Intervista di Emma Fenu a Lucia Guida, autrice di “Come gigli di mare tra la sabbia”

Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.”
Galileo Galilei

Come gigli di mare tra la sabbia di Lucia Guida
Come gigli di mare tra la sabbia di Lucia Guida

Lucia Guida, nata a S. Severo (FG), abita e lavora a Pescara come docente di lingua inglese.

Ama leggere e scrivere, ha partecipato alla realizzazione di antologie di autori esordendo come solista con la silloge di racconti “Succo di melagrana, Storie e racconti di vita quotidiana al femminile”.

Il suo romanzo d’esordio “La casa dal pergolato di glicine”, ha poi pubblicato per Amarganta Editrice “Romanzo Popolare” eCome gigli di mare tra la sabbia”, nel 2021 con Alcheringa Edizioni. Al momento si occupa di un blog e di uno spazio da autrice su Cyrano Factory.

Ho oggi il piacere di intervistarla per Oubliette Magazine sulla sua ultima opera narrativa, “Come gigli di mare tra la sabbia”, che ci permette di confrontarci sulla vita, sull’amore, sull’essere donna e sull’armonia fra maschile e femminile.

 

E.F.: Benvenuta, Lucia; il tuo è un romanzo di vite intrecciate in un luogo che è non solo fisico, ma palco del teatro della vita. Come hai avuto l’ispirazione?

Lucia Guida: Grazie, Emma. “Come gigli di mare tra la sabbia” è il secondo progetto scrittorio di una trilogia che ho idealmente intitolato “Prospettive urbane” ispirata da riflessioni di vita anche personali che vanno via via approfondendosi. Nel mio precedente romanzo parlavo di un quartiere di Pescara, quello di S. Donato; ora in “Come gigli” parlo di un luogo fisico più circoscritto rappresentato da un condominio cittadino che racconta la vita di donne di età e formazione diversa accomunate dal fatto di vivere e/o lavorare nel medesimo luogo fisico: un elegante palazzo liberty di semicentro di una città di provincia come tante.

Parto da Elena, la più giovane, all’inizio incapace di intessere legami affettivi duraturi, che lavora in un affermato studio legale sito al primo piano, per passare poi al piano successivo e a Serena, quarantenne blogger freelance imprigionata in una vita matrimoniale che si trascina grazie soprattutto alla sua buona volontà di tenere in piedi un legame pieno di crepe profonde e forse insanabili. La mia carrellata di personaggi femminili si conclude con Lina, anziana moglie di Arturo, affetta da demenza senile che dalla finestra di un elegante quartierino al terzo piano vede la vita scorrerle davanti senza avere più il potere di poterla in qualche modo modificare a suo piacimento. E poi c’è Elvira, moglie del portiere Michele, fil rouge di questa narrazione che parte dall’universo femminile per raggiungere tutti senza distinzioni di genere: la vera anima portante della storia, piena di buon senso e con una incredibile capacità di aggregazione sfruttata ahimè solo in parte.

 

E.F.: Ogni personaggio ha una tessera mancante ma sono soprattutto le donne ad essere protagoniste di evoluzioni. Io sono nata sul mare e ne conosco i gigli. Che caratteristiche hanno in comune con le tue figure di carta e sangue?

Lucia Guida: Le mie quattro donne sono figure determinate a riaffermare la propria esistenza, a dispetto di un’apparenza fragile. Veri gigli di mare a tutti gli effetti. Ne impersonano simbolicamente il ciclo vitale: per crescere hanno bisogno di sole e calore, sanno resistere bene alle intemperie. Lo loro fioritura è esuberante ma non scontata: sbocciano tardivamente rispetto alla semina, anche dopo qualche anno. Soltanto se le condizioni per farlo si verificano in concreto. Una bella metafora per Elena, Serena, Lina ed Elvira ma anche per tutte le donne che lottano per conquistarsi una vita autonoma e degna di essere vissuta nonostante le circostanze che potrebbero giocare a loro sfavore. E ci riescono, perché volere almeno per me è potere.

 

E.F.: Quanto c’è di te nel romanzo? Sei un giglio di mare anche tu?

Lucia Guida
Lucia Guida

Lucia Guida: Sarei insincera se affermassi che di me e del mio modo di essere nei miei libri (“Come gigli” è la mia quinta produzione scrittoria) non ci sia nulla. C’è di sicuro la mia voglia autentica e sincera di raccontare l’universo femminile in una prospettiva di complementarietà con quello maschile, di crescita reciproca, come dovrebbe sempre essere tra uomo e donna.

Certo è che anch’io ci ho messo tempo a fiorire. Ma non me ne faccio una colpa, anzi; crescere “dentro” è un bel traguardo per cui vale la pena di lottare e impegnarsi, al di là di una tempistica che secondo me svolge un ruolo marginale e che non dipende sempre da noi. Com’era quell’adagio popolare? “Venga tardi e venga bene”. Ecco, l’importante è impegnarsi a raggiungere la consapevolezza, ciascuno con i mezzi che possiede e con un riguardo particolare al come farlo e non semplicemente alla cosa da raggiungere.

 

E.F.: Quale è il messaggio che vuoi comunicare ai lettori? Cosa pensi dell’amore, del tradimento, del coraggio di vivere la vita senza compromessi e paure?

Lucia Guida: Il mio romanzo è un chiaro invito a vivere e non a sopravvivere da soli e/o in coppia. La vita è troppo breve per potersi accontentare in tal senso. A conoscersi e a migliorarsi, anche quando la strada è tutta in salita ed è dolorosa e sfiancante. Ad acquisire autonomia personale in senso ampio che per una donna è un punto di partenza indispensabile per fiorire nella maniera più congeniale. Dell’Amore penso tutto il bene possibile, a patto che sia quello con la A maiuscola, difficile e complesso da trovare ma non impossibile. È l’unico che valga la pena di vivere, a mio avviso. Non ha senso sentirsi soli in coppia. Molto meglio esserlo magari in modo transitorio ma con la prospettiva di poter un giorno, volendo, incontrare una persona con cui siamo in reale sintonia, che vibri sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Il tradimento è un segnale chiaro di ciò che non sta funzionando in un rapporto a due, invita certo alla riflessione.

Personalmente non so quanto si possa recuperare quando qualcosa si incrina ma è un chiaro invito a cambiare prospettiva nel ménage in un senso o nell’altro. Le situazioni ambigue dal punto di vista sentimentale non mi hanno mai interessata. Da buona acquariana in genere sfuggo ai compromessi; cerco, però, di ridimensionare quello che mi capita, timori irrazionali inclusi (umani e comprensibili, per carità) derivanti da situazioni nuove, sforzandomi di far fluire gli eventi. Che non significa accettare passivamente quello che mi capita ma ridurlo a ciò che è: un’opportunità extra per conoscermi e crescere.

 

Written by Emma Fenu

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *