“Il Flipper del 1973” da “Vento & Flipper” di Haruki Murakami: le kitchen stories

“Potrei andare avanti così per sempre, ma troverò mai un luogo che è destinato a me?” – Il Flipper del 1973

 

Il Flipper del 1973

Giappone. Sono trascorsi quattro anni da quando il nostro studente de “Ascolta la Canzone del Vento ha terminato gli studi e ora inizia la sua carriera lavorativa in un’agenzia di traduzione insieme ad un vecchio compagno di studi e a una segretaria.

Non frequenta più il Jay’s Bar, vivendo ormai a Tokyo, avendo perso i contatti con il suo amico d’un tempo, il Sorcio, che, invece, continua a frequentare il locale della loro giovinezza.

Convive con due gemelle con cui costruisce uno strano rapporto sentimentale e di vita. Chi sono queste gemelle? Da dove vengono? Cosa cercano nel nostro protagonista? E il Sorcio come sta? Come vive questo rapporto di distacco con il suo amico d’un tempo? Si è fatto una vita? Ha incontrato la donna dei suoi sogni?

E poi c’è un flipper. Un flipper /Spaceship del 1973, un’astronave a tre palette, con cui il nostro protagonista si trovava a giocare in un locale dove si nascondeva nei suoi momenti di libertà dal lavoro e lontano dalle gemelle. Finché un giorno il locale chiude e il flipper sparì. Così il nostro protagonista inizia la sua ricerca di questo straordinario gioco, nonostante vi siano tanti altri flipper. Ma lui vuole quello. Non gli interessano gli altri. Perché? Cos’ha di così straordinario quel flipper? Gli ricordava qualcosa o qualcuno?

… uno Spaceship a tre palette. Il campo gioco era diviso in una sezione superiore e una inferiore, in quella superiore c’era una paletta, in quella sottostante due. Era un modello appartenente a un’epoca felice, prima che il mondo del flipper venisse invaso dall’elettronica.

E questa ricerca dove lo porterà? Rimetterà a posto i suoi ricordi e i suoi pensieri? E il Sorcio?

Domande che incontriamo leggendo il secondo racconto de “La Trilogia del Sorcio”, quel “Il Flipper del 1973” in cui Murakami racconta il processo di crescita interiore di due ragazzi che si sono incontrati in una lontana estate del 1969 e dopo una sola estate insieme, in quel Jay’s Bar, si sono separati per poi perdersi del tutto. Si ritroveranno poi? Se sì, dove e come? E saranno anche in grado di riconoscersi?

Il Flipper del 1973” è stato scritto nel 1980, l’anno dopo “Ascolta la Canzone del Vento”, con il titolo “1973-nen no pinboru” edito dalla Casa Editrice Gunzo, ma tradotto, come il precedente, ben 36 anni dopo la sua data di pubblicazione, grazie alla traduzione in lingua italiana di Antonietta Pastore per la Casa Editrice Einaudi. Il racconto è stato unito ad “Ascolta la Canzone del Vento” in un unico volume intitolato “Vento & Flipper”.

Si tratta, come “Vento”, di un racconto che mette insieme la nostalgia, la solitudine, la malinconia e la crescita di due persone, in questo caso il Sorcio e il nostro protagonista senza nome – e come nel caso del precedente racconto potrebbe essere Murakami in persona, essendoci alcune similitudini con la vita post-laurea del Maestro –. Due persone che si sono incontrate da giovani, ma che devono vivere questa nuova parte della loro vita separati, in cerca di risposte, di avventure da condividere.

Il nostro “Io narrante” lo fa con il lavoro, la sua relazione con le gemelle e la ricerca di quel “maledetto” Flipper che gli fa rivivere momenti della sua vita ormai persa, lontana. Il Sorcio, invece, con la sua frequenza del Jay’s bar, in solitario o con le chiacchierate notturne con Jay, ma anche con i suoi incontri con una donna al faro. E poi cosa succede? Dove li porteranno i loro ricordi, i loro pensieri?

È un andirivieni di immagini, di malinconia questo racconto. Qualcosa che lascia andare il tempo verso un nuovo momento, verso un nuovo presente. Verso un futuro colmo di mistero.

E, come in ogni racconto o romanzo del Maestro, eccoci che anche in questo romanzo incontriamo i cosiddetti personaggi “medium” e il luogo che rappresenta l’altra parte. Ci sono quattro – anzi cinque – personaggi “medium” in questo racconto tra cui Naoko, la segretaria, le gemelle, il quadro di controllo dell’elettricità e il flipper. Tre personaggi di natura “umana” e due “oggettiva” o “strumentale”. Perché questi personaggi? Ma soprattutto cosa c’entra il quadro di controllo dell’elettricità? Qual è il punto centrale di questo elemento? Quale connessione porta con sé? E il flipper? Perché gli ultimi due devono essere identificati come personaggi medium e non luoghi identificati con l’altra parte?

