“La gran madre – Pensieri sull’arte” di Umberto Boccioni: un ritratto inedito dell’artista futurista

“Ho assistito alla Corsa del Circuito di Brescia. La vittoria è italiana! Non so come dire l’impressione ricevuta! È terribile ma non so ancora come trovarne il significato di Vita. La corsa era fantastica. Spettri sembravano gli automobilisti investiti dalla violenza della corsa e fuggenti fulminei tra l’applauso degli spettatori. […] Bisogna trasformare in materia d’arte il tutto. Come?” (2/9/1907)

La gran madre – Pensieri sull’arte

Libretto di pregiata fattura, edito, in sole duemila copie singolarmente numerate, da Via del Vento Edizioni, collana iquadernidiviadelvento (Testi inediti e rari del Novecento), dicembre 2014, “La gran madre – Pensieri sull’arte” è una selezione di lettere, appunti diari, articoli, manifesti e saggi teorici scritti da Umberto Boccioni, dal 1907 al 1913 circa, anni precedenti la sua morte avvenuta nel 1916, proposte qui in una nuova trascrizione a cura di Fabrizio Zollo.

Come noto Boccioni fu uno dei principali esponenti del Futurismo, corrente artistica e culturale nata ufficialmente con la pubblicazione del Manifesto Futurista nel 1909, ed inoltre il più attivo nel campo della scultura.

È ormai nota a tutti la scultura intitolata “Forme uniche della continuità nello spazio” (1913) che quotidianamente possiamo osservare sulle monete da 20 centesimi.

Nelle pagine del libricino possiamo comprendere parte di quel mondo interiore del Boccioni artista e uomo. Anni prima che si parlasse di Futurismo egli era già rimasto colpito dalle evoluzioni della società moderna, dal movimento, dalla velocità dei piloti durante le corse con le prime automobili.

Ebbe ben presto l’intuizione di come la società si stesse trasformando e con essa le esigenze delle persone, attribuendo il primo passo verso tutto questo agli Impressionisti, l’altro grande movimento artistico dei primi del ‘900.

Al tempo stesso gli era chiara la sua insoddisfazione nei confronti di chi e cosa lo circondava: non avranno mai fine i dubbi esistenziali e artistici, l’amore contrastato per le donne, i sentimenti di indecisione e la ricerca perpetua della propria strada.

Umberto Boccioni

Le sue parole aiutano poi a comprendere il legame con l’arte di Raffaello e con Gaetano Previati, uno dei grandi innovatori italiani, prima brevemente nella Scapigliatura milanese poi rappresentante del Divisionismo.

Ammirazione e competizione erano fortemente sentiti dall’artista nei confronti degli artisti del tempo e dell’arte, quella che Boccioni amava definire la gran madre.

Ciò che scaturisce è una visione inedita, e certamente poco nota, di Umberto Boccioni, artista complesso, attento agli sviluppi del mondo occidentale, con una spiccata sensibilità nell’uso del colore, conscio delle proprie capacità e attirato dalla guerra che lo coinvolse e che gli portò via la vita dando termine alla sua inventiva ricca di elementi originali condotti in parte dalla paura di uniformarsi alla massa.

[…] La sicurezza di vivere nella maggioranza mi sgomenta. Dove la possono trovare? Possibile ch’essi siano più religiosi e più umili di me? Che mettano più ardore di me nel rendersi ragione, nell’assalire un problema, nel ricevere una gioia? Come fanno a consumare la loro giornata senza sentire in sé qualche cosa di terribile, di vuoto, d’inutile? (13.2.1908)

 

Written by Rebecca Mais

 

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