“With A Little Help From My Friends” di Anna Zapparoli e Mario Borciani: racconto inCanto della meteora Beatles

“Non facciamo più concerti

 ma cazzi di ritmi tribali” dopo il concerto di Tokyo, 1966

“La mia chitarra singhiozza

mentre io me ne sto seduto ad invecchiare”

With A Little Help From My Friends - Photo by Monica Macchi
With A Little Help From My Friends – Photo by Monica Macchi

L’Estate Sforzesca 2019 ha proposto, mercoledì 10 luglio, la cronistoria, cantata e raccontata, dei Beatles grazie allo spettacolo di Anna Zapparoli, Mario Borciani e della Dual Band With A Little Help From My Friends.

La Dual Band è un’associazione culturale (che tra le altre attività gestisce per Artepassante lo spazio “Il Cielo sotto Milano” nella stazione del Passante Ferroviario di Porta Vittoria) specializzata in musical da camera e in spettacoli in lingua inglese (tre degli attori sono madrelingua inglese) che recita anche in francese e spagnolo.

Un intreccio di musica e parole, con Liverpool in sottofondo (omaggiata in Strawberry fields, giardino fuori a un orfanotrofio o Penny Lane, capolinea dell’autobus a due piani su cui George Harrison ha fatto il suo “provino”, oggi scritta sul muro perché hanno rubato moltissime volte le targhe) che parte dall’infanzia dei Fab Four (con excursus sui tanti possibili “quinto Beatles”) soffermandosi sull’esperienza della band scolastica di John&Paul sintetizzata con “il bucato è un alleato della musica” visto che usavano come strumento la washboard con il ditale.

E naturalmente ci sono le canzoni dei Beatles, ben 17 − alcune conosciutissime e cantate a squarciagola dal pubblico − di cui vengono spiegati genesi e significati: ad esempio Michelle nasce come presa in giro dell’esistenzialismo francese in una sorta di grammelot ma soprattutto spiegazioni musicali (Beniamino Borciani è anche un cantante di musica barocca).

Scopriamo così la figura di George Henry Martin, produttore ed arrangiatore grazie a cui viene inserito il quartetto d’archi in Yesterday e la tromba in Penny Lane, e particolarissimi significati sensoriali: ad esempio per For the Benefit of Mr Kite Lennon voleva che si sentisse “l’odore della segatura”; così George Martin propone di tagliare il nastro in tante striscioline, gettarle in aria e riassembrarle del tutto casualmente.

Vari cambi di look in scena accompagnano anche visivamente gli anni che passano fino alle camicie indianeggianti e alle collanine di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e della sua iconica copertina… anche per il retro dove per la prima volta vengono le parole delle canzoni.

With A Little Help From My Friends
With A Little Help From My Friends

Ma arrivano due morti che cambiano tutto: per prima quella di Brain Epstein nel weekend in cui i Beatles erano in Galles per incontrare il guru indiano Maharishi Mahesh Yogi per un’overdose accidentale di Carbatrol.

Da questo momento i Beatles non sono più un vero gruppo ma iniziano a scrivere canzoni singolarmente e chi pubblicamente chi in privato lascia per iniziare una carriera da solista. E poi, si canta tutti insieme Imagine per commemorare il “manifesto” indicato da Chapman come uno dei motivi per cui ha sparato a John Lennon: la dichiarazione-speranza contro la proprietà privata.

Quasi due ore di spettacolo tra omaggi, ricordi, canzoni, domande al pubblico sulla canzone preferita… e neanche un accenno a Yoko Ono.

 

Scheda Tecnica

Cast: Lorenzo Bonomi, Benedetta Borciani, Beniamino Borciani, Lucrezia Piazzolla

Tastiere: Mario Borciani

Organizzazione generale e direzione tecnica: Piera Rossi

 

Written by Monica Macchi

 

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