“Per puro caso”, romanzo di Anne Tyler: esiste la normalità?

“Tutto cominciò un sabato mattina di maggio, uno di quei caldi giorni primaverili che profumano di bucato. Delia era al supermercato per la spesa settimanale. Sceglieva languidamente un cespo di sedano nel reparto verdure. I supermercati la rendevano sempre riflessiva…”

Per puro caso

Per puro caso, romanzo della scrittrice americana Anne Tyler, pubblicato da Guanda editore nel 1995, è la storia di Delia. Quarantenne, sposata e madre di tre figli ormai adolescenti, dopo aver accettato un passaggio da un uomo conosciuto per caso, Delia raggiunge una spiaggia poco distante da Baltimora, e decide di stabilirsi lì. Si allontana, forse inconsciamente o forse no, con il desiderio di abbandonare la località dove vive con il marito.

Apparentemente la sua scelta è inspiegabile, e il lettore è portato a chiedersi perché la donna si allontana dalla sua famiglia per ricostruirsi una vita altrove, lasciandosi alle spalle un matrimonio che ormai ha ben poco significato per lei?

Lo fa, probabilmente, per sfuggire da un legame che la soffoca, fino a determinare in lei un intenso bisogno di fuga. Protesa a riconoscere i moti del proprio cuore, e pervasa da un sentimento di frustrazione Delia abbandona un ambiente familiare in cui non si riconosce più.

Aspetto questo che porta il ricordo a Il fu Mattia Pascal di pirandelliana memoria. Anche in quel caso, infatti, il protagonista desidera abbandonare la sua vecchia vita, reinventarsene una nuova, ed essere dimenticato da tutti.

“Mente percorrevano la statale numero 1 verso il confine con il Maryland, passando davanti a enormi rivendite di articoli da spiaggia, complessi “vittoriani” nuovi di zecca e i bar e i condomini ammassati di Fenwick Island, Delia continuò a pensare che sarebbe potuta rientrare a piedi. Sarebbe stata una bella camminata, questo sì, ogni momento si faceva più lunga…”

Delia percepisce la cittadina di Bay Borough, dove decide di stabilirsi, come il luogo dell’anima; ed è lì che cerca un lavoro e un’abitazione per trasferirvisi in maniera definitiva.

Trascurando i propri impegni familiari, la donna desidera soltanto occuparsi di se stessa, e ritrovare la parte più recondita di sé. Verosimilmente la donna è arrivata a uno stato di non accettazione, uno stato in cui non può non percepire il senso dell’inutilità da cui si sente avvolta.

Ma è per puro caso che Delia si è affrancata dai doveri familiari? È il bisogno di indipendenza che la spinge a compiere un gesto irrazionale, perché alienata dalla vita domestica? Era forse insita nella sua natura l’urgenza di solitudine nascosta in un luogo inaccessibile anche a se stessa? O alla ricerca di un destino diverso da quello suggellato con il vincolo del matrimonio?

Domande queste, che il lettore si pone nel corso della narrazione, ma a cui non è facile dare delle risposte.

Comunque, qualsiasi ragione abbia motivato la sua scelta, è solo allontanandosi da casa che la donna riscopre la gioia di vivere, quella gioia soffocata dalle preoccupazioni e dagli impegni familiari.

 “Sul retro della casa, diviso da un mobile basso, c’era quello che i Miller definivano tinello. Qui il pesante stile sovraccarico lasciava il passo a elementi più familiari. Di fronte al televisore c’era un lungo divano basso, contro un muro c’era una scrivania e in un angolo erano aggruppate tre poltrone…”

Anche questa volta Anne Tyler, definita dalla critica come attenta cronista della quotidianità, non si smentisce.

La sua fama di scrittrice di talento è intatta anche in questo romanzo del tutto gradevole, sebbene non vi sia la presenza di scena eclatanti o guizzi di sorta.

Anne Tyler

Perché in Per puro caso non c’è la volontà di stupire il lettore; le vicende raccontate sono infatti lontane da ogni tipo di spettacolarizzazione. Il racconto si consuma in una narrazione dove gli aspetti più evidenti della trama sono la più completa normalità e l’anonimato. Aspetti che spingono il lettore a proseguire nella lettura, per conoscere se la protagonista è decisa a compiere fino in fondo il suo progetto che pare dettato da una “normale follia”.

La contrapposizione fra caso e volontarietà, elementi che contraddistinguono la trama, fluisce in maniera sobria in un racconto tranquillo, a volte perfino un po’ monotono, e del tutto permeato da una sorta di leggera malinconia.

Per puro caso è una finestra spalancata sulla quotidianità di una famiglia come tante, su di una donna come molte, che denota però uno slancio di determinazione e fa una scelta che va oltre, oltre ai buoni sentimenti che continua a nutrire per i suoi familiari.

 “Il giorno seguente, un fresco pomeriggio soleggiato, delia andò con vanessa a una svendita di maglieria da Young Mister. La primavera era ormai alle porte, e a Noha i vestiti della primavera scorsa non stavano più…”

Romanzo divertente, struggente e intenso insieme, Per puro caso offre uno spaccato di vita quotidiana grazie all’attenzione della Tyler per i dettagli di cui è colma ogni vita, e che a volte contribuiscono a tracciare il destino che le persone si portano appresso.

Sebbene attraversato da una vena ironica, Per puro caso è romanzo in fondo amaro, perché mette in luce le difficoltà di adattamento a un ruolo che non tutte le donne sentono come proprio. Una consuetudine che in Delia provoca frustrazione e disagio.

Anche in quest’opera, carica di significato, la Tyler si rivela l’abile scrittrice di cui si ha già contezza. La sua bravura sta soprattutto nel raccontare in modo semplice e immediato la quotidianità in tutte le sue diverse sfumature. Sentimenti e situazioni sono descritti con maestria, scandagliando con occhio attento le emozioni che partecipano all’universo personale di ciascuno.

Perché i personaggi dei suoi romanzi sono sempre così normali, colmi di umanità ma anche di contraddizioni, tanto che le situazioni in cui vengono a trovarsi possono apparire surreali.

Le problematiche domestiche che guidano il gesto sconsiderato di Delia la fanno apparire eccentrica e lontano dalla normalità. Ma, riflettendo su quest’aspetto, il lettore è portato a chiedersi: cosa è normale? Esiste la normalità?

“Si scoprì badando di non disturbare il gatto e sgusciò fuori dal letto. Scalza, uscì dalla stanza. Il corridoio prendeva luce soltanto dalla finestrella rotonda in alto. Dovette avanzare quasi a tentoni fino alla stanza di Sam…”

 

Written by Carolina Colombi

 

 

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