“Darkening Ligne Claire”: le fotografie di Christophe Szpajdel e l’album di Andrew Liles e Maniac

Proprio nel bel mezzo di un tour europeo che mi ha impegnato per circa tre mesi partendo dalla Siberia per poi concludersi a Tilburg (Olanda), venni informato dell’opening di “Darkening Ligne Claire una mostra/evento presentata a Firenze l’1 dicembre 2018 presso gli spazi de La Cité, nell’ambito del Festival “Dio Drone”.

Darkening Ligne Claire

Questo evento ha unito l’esposizione di fotografie di Christophe Szpajdel, nonché di un album musicale che ha poi portato all’esibizione il giorno successivo all’opening di Andrew Liles e Maniac.

Per chi non avesse mai seguito scene musicali spesso considerate “ostiche” quali l’industrial o “brutali” come il Black Metal, Andrew Liles è stato membro di “Nurse With Wound” e “Current 93”; mentre Maniac é ex cantante dei norvegesi black metallers “Mayhem”.

Christophe Szpajdel aka “Lord of the Logos” è un artista grafico belga noto in tutto il mondo per i suoi logotipi ispirati alla natura, maggior parte dei quali hanno fatto la storia del black metal, creando un’estetica che ha influenzato mondi differenti quali l’hip hop, lo street style e la comunicazione.

Nella sua carriera ha realizzato oltre 13000 logo per band: dagli “Emperor” ai “Wolves In The Throne Room” fino ad arrivare a “Rihanna” e ai “Metallica”, oltre a realizzare il logo per Archaeological Records.

A curare questo ambizioso progetto è appunto l’Archaeological Records, etichetta al di fuori degli schemi tradizionali di qualsiasi etichetta discografica esistente, promotrice dalla ricerca archeologica di un sound primitivo ed antecedente alla storia, non tanto inteso in senso filologico ed accademico quanto di ispirazione per artisti contemporanei.

Per questo motivo Archeological Records ha prodotto un saggio sul lavoro dell’artista belga e da questo incontro ne è nata l’esposizione “Christophe Szpajdel’s Darkening Ligne Claire” in collettiva con Andrew Liles/Maniac facendone nascere un’opera d’arte in esemplare unico.

L’opera in questione raccoglie i sette dittici in formato 24 x 30 esposti a Firenze in un contenitore di legno realizzato e inciso a mano, insieme a 7 vinili trasparenti registrati in un solo lato contenenti i brani di Liles/Maniac ispirati alle opere di Szpajdel, e che prendono il titolo dai nomi classici della scena black metal.

Sul secondo lato c’è invece inciso il logo del gruppo.

Andrew Liles Maniac

Questi dischi sono stati realizzati uno ad uno, con la tecnica del Lathe Cut (costosissima apparecchiatura progettata ai fini dell’incisione degli acetati attraverso la quale è anche possibile agire a livello di equalizzazione e compressione), ed esistono solo in tre copie: una per l’artista, una per l’archivio di Archaeological Records e la terza è contenuta e sigillata nel box in vendita in un unico esemplare, alla cifra di 3000 euro.

La cifra può suonare sicuramente sensazionale per il mondo musicale ma non certo se il progetto viene collocato, come dovrebbe essere, nel mondo dell’arte contemporanea.

Il suo prezzo è stato calcolato secondo logiche non commerciali ma esclusivamente di recupero delle spese di produzione della mostra, della realizzazione del box, della registrazione e per il concerto di Liles/Maniac.

Parte dei proventi sono destinati per alberi che sono già stati piantati per compensare il consumo energetico dovuto alla realizzazione dell’evento.

L’opera unica è quindi il contenuto sigillato della mostra ma questo, non vuole essere esclusivo o privato… infatti, tutti i contenuti, sono disponibili online in free download.

 

Written by Luca Dainese

 

Info

Bandcamp

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