“Transfert”, l’ultimo film di Massimiliano Russo: angoscia e perdita di equilibrio in un pericoloso gioco di specchi

Basta guardare qualcuno in faccia un po’ di più, per avere la sensazione alla fine di guardarti in uno specchio.” – Paul Auster

 

Transfert – Massimiliano Russo

Il giovane regista e sceneggiatore Massimiliano Russo, catanese, ha presentato Transfert, il suo ultimo film coraggiosamente autoprodotto e premiato agli Onirios Award. Presto sarà distribuito nelle sale italiane.

Il protagonista è Stefano, uno psicoterapeuta di trentatré anni. È il professionista che nessun paziente vorrebbe incontrare: troppo inesperto e emotivamente coinvolto, se pur decisamente intelligente e desideroso di affermazione personale.

Dall’altro canto, o al di là dello specchio, anche i pazienti sono problematici, ingestibili e pericolosi per sé e gli altri.

Il titolo dà, nell’immediatezza comunicativa, la chiave di interpretazione del film, consentendo di entrare in medias res nella vicenda: con il termine transfert, infatti, si intende la trasposizione, a livello inconscio, dei sentimenti del paziente da altri soggetti verso l’analista.

Fin dalle prime immagini, accompagnate da note simili a gocce di lava che preannunciano un’eruzione vulcanica, il thriller si presenta come un’altalena psicologica in cui le corde sono tese allo stremo, coinvolgendo lo spettatore in un’atmosfera angosciante e inquietante.

La sceneggiatura, profilandosi come un labirinto di specchi in un lunapark abbandonato, crea un senso di nausea e di disagio, in cui si mischiano ricordi, eventi in corso e ipotesi future.

Proprio il continuo movimento oscillatorio fra piani temporali, menti umane, menzogne e verità permette allo spettatore di abbandonare l’equilibrio per muoversi e pensare in bilico, costeggiando sentieri a picco su oscuri abissi marini.

Cosa è l’acqua se non il simbolo dell’inconscio nel quale ritornare ragazzi, poi bambini, poi feti, poi embrioni fino a sparire, per ricrearsi e ripartorirsi in nuova forma come creatura figlia di sé ma a sé complementare e aliena?

E cosa è l’acqua se non la superficie riflettente a causa della quale Narciso perse la vita perché non seppe riconoscersi, nella mancata consapevolezza di chi realmente fosse?

Anche lo specchio migliore non riflette l’altro lato delle cose.” Proverbio giapponese

Transfert – Massimiliano Russo

Transfert” è un thriller che non delude, dal ritmo lento e dilatato ma mai noioso, che culmina nel colpo di scena finale che rompe lo specchio magico che, denudando la bellezza sfiorita della matrigna, ferisce, con pezzi appuntiti, le certezze e le sicurezze che ci proteggono, come in una bara di cristallo.

Non è forse questa la funzione dell’arte?

Solo nell’opera d’arte è la Verità, e tutto il resto non è che un gioco di specchi.” – Hugo von Hofmannsthal

 

Cast

Alberto Mica; Clio Scirà; Paola Roccuzzo; Enrico Sortino; Massimiliano Russo; Rosario Pizzuto; Rossella Cardaci; Viviana Militello; Salvatore Musumeci; Luisa Ippodrino; Matteo Martorana.

 

Written by Emma Fenu

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

OUBLIETTE MAGAZINE
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.