Trieste Film Festival 2025: Oubliette Magazine premia “Anime galleggianti” come miglior film del Premio Corso Salani
La 36ª edizione del Trieste Film Festival si è conclusa il 24 gennaio 2025 ed anche quest’anno è stata un vero successo con oltre 130 film e svariati eventi collaterali.

Tra anteprime italiane ed eventi speciali, concorsi internazionali e sezioni tematiche, il Trieste Film Festival, diretto da Nicoletta Romeo, si propone di indagare e incontrare la realtà oltre i confini, l’immaginario apolide di un mondo in fermento, in cerca di presente e futuro.
Per questa 36ª edizione Oubliette Magazine ha deciso di conferire uno speciale premio selezionando il miglior film scelto dalla redazione (giuria composta da Alessia Mocci, Carolina Colombi, Simona Trunzo) nella rosa dei cinque finalisti del Premio Corso Salani.
Il Premio Corso Salani, infatti, ha presentato cinque opere finaliste, a partire dall’anteprima assoluta “Il canto di Alina” di Ilaria Braccialini e Federica Oriente, girato in parte in Friuli Venezia Giulia, storia di una giovane migrante sulla rotta balcanica che si troverà ad affrontare ostacoli imprevisti nel tentativo di raggiungere l’Austria, e dall’anteprima europea “Charlotte, una di noi” di Rolando Colla che immortala una donna schizofrenica alle prese con una decisione importante: vivere la sua vita in modo autonomo. Completano la cinquina “Song of All Ends” di Giovanni C. Lorusso, spaccato di una famiglia nel campo profughi libanese di Shatila a Beirut, dopo la terribile esplosione del porto, “Terra incognita” di Enrico Masi, documentario sul rapporto tra uomo e transizione energetica post-atomica, e “Anime galleggianti” di Maria Giménez Cavallo, viaggio nelle mistiche terre sarde ispirato alle Metamorfosi di Ovidio.
Ed è proprio a quest’ultima pellicola che Oubliette Magazine, in veste di web media partner del Festival, conferisce il premio consistente in un pacchetto promozionale del valore di 500 euro.
Maria Giménez Cavallo, oltre alla regia, ha anche curato la sceneggiatura assieme a Jackson Allen Giuricich. La fotografia è stata curata da Nicholas Giuricich, le musiche dal Quartetto Andhira, Massimo Congiu e Luca Nulchis,i l suono da Cladinè Curreli e Roberto Cois, i costumi da Salvatore Aresu e Giulia Cara. Prodotto da Anima Films in collaborazione con Image Hunters, della durata di 70 minuti, ha visto il sostegno di Regione Autonoma della Sardegna, Sardegna Film Commission, Itineranze Doc, (In)Emergenza. Gli attori de “Anime galleggianti” sono Anastasiya Bogach, Juliette Jouan, Emiliana Gimelli, Giovanni Andrea Vinci, Benjamin Miyakawa, Gerardo Ferrara, Valentina Picciau, Egidiana Carta, Riccardo Bombagi, Andrea Flirst, Raphaëlle Dupire ed Enrica Mura. Distribuito da Pathos Distribution.
Di genere fantasy, “Anime galleggianti” è liberamente ispirato al celebre libro “Metamorfosi” (Metamorphōses) del poeta latino Publio Ovidio Nasone (Sumona, 43 a.C ‒ Tomi, 17-18 d. C.). Voce narrante il filosofo greco Pitagora (Samo, tra 580 e 570 a.C. ‒ Metaponto, 495 a.C.) che accompagna lo spettatore con la presentazione di alcuni personaggi classici del mito e dei loro drammi d’amore.
Proserpina, Cerere, Plutone, Aracne, Callisto, Lachesi, Orfeo, Euridice, Apollo, Dafne, Bacco: ecco alcune delle storie presenti intrecciate alle tradizioni culturali della Sardegna che danno il ritmo al ciclo della vita e della morte (Carnevale, riti di fertilità).
