Nuove analisi effettuate sulla Mummia di Tutankhamon potrebbero spiegare il mistero della sua morte

Proprio nei giorni in cui si celebra l’anniversario della scoperta della tomba, studi realizzati sui resti del “faraone bambino”, potrebbero chiarire il mistero della sua morte.

Nuove rivelazioni si fanno strada sul mistero della mummia carbonizzata. La tomba di Tutankhamon, una delle poche sepolture dell’antico Egitto pervenuta quasi intatta, fu scoperta nel novembre del 1922 e si trova nella Valle dei Re a Il Cairo. Il giovanissimo sovrano della XVIII dinastia salì al trono all’età di 9 anni, e morì all’età di 18-20 anni.

L’ipotesi più probabile è a 19. La scoperta avvenne il 4 novembre 1922 ad opera dell’archeologo inglese Howard Carter e fu sovvenzionata da Lord Carnarvon. In realtà, nuovi settori della tomba continuarono ad essere rinvenuti per tutto il mese di novembre.

Quando gli archeologi scoprirono la tomba avvertirono da subito quell’alone di mistero che circonda la morte del giovane faraone. Un mistero che dura da migliaia di anni, ma che la scienza forense del XXI secolo forse è riuscita a spiegare. Un team di ricercatori britannici potrebbe aver capito cosa successe al giovane re.

Il nuovo studio da essi condotto ha rivelato che Tutankhamon non fu avvelenato, non morì di malaria, né per necrosi dovuta a una frattura al femore, ipotesi tutte accreditate. Non venne neppure colpito da una mazza alla base del cranio, come si pensava. Gli studiosi, guidati da Chris Naunton, direttore della Egypt Exploration Society, affermano che il faraone più famoso dell’antico Egitto si trovasse in ginocchio quando venne investito da un carro. Il sovrano quindi potrebbe essere morto in un banalissimo incidente stradale dell’epoca, travolto dal proprio carro mentre conduceva l’esercito egizio in battaglia.

Ma ciò che ha maggiormente incuriosito Chris Naunton è stato scoprire come il corpo mummificato di Tutankhamon apparisse “bruciato”, come fosse stato esposto ad una temperatura di 200 gradi. Questo però non avrebbe nulla a che fare con la morte poiché sarebbe avvenuto in seguito. Il dottor Robert Connolly, antropologo dell’Università di Liverpool che studia Tutankhamon da anni e ha partecipato nel 1968 all’esame ai raggi X della mummia, è l’unico esperto in possesso di un pezzetto della carne del faraone.

Dopo averla analizzata con un microscopio elettronico e sottoposta ad esami chimici, è giunto alla conclusione che la combustione sarebbe stata generata da un processo di imbalsamazione scorretto, nel quale gli oli e le resine utilizzate, miscelati all’ossigeno e al lino delle bende, avrebbero ustionato la pelle del faraone dopo la sepoltura.

Gli egizi, esperti dell’arte di preservare i morti, avrebbero quindi commesso un errore proprio con il loro sovrano! Questo fenomeno spiegherebbe le difficoltà incontrate da Howard Carter nell’estrarre il corpo dall’ultimo sarcofago nel 1922: era così “incollato” dalle resine alle pareti che nemmeno un improvvisato riscaldamento a temperature molto elevate permise di rimuoverlo. Carter fu costretto a fare ricorso a leve e scalpelli che danneggiarono la mummia.

Successivamente il Cranfield Forensic Institute ha eseguito un’accurata autopsia virtuale sul corpo del faraone, esaminando ogni centimetro del cadavere e scoprendo numerose lesioni concentrate su un solo lato del corpo, al bacino e alle costole. I risultati degli esami sono stati trasmessi ad un altro gruppo di specialisti che indagano le ferite e i traumi causati dagli scontri automobilistici.

Le analogie tra il quadro clinico di Tutankhamon e le conseguenze di un impatto con una massa lanciata a forte velocità sono risultate sorprendenti. Il faraone è stato sicuramente investito da qualcosa. Si potrebbe quindi sostenere l’ipotesi dell’omicidio premeditato: qualcuno ha investito il faraone con un carro.

Gli studiosi inglesi sembrano però più propensi per l’omicidio colposo: Tutankhamon potrebbe essere caduto dal carro sul quale si trovava ed essere stato travolto accidentalmente da quello che lo seguiva. Il faraone infatti è stato investito mentre si trovava in ginocchio e cercava probabilmente di rialzarsi. Vi è un altro mistero, finora rimasto tale.

Quella di Tutankamon è l’unica mummia esistente di un faraone alla quale manca il cuore. Molto probabilmente l’organo è stato irrimediabilmente danneggiato dall’incidente. L’impatto violentissimo deve aver incrinato e spezzato le costole, fino a schiacciare il cuore del sovrano. Nonostante i 6.000 reperti trovati nella sua tomba, sappiamo molto poco di Tutankamon.

Dopo queste nuove rivelazioni diventa lecito ipotizzare che egli non sia morto a causa di complicate congiure di palazzo o trame di nemici che, alla sua giovane età, dovevano interessare poco. Paradossale pensare che forse in quel giorno del 1323 a.c, egli ha semplicemente preso un carro ed è andato a fare una corsa contro i carri degli amici.

Una semplice uscita fra giovani, come avviene oggi il sabato sera. E spesso, purtroppo, con le stesse tragiche conseguenze.

 

Written by Cristina Biolcati

 

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