Intervista di Emma Fenu a Maria Cristina Sferra, curatrice dell’antologia “Storie Sbagliate”, sulla violenza contro le donne
“Tante storie, una sola storia. Tanti vuoti, buchi nel ventre, un solo vuoto, un abisso da colmare di parole” – Emma Fenu, prefazione dell’antologia “Storie sbagliate”.

“Storie Sbagliate” è un’antologia di racconti e poesie sulla violenza di genere curata da Ilaria Biondi, Ilaria Negrini e Maria Cristina Sferra: tre scrittrici, tre poetesse, tre collaboratrici dell’associazione “Cultura al Femminile”, tre amiche, tre Donne.
In tale progetto, che sarà edito da Golem ad aprile, sono state coinvolte, oltre a me, Serena Pontoriero, Domizia Moramarco e Silvia Cappelli.
In copertina un tulipano, simbolo, secondo la leggenda e la tradizionale iconografia, dell’amore vero, quello che contempla il rispetto e il sincero dono di sé, ma anche il sangue versato dai martiri.
Anche le protagoniste delle storie sbagliate, storie di violenza e di non amore, sono, oltre che vittime, martiri: testimoni con la propria vita e con la propria morte della violenza di genere e del terribile stillicidio di sangue di corpi e di anime che chiede di essere fermato.
Oggi, per Oubliette Magazine, ho l’onore e il piacere di intervistare Maria Cristina Sferra, giornalista, scrittrice, poetessa e recensora attiva in “Mille Voci contro la violenza”, il format, giunto alla terza edizione, che si propone di combattere ogni forma di sessismo anche attraverso l’arte e la cultura.
E.F.: Quando e come è nato il vostro progetto “Storie Sbagliate”? Chi sono le donne che avete coinvolto?
Maria Cristina Sferra: Il progetto è nato da un’idea e da un’amicizia. Ilaria Negrini ne ha deposto il seme insieme a Ilaria Biondi, poi sono stata coinvolta ed anche tu ne hai preso parte con la prefazione, quindi hanno partecipato Serena Pontoriero, Domizia Moramarco e Silvia Cappelli. Il seme ha germogliato e l’idea ha preso corpo. Le donne che hanno dato vita all’antologia – sette autrici italiane, tra le quali tre espatriate – hanno formazione e stile diversi, ma un unico forte intento: dare voce a chi non può averla per sensibilizzare sul doloroso e tristemente attuale tema della violenza di genere.
E.F.: Cosa hanno in comune le storie sbagliate?

Maria Cristina Sferra: Sono storie di figure femminili usate e abusate, maltrattate, violate, uccise, in cui il tratto comune è la mancanza di rispetto per la persona e per la sua identità. Storie di possesso e di violenza, fisica o psicologica, dove l’amore è il grande assente.
E.F.: Le parole possono cambiare il mondo e renderlo più giusto, ossia meno sbagliato?
Maria Cristina Sferra: Le parole contano. Sono il nostro mezzo per divulgare e far conoscere anche le verità scomode, sono ciò che abbiamo a disposizione per far arrivare il messaggio, smuovere le coscienze, indurre al cambiamento. Il giorno in cui non ci saranno più storie sbagliate da raccontare, allora sì, il mondo sarà meno sbagliato.
Written by Emma Fenu