Selfie & Told: il compositore Fabio Mengozzi racconta il nuovo album “Mistero e poesia”
Fabio Mengozzi è un compositore e pianista astigiano.

Nato nel 1980 ed enfant prodige del pianoforte, è il creatore d’una musica molto particolare, capace non solo di parlare agli esperti del settore ma anche di toccare il cuore degli ascoltatori.
Per queste caratteristiche Fabio Mengozzi si è imposto negli ultimi anni anni come uno dei compositori più interessanti della sua generazione.
Le sue composizioni sono state portate alla ribalta internazionale, con concerti in Argentina, Austria, Belgio, Canada, Cina, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Olanda, Polonia, Regno Unito, Slovenia, Stati Uniti, Svizzera e Ucraina.
Peculiarità del suo modo di comporre, l’intimistica ricerca di geometrie e sonorità suadenti e magiche, che si ritrovano soprattutto nei suoi brani per pianoforte recentemente incisi nell’album “Mistero e poesia”, recentemente pubblicato dall’etichetta Stradivarius.
Ecco ora il suo Selfie & Told!
F.M.: È appena uscito “Mistero e poesia”, il tuo album. Qual’è la ragione di questa pubblicazione discografica?
Fabio Mengozzi: “Mistero e poesia” nasce con l’intento di raccogliere alcuni brani per pianoforte che ho composto tra il 2011 e il 2017.
F.M.: La copertina del tuo disco è molto suggestiva. Che cosa significa?

Fabio Mengozzi: Ho sempre pensato che le copertine dovrebbero risultare attinenti al contenuto dei dischi. In questo caso, l’ho immaginata io stesso, incaricando poi l’artista Lia Rinetti di realizzarla praticamente. Si tratta di una sorta di compendio dei simboli cui fanno riferimento i brani contenuti nel disco: una cometa, gli elementi, la sfinge e altri ancora. Il tutto in un clima onirico, senza presenza umana.
F.M.: In effetti quest’immagine sembra trasportarci in un mondo dominato dal mistero, che è poi una delle due componenti del tuo album e della tua musica. Invece, cosa puoi dirci a proposto dell’altra componente, la poesia?
Fabio Mengozzi: In questa società in cui materialità e smania di apparire sembrano contare più che spiritualità e ricerca interiore, si rischia di smarrire il Bello. Dobbiamo imparare a cogliere l’essenza delle cose anche attraverso l’intuizione. Puoi trovare poesia nei gesti, nelle parole, negli sguardi e in ogni cellula del creato. La musica è una via, ci può aiutare a cogliere quanto di profondo vi è in noi.
F.M.: Da dove nasce la tua musica?
Fabio Mengozzi: Da una necessità interiore, il bisogno di guardare dentro me stesso.
F.M.: Che tipo di ascoltatori pensi di raggiungere con questo disco?

Fabio Mengozzi: Tutte le persone, senza esclusioni. La mia musica non si rivolge a una categoria specifica; in essa coesistono diversi strati, alcuni più superficiali ed altri più profondi. All’ascolto si presenta molto accattivante, non respinge l’ascoltatore, anzi lo stringe in un abbraccio. Pertanto anche chi non si occupa di musica o solitamente non ascolta la cossidetta “musica classica”, può benissimo avvicinarsi ai miei brani e fruirne senza difficoltà. Ovviamente, nella musica come in ogni altra disciplina, più se ne sa e più si colgono strutture e particolari: ma questo vale per qualunque tipo di musica, da Bach al rock.
F.M.: Come vuoi salutare i lettori di questa intervista?
Fabio Mengozzi: Ringraziandoli per il tempo che mi hanno dedicato e con l’auspicio che la mia musica possa in qualche modo parlare alle loro corde più profonde.
Written by Fabio Mengozzi
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