Da un’iniziale scena legata al grano ‒ alla consacrazione della terra ‒ con Cerere e Proserpina (Demetra e Persefone) la trama segue il mito con il ratto da parte di Plutone (Ade), che nascosto in un gregge prende seco Proserpina per farne sua sposa. La disperazione della madre alla ricerca della figlia richiama la nascita dei misteri eleusini, legati all’antico culto agraio. Gli Inferi ‒ il regno di Ade ‒ è uno dei fili narrativi del film, sarà infatti luogo in cui Orfeo perderà, per la seconda volta, Euridice. Successivamente Orfeo perderà anche la vita sbranato dalle baccanti. Nel mito greco Orfeo e Bacco (Dioniso) sono legati dal destino dello sparagmòs (in greco σπαραγμός, smembramento), entrambi infatti lo subiscono in un ciclico simbolo di morte e rigenerazione.

La motivazione del conferimento del premio sta nell’interessante e peculiare rivisitazione del mito classico con un apprezzabile lavoro di lettura, riscrittura e divulgazione delle “Metamorfosi” inserite armoniosamente in alcuni tratti peculiari della cultura dell’isola di Sardegna in un coinvolgente e convincente amalgama visivo e sonoro. Si elogiano la misterica colonna sonora che ha visto le launeddas protagoniste indiscusse e la cura e l’originalità dei costumi.
Un duplice invito per i lettori: la visione del film “Anime galleggianti” e la lettura del libro che, da duemila anni, dona immagini nuove congiungendo sacro e profano.
“Canto le forme dei corpi che presero nuova figura,
Numi, poiché voi mutaste anche quelle, ispiratemi il canto,
e dall’origine prima del mondo remoto ai miei tempi
del mio poema continuo voi intessete la trama.” ‒ incipit Libro I ‒ “Metamorfosi“[1]
Maria Giménez Cavallo è nata a New York nel 1992 da madre italo-americana e padre spagnolo. Si è laureata alla Columbia University in Studi cinematografici, Studi culturali italiani e Studi culturali francesi. A Parigi ha lavorato con Abdellatif Kechiche per la trilogia “Mektoub, My Love”. A Roma ha collaborato con Pietro Marcello, Alice Rohrwacher e Francesco Munzi sul set e nel montaggio. Ha fondato la propria casa di produzione Anima Films con la quale ha realizzato diversi cortometraggi tra cui “La Visita” (Locarno 2022), “La Grande Quercia” (Bellaria 2022), “Quercia” (Bellaria 2022, FIFAM) e “Jeanne, petite bergère” (Shortlist Quinzaine 2020).
In chiusura si vuole presentare brevemente il regista ed attore Corso Salani al quale è dedicato il Premio Corso Salani. Corso Salani è nato a Firenze il 9 settembre del 1961 ed è deceduto a Roma il 16 giugno del 2010.
Attore per il cinema e la televisione si ricorda la sua produzione come regista: “Voci d’Europa” (1989), “Gli ultimi giorni” (1992), “Gli occhi stanchi” (1995), “Cono sur” (1999), “Occidente” (2000), “Corrispondenze private” (2002), “Palabras” (2003), “Tre donne in Europa” (2004), “C’è un posto in Italia” (2005), “Il peggio di noi” (2006), “Ceuta e Gibilterra” (2006), “Rio de onor” (2006), “Imatra” (2007), “Talsi” (2007), “Chisinau” (2007), “Yotvata” (2007), “Mirna” (2009), “I casi della vita” (2010).
A novembre, nello stesso anno della sua scomparsa, si è costituita l’Associazione Corso Salani, con il compito di restaurare, conservare e divulgare l’opera del regista toscano. A gennaio 2011 l’Associazione, presieduta dalla moglie Margherita Salani, ha istituito in collaborazione con il Trieste Film Festival il Premio Corso Salani, dedicato al miglior progetto indipendente.
Written by Alessia Mocci
Note
[1] Ovidio, Metamorfosi, tr. it. Ferruccio Bernini, Zanichelli, 1956
Info
Anima Films – Anime galleggianti
Sito Associazione Corso Salani
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