Per quanto riguarda i personaggi di natura umana, Naoko e le gemelle, si tratta di personaggi che portano esperienze di vita al protagonista: con la segretaria instaura un rapporto di lavoro e di amicizia atto ad aiutarsi a vicenda in alcune situazioni che la vita li porta ad incontrare.

Come in questo stralcio di dialogo:
Però ho solo vent’anni, – continuò la ragazza – e non voglio andare avanti così all’infinito…” […]
“Ma sei giovane – risposi – hai tutta la vita davanti a te. Tanti cambiamenti ti aspettano, l’amore, il matrimonio…”
“No, non prevedo cambiamenti, – obiettò lei in tono pacato, mentre con il coltello e la forchetta estraeva con perizia l’aragosta dal guscio. – Nessuno si innamorerà di me. Passerò la vita a mettere trappole per scarafaggi, ricucire maglie e roba del genere.
Feci un sospiro. Mi sentivo come se di colpo fossi invecchiato di parecchi anni.
“Sei carina e hai fascino. Hai delle gambe bellissime e sei intelligente. Sai persino aprire in quattro e quattr’otto le aragoste. Tutto ti andrà nel migliore dei modi, vedrai.”

Haruki Murakami

Stralci di dialogo che fanno capire il grado di relazione che si è instaurato tra i due ragazzi, un rapporto di lavoro, ma anche di stima e fiducia, in quanto la ragazza confida i suoi timori, le sue paure al protagonista parlando di come si sente, di come vede il suo futuro. E poi? Cosa rappresenta per il nostro amico Naoko? Le ricorda qualcuno o qualcosa che ha vissuto in passato? È riuscito a convincerla a non buttarsi giù, a non arrendersi? Chi non si è identificato in questo breve stralcio di dialogo?

A differenza di Naoko, con le gemelle l’Io-narrante ha un rapporto molto intimo. Le mantiene, si aiutano a vicenda in ogni cosa. Non hanno un nome vero e proprio e il ragazzo ha serie difficoltà nell’identificarle, preferendo chiamarle con numeri. Ma perché il Maestro ha scelto di far convivere e avere una relazione vera e propri il protagonista con due gemelle? Non vi è imbarazzo da parte sua? Quale scopo ha questo gioco di relazione? Ma soprattutto chi sono e da dove vengono?

Mi è capitato di leggere in un saggio su di lui che spiegava quanto il nostro autore sognasse avere una relazione con due gemelle in contemporanea. Perché? Ha mai pensato alle conseguenze di questo fatto? Può darsi che l’idea fosse nata dalla curiosità di capire come si possono identificare i gemelli in modo particolare, quali somiglianze vengono accomunate tra loro, e così via. Un rapporto giocoso o serio che dir si voglia.

Come detto, abbiamo anche due personaggi medium di natura strumentale, il quadro di controllo dell’elettricità e il flipper: quale ruolo hanno in questa storia, in particolare il primo? Perché, come già chiesto in precedenza, identificarli come personaggi medium e non come luoghi dell’altra parte? A me sembrano più identificabili con il secondo punto, perché sembrano più che altro “luoghi” che esprimono magia, un che di surreale. Ma forse il Maestro gli ha voluti identificare come personaggi medium perché “parlano” con il protagonista come se esprimessero sentimenti, sebbene siano solo strumenti.

Il Flipper del 1973” è un viaggio nel mondo della solitudine di due personaggi – il Sorcio e l’Io-narrante – che cercano di capire dove sta andando la loro vita, di capire come affrontare i cambiamenti che verranno dentro loro. Ma è anche un inno di libertà, un canto verso quel passato che non si sa se rivivrà dentro noi, dentro quei ricordi che pensiamo di dimenticare. È anche una riscoperta della musica di quelli anni, musica che rivive in ogni singola pagina dei romanzi di Murakami.

Ricerca di vita, di solitudine. Malinconia, speranza.
Nell’emozione di un pianto che ti porta via, verso l’ignoto, verso sogni che colorano il nostro domani.
Ricerca di amore, di amicizia. Sentimenti incontrastati. Vivi e forti.
Voci che cantano perse in un vento bramante verità e amore.”

 

Written by Daniela Schirru

 

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