“Si fa presto a dire famiglia” di Melita Cavallo: una giudice minorile racconta l’evoluzione dei legami affettivi

Si fa presto a dire famiglia” è un saggio di Melita Cavallo edito da Laterza nel 2016.

 

Si fa presto a dire famiglia

Si fa presto a dire famiglia.
Una moglie e un marito.
Una moglie, un marito e un bambino.
Una moglie, un marito, un bambino e quattro nonni.
La tavola imbandita il giorno di Natale e i biscottini appena sfornati ogni mattina, per la colazione.

Melita Cavallo, dopo quarant’anni di attività professionale trascorsi in qualità di giudice minorile; di presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e la Famiglia e dell’Associazione “Gemme” Italia; e di capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, spiega che nulla è semplice, se si tratta di nuclei familiari e di bambini.

O meglio, lo conferma, perché anche i non addetti ai lavori sono perfettamente consapevoli dell’evoluzione del concetto di famiglia e della pluralità di problemi, con annesse richieste di soluzione, che la società contemporanea si trova a fronteggiare.

Con un linguaggio semplice e chiaro, il saggio riporta una trentina di storie vere che, nel rispetto della privacy dei protagonisti coinvolti, permette di comprendere il lavoro che coinvolge gli operatori di un Tribunale minorile e di osservare come da una difficoltà iniziale si può giungere al conseguimento di una dimensione affettiva ed educativa rispondente al nome e alla funzione di famiglia, pur non coincidendo con quella tradizionale.

Non si fa presto a fare famiglia.
Ci sono famiglie allargate, ricostruite, monoparentali, omosessuali.
Ci sono adozioni, nazionali ed internazionali, ed adozioni definite “miti” che lasciano al minore il cognome, preceduto da quello del o degli adottanti, e prevedono il proseguimento del rapporto con la famiglia d’origine.

Soprattutto, ci sono i bambini e gli adolescenti e sono loro i veri protagonisti, non solo perché ogni scelta deve essere compiuta nel loro primario interesse, ma perché essi dimostrano un’incredibile capacità di comprendere cosa davvero sia una famiglia: solo mossi dalla semplicità dell’amare, non da stereotipi, indicano la strada.

Non ci sono giudizi e dita puntate, nel saggio di Melita Cavallo, se non per i violenti e per gli egoisti, ossia per chi picchia, stupra e anche per chi fa dei figli oggetti di rivalsa. Per tutti gli altri c’è voglia di accogliere e di aiutare per trovare non quanto risponda a convinzioni radicate, ma quanto soddisfi i bisogni di minori in carne ed ossa, che delle ideologie dibattute sono o ignari o delusi.

Melita Cavallo

Una particolare attenzione è dedicata all’evoluzione, o emancipazione, del ruolo femminile, che ha determinato il cambiamento della aggregazione familiare: la donna, infatti, non è più “angelo del focolare”, sottoposta alle decisioni del marito, ma contribuisce in modo paritario alle decisioni inerenti la prole, non sacrificando la propria libertà di persona al fine di essere una “buona madre” secondo il modello patriarcale.

Se, infatti, fin dal 1975 la legge ha introdotto la potestà genitoriale al posto della patria potestà, evidenziando la parità dei coniugi nell’educazione dei figli, nella prassi l’indipendenza economica della donna e la possibilità di divorziare hanno man mano creato crepe in un prototipo vecchio di secoli. Solo del 2013 è il decreto legge, entrato in vigore nel febbraio dell’anno successivo, in cui la responsabilità genitoriale sostituisce il termine potestà, esprimendo, pertanto, non un potere/diritto, ma un dovere verso la prole.

Un libro consigliato perché invita tutti alla riflessione, non tramite l’insegnamento astratto, ma il resoconto empirico. L’opinione personale dell’autrice è ben espressa, ed è stata oggetto di discussione anche per affermazioni espresse in contesti estranei al saggio in questione, ma le testimonianze sono interessanti e, quanto di più apprezzabile, si soffermano nel riportare le reazioni, le opinioni e i progressi emozionali e comportamentali dei minori coinvolti, capaci di sorprendere noi adulti.

Non si fa presto a dire famiglia, ma ogni bambino ha diritto ad averne una che sia “sua” e per lui perfetta.

 

Written by Emma Fenu

 

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