoglio il 6 gennaio. Pensare che oggi gli stessi sono stati tutti graziati da Trump immediatamente dopo la sua recente rielezione. Povera America!
A volte ritornano! Il 22 febbraio del 2021 Naglia annota che a San Francisco è morto Lawrence Ferlinghetti, alla veneranda età di centodue anni. Nientemeno che! Mi dispiace solo che egli avesse detto a suo tempo che non se ne sarebbe andato da questo mondo prima che Trump non fosse uscito dalla Casa Bianca. Sembrava che Ferlinghetti avesse vinto la scommessa, ma, sciaguratamente, Trump è tornato alla Casa Bianca (sigh!).
Naglia, pur risiedendo negli States, non dimentica la sua Italia, tanto che il 25 febbraio scrive sulla nomina dei sottosegretari nel governo Draghi come di un mercato delle vacche, ricordando che sottosegretario alla Cultura è stata designata la leghista Lucia Borgonzoni, la quale nel 2018 aveva tranquillamente dichiarato di non leggere un libro da tre anni e che nel 2019 aveva affermato che il Trentino Alto Adige confinava con l’Emilia Romagna. Per non parlare degli strafalcioni su Dante di Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione. Sempre peggio.
Luglio/Agosto 2021. Ormai fuori dal Covid, riprendono le annotazioni di Naglia relative ai suoi viaggi. Siamo al settimo capitolo. Prima Rhode Island poi il tour del Grand Circle, l’area che comprende i grandi parchi che si estendono tra Utah e Arizona. Naturalmente non può mancare la meravigliosa Monument Valley, che Naglia definisce come un gigantesco giardino Zen di colossi di pietra.
Siamo a dicembre quando Naglia assiste a uno stupendo concerto di Bob Dylan al Beacon Theatre di New York nel quale l’ex menestrello presenta quasi tutti i brani dell’ultimo disco Rough and Rowdy Ways.
Purtroppo il diario termina con l’annuncio dell’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio del 2022. In pratica: la guerra.
Nelle analisi sulla situazione negli Stati Uniti precedente dello scoppio della guerra ho trovato particolarmente interessanti le valutazioni che Naglia fa su Trump, vedendolo, durante il suo governo, come un pupazzo nelle mani dello zar (Putin). Un dato direi ultra sensibile oggi, nell’attuale situazione della guerra russo-ucraina e nella mediazione che Trump dice di voler fare per la risoluzione del conflitto.
Dalle importanti annotazioni di Naglia, risulta anche che Putin da anni stava gradualmente ampliando la sua influenza nel mondo occidentale, grazie a un’abile politica di propaganda, disinformazione e finanziamento ai partiti sovranisti ed euroscettici.
Per concludere, ritengo che Dall’altra parte del mondo sia interessante perché registra fatti e avvenimenti che ci permettono di comprendere la situazione politica internazionale attuale. Viviamo infatti una fase storica che, paradossalmente, rivede Trump alla presidenza degli USA e la guerra tra Russia e Ucraina che perdura da oltre tre anni.
Written by Algo Ferrari
Bibliografia
Sandro Naglia, Dall’altra parte del mondo – Taccuini 2019-2022, Tabula Fati, 2025