“Sognavo l’Africa”, libro di Kuki Gallmann: una scrittrice definita come la Karen Blixen italiana
“Spesso, nell’ora del giorno in cui l’erba della savana si vena d’argento, e pallido oro orla i profili delle colline, coi miei cani guido fino al sommo del Mukutan, per guardare il tramonto al di là del lago, e le ombre della sera discendere sopra le valli e pianure dell’altipiano di Laikipia. Qui, all’estremo confine della grande Rift Valley, come una sentinella sul precipizio, cresce un albero d’acacia curvato da venti senza tempo. Quell’acacia è mia amica, e siamo sorelle.” – da “Sognavo l’Africa”
Kuki Gallmann è stata definita la “Karen Blixen italiana”. Per sua stessa ammissione, l’Africa le ha dato tanto, ma le ha anche tolto tantissimo. La vita di questa scrittrice è la storia di giovane veneziana che, forse inconsapevolmente, ha l’Africa dentro da sempre.
Per amore di suo marito Paolo si trasferisce in Kenya nel 1972 con il figlio Emanuele. È l’inizio di un viaggio non solo fisico, ma anche interiore, alla scoperta di un mondo completamente nuovo, con ritmi di vita molto diversi da quelli europei.
Per Kuki gli inizi non sono facili: è quasi come imparare a respirare di nuovo in spazi enormi, tra animali maestosi, giorni assolati e notti scure come la pece. L’Africa è affascinante, ma permeata da mille contraddizioni: la bellezza e la ricchezza del territorio contrapposta al suo sfrenato sfruttamento e la libertà degli animali in opposizione il commercio illegale d’avorio sono solo gli esempi più famosi.
L’Africa è talmente grande da aver consentito lo sviluppo e la convivenza, seppur non sempre facile e non esente da rischi tra religioni e popoli diversi, accogliendoli nel suo ventre materno ma, talvolta oscuro e pericoloso.
Kuki Gallmann impara, con il tempo, a convivere in totale armonia con la natura, a modellare l’esistenza familiare sui ritmi scanditi dalle albe e dai tramonti africani, liberando la sua originale e inesauribile creatività attraverso romanzi e poesie divenuti, in seguito, veri e propri bestsellers.
La scrittrice non dimentica le origini italiane, ma le fonde con quelle africane, in continua crescita come lei, che ogni giorno scopre qualcosa di nuovo, un insegnamento di vita offerto dal continente come gesto d’accoglienza e amore.
L’Africa, però, le toglie gli affetti più grandi; nel 1980, infatti, Paolo Gallmann muore in seguito a un incidente, proprio mentre Kuki è incinta della loro figlia, Sveva, che nascerà pochi mesi dopo. Nel 1983 è la volta di Emanuele, che perde la vita a causa del morso di una vipera. La vita di Kuki è segnata per sempre e non potrà mai più essere la stessa. Il grande dolore non muore mai, però, in qualche modo, anch’esso si fonde con la terra che l’ha accolta, proprio come le tombe su cui vengono piantate due acacie della febbre gialla.
Nel 1984 la scrittrice dedica un tributo a suo marito e a suo figlio creando la Gallmann Foundation, una associazione in difesa dell’ambiente, che si occupa della salvaguardia e dello studio di piante e animali sul territorio africano. Il “quartier generale” della fondazione è proprio Laikipia, dove si trova la tenuta della famiglia Gallmann, Ol Ari Nyiro.
Kuki scrive di notte, spesso a mano, raccontando di se stessa, del suo passato, del profondo amore per il continente che le ha insegnato ad accettare le grandi lezioni imposte dalla vita, traendo con sofferenza il coraggio e la ragione per andare avanti.
Donna coltissima e proveniente da una famiglia in cui intellettuali e artisti erano di casa, questa scrittrice ha pubblicato intensi, stupendi romanzi come il già citato “Sognavo l’Africa” (1991), “Notti africane” (1994), “Il Colore del Vento” (1995), “La Notte dei Leoni” (1998) ed “Elefanti in Giardino” (2001).
Da “Sognavo l’Africa”, nel 2002, è stato tratto l’omonimo, bellissimo film con Kim Basinger e Vincent Perez.
Kuki è cittadina kenyota dal 1997 e concepisce la vita come una continua avventura, anzi, è proprio quest’ultima a donare all’umanità la linfa vitale per evolversi.
Per conoscerla e capire il suo costante impegno per l’Africa, vi consiglio di visitare il sito della fondazione.
Kuki Gallmann, attraverso le sue storie, ha tanto da insegnarci; la potenza dell’amore sulla morte, la conoscenza di noi stessi che non ha filtri né maschere fisiche o virtuali, la forza e la determinazione per credere in un sogno, anche e soprattutto quando ci sembra impossibile.
Written by Francesca Rossi
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