“Inquietudini di Cera” di Gaetano Barreca – recensione di Barbara Filippone
Il romanzo protagonista di questa mia recensione è Inquietudini di Cera una raccolta di lettere in cui Icaro, il protagonista, invia al suo ex ragazzo Alessandro, raccontandogli della sua adozione, della creazione di Khepri, del suo mondo interiore, e rivelandogli infine l’esistenza di una doppia personalità.
Non è semplicemente una raccolta epistolare ma è un viaggio dentro se stessi; a regalarci Icaro è il suo autore Gaetano Barreca, che attraverso una sensibilità unica racconta di un travaglio interiore che mira ad una cosa semplice, a cui tutti quanti aneliamo: sentirsi vivi, “Cos’è la felicità se non il vivere in armonia con se stessi e con il mondo circostante, senza dover essere costretti a rinchiudersi nella propria solitudine o in mondi interiori per sopravvivere?”
Intervistando Gaetano Barreca, mi rendo conto che lui vive di scrittura, di emozioni che riesce a tramutare in parole sapientemente dosate, mai un’esagerazione nel raccontare uno stato d’animo, ma solo schiettezza e così che Icaro, al limite della follia riesce a parlare con Alessandro, sperando che oramai a trent’anni tutto riesca ad evolversi, che riesca ad imparare a prendere quelle decisioni senza farsi stoppare dal bigottismo della gente e non arrendendosi di fronte alle sue parole.
Icaro è un ragazzo che abbandonato dalla sua famiglia d’origine perché indigente, cresciuto in una famiglia adottiva che poco lo stima e lo valorizza, affronta il disagio di essere diverso, pur sapendo che la diversità è uno stato d’animo; la diversità non esiste. Si chiede e quasi lo urla a se stesso e poi al suo Alessandro “Ehi…io sono qui, sono Icaro! […] Vivo, perché fate finta che non esista?” Inizia a capire che bisogna in assoluto avere fede in se stessi perché la vita spiazza, disorienta e se non si è ben saldi con la propria persona difficilmente si riuscirà ad affrontare la realtà e a realizzare i propri sogni.
Non bisogna essere costretti a rinchiudersi nella propria solitudine o addirittura in mondi interiori per sopravvivere. Così Gaetano racconta dei “poeti di cera” geni incompresi, folli temerari capaci di vedere al di là delle cose. Viaggiatori instancabili che vivendo di passione e sogni lasciano un segno indelebile tra la gente rivoluzionando il mondo. Ma questo viaggio Icaro lo fa da solo affrontando i suoi demoni, le sue paure; così il cofanetto contenente quelle lettere da consegnare ad Alessandro rappresenta quello strumento atto a costruire la sua libertà..le lettere sono la cera conservata per costruire le sue ali.
Gaetano Barreca, eletto Autore dell’anno 2011 dal sito letterario il Romanziere, scrittore di narrativa introspettiva, poesie e favole. Nato a Reggio Calabria e laureato in Storia dell’Arte e Archeologia all’Università di Perugia, vive a Londra. A Canterbury, nel 2010, gli viene dato l’appellativo di “Lo scrittore italiano che viene da Londra”. Lavora al British Museum prestando anche volontariato all’Estorick Collection of Modern Italian Art.
Pubblica il suo primo romanzo nel 2008 con il titolo L’amuleto dell’Essere, poi rivisitato nel 2011 comeInquietudini di Cera.
Nei romanzi che scrive tratta della vita dei Poeti di Cera, concentrandosi sulla storia di vita e d’amore di Icaro e Alessandro. Attendendo l’uscita del terzo capitolo dei Poeti di cera, l’auspicio e la sensazione che rimane, dopo aver letto questo libro, è, che comunque vadano le vicissitudini di vita, sarà unicamente la forza in noi stessi, che ci aiuterà a risollevarci…evitando di affidare la nostra felicità agli altri: “Se non proviamo, se non osiamo come possiamo dare occasione alla vita di renderci felici?”.
Questo è l’augurio che io faccio a tutti, questo è il messaggio che Gaetano ci regala con le sue “Inquietudini di cera”.
Written by Barbara Filippone
Info:
Un pensiero su ““Inquietudini di Cera” di Gaetano Barreca – recensione di Barbara Filippone”