La civiltà cristiana in Medioriente: le bellissime chiese simbolo di libertà di culto
Uno dei temi più discussi oggi è la possibilità o meno di costruzione di luoghi di culto per i musulmani in Italia. L’opposizione che vediamo un po’ dappertutto in Europa, riguardo alla edificazione di moschee, proviene sicuramente da una serie di luoghi comuni.
Una delle argomentazioni ribadite con maggior veemenza a riguardo è “la mancanza di reciprocità”; costruire una Moschea in Italia si può mentre nei paesi arabi o musulmani i cristiani non possono costruire chiese e non sono nemmeno liberi di professare la propria fede. Di fatto queste affermazioni non hanno nessuna rispondenza al vero, probabilmente sono solo menzogne create ad uso politico e un chiaro esempio d’ignoranza.
Sono frutto, oltre che dell’ignoranza, anche del timore che essa sia un atto politico di affermazione di una identità “diversa” sotto tutti gli aspetti, troppo straniera alla cultura e alla civiltà occidentale.
Comunque resta il fatto che le chiese e i cristiani, nei paesi musulmani, ci sono eccome. In diversi paesi a maggioranza islamica esistono chiese cristiane di una bellezza e magnificenza unica al mondo, e non sono, come in molti credono, casi isolati. Molti si stupiscono quando vengono a sapere che esistono degli arabi cristiani e che essi sono fondamentalmente arabi e non musulmani che hanno abbandonato la loro religione.
In Egitto, dove circa il 90% della popolazione è di fede musulmana, ci sono più chiese di quante ce ne siano nella cattolicissima Irlanda. I cristiani egiziani sono quasi tutti Copti appartenenti alla Chiesa Cristiana Copta, che secondo la tradizione è stata fondata dall’apostolo San Marco. La Chiesa Copta Ortodossa non è solo apostolica per fondazione ma anche per la sua perseveranza nel custodire la fede consegnata dagli Apostoli e dai loro successori, i santi Padri.
Il Natale di Gesù Cristo è festeggiato dai copti il 7 gennaio ed è una festività statale nazionale. In Egitto le chiese sono circa 2.869 e ancora in aumento. Recentemente il governo egiziano ha assegnato al Patriarcato copto terreni per la costruzione di nuove chiese, strutture e uffici collegati alla Cattedrale di San Marco, nella capitale.
Le tradizioni della chiesa copta ortodossa, nata in Egitto ad Alessandria, rappresentano un patrimonio storico culturale e spirituale molto prezioso per tutto il mondo cristiano. Oggi i copti ortodossi costituiscono di gran lunga la comunità cristiana più importante d’Egitto e rappresentano il 10% della popolazione egiziana.
Le chiese copte vanno dalle grandi cattedrali come la cattedrale di San Marco al Cairo fino alle piccole chiese dei villaggi rurali.
La magnifica cattedrale di San Marco al Cairo, nel quartiere di Abbasseya è di fatto la più grande cattedrale in tutta l’Africa e il Medioriente, si eleva sopra la cripta che custodisce le reliquie dell’Evangelista e costituisce la sede patriarcale.
La cattedrale è considerata un esempio unico di evoluzione architettonica, che comprende un centro di studi molto grande, un museo permanente dedicato ad antichi codici copti miniati e una moderna biblioteca specializzata in coptologia e Oriente cristiano. Studenti da tutto il Paese frequentano il centro, che costituisce il cuore culturale dei copti d’Egitto e non solo. La Cattedrale di per sé rappresenta il rapido sviluppo di architettura copta che ha una capacità di 5.000 fedeli.
Oltre alla grande cattedrale del Cairo o quella di Alessandria, vi sono numerosissime Chiese che rivestono un valore storico per la Chiesa ortodossa copta e per i Copti in generale. Una fra queste, sicuramente molto particolare e antica è la cosiddetta Chiesa sospesa d’Egitto, la chiesa dedicata alla Vergine Maria. Viene chiamata chiesa sospesa o appesa perché costruita sulla cima dell’antica fortezza romana di Babilonia. La costruzione originaria fu edificata forse nel IV secolo d.C., ma fu distrutta e ricostruita nell’XI secolo.
Esempi importanti sono anche i numerosi monasteri, tra cui il monastero di Sant’Antonio, il più antico del mondo o quello di San Pishoi. Tutti ottimi esempi di architettura copta e libertà di culto.
Non solo in Egitto si può assaporare la grande presenza di Chiese e cristiani ma anche nel resto dell’Africa occidentale: in Marocco vivono circa 400 000 cristiani, che hanno diritto di professare il loro culto come previsto dalla stessa Costituzione. Hanno diverse chiese nel paese, di grande valore storico e religioso come la bellissima Cattedrale di Casablanca. Inoltre anche gli ebrei marocchini ricevono finanziamenti statali, diretti in particolare alla conservazione delle sinagoghe, considerate patrimonio storico e culturale del paese.
Nella capitale Algeri si trova lo splendido duomo Notre Dame d’Afrique (nostra signora d’africa), una chiesa cattolica classificata nella lista dei beni culturali algerini come monumento storico a tutti gli effetti. La Basilica è in stile bizantino, nell’abside, sia in francese che in arabo, si trova un’iscrizione che recita: “Notre Dame d’Afrique priez pour nous et pour les Musulmans” ovvero “Nostra Signora d’Africa pregate per noi e per i Musulmani”.
In asia ma comunque restando in Medioriente, ad Aleppo vivono 300 000 cristiani soprattutto maroniti cattolici, il cui principale luogo di riunione è la cattedrale appunto maronita. Questo ne fa la terza città cristiana del Medio Oriente, dopo Il Cairo e Beirut. In Libano, infatti i cristiani rappresentano circa 1/3 della popolazione. Nella capitale siriana Damasco risiedono ben quattro importanti figure del mondo cristiano: il Patriarca siro-ortodosso di Antiochia, il Patriarca greco-ortodosso di Antiochia, e il Vescovo cattolico di rito melkita di Antiochia. Come si può immaginare, Damasco ospita parecchie chiese, molte delle quali naturalmente di grande valore storico.
In Giordania, i cristiani costituiscono circa il 6% della popolazione e sono tutelati politicamente come minoranza, ovvero hanno una certa quota di seggi riservati loro in Parlamento.
Questi sono solo alcuni esempi concreti ed espliciti che mettono in guardia dalla pericolosa tendenza a vaghe generalizzazioni, che il potere mediatico assoluto ci porta a credere. Sicuramente ricorrere a dati accurati e studiare il comportamento degli stati mediorientali e musulmani nei confronti delle minoranze può aiutare a ridimensionare le nostre preoccupazioni alla luce del fatto che in questi paesi principalmente cristiani musulmani ed ebrei hanno sempre convissuto anche se oggi sembriamo dimenticare quest’aspetto.
È vero oggi ci sono diverse problematiche legate alla religione, anche se in realtà sono più problematiche e interessi politici, ma mettersi nella giusta prospettiva, leggere documentarsi forse ci può aiutare ad individuare correttamente i problemi per trovare di conseguenza soluzioni adeguate per migliorare a livello internazionale e affrontare meglio le questioni legate alla migrazione, senza banalizzarli.
Written by Amani Sadat