“Menomale”, nuovo album dei Lux – recensione di Daniele Mei

 Sassari è un’interessante fucina di artisti indie (se significa qualcosa) rock di buon livello.

Soprattutto questi ultimi anni per il rock/pop sardo alcuni nomi degni di nota son venuti da questa città, basta pensare ai bravissimi Goose o al piccolo successo Primochef del Cosmo, ma anche ai potenti e rockandroll Five Four Nine e De Grinpipol.

Tutti progetti di ottima fattura che stanno stretti in una realtà come la Sardegna, bellissima, un paradiso rispetto al resto d’Italia (anche per i musicisti per diversi motivi), ma piccola e con il mare che va comunque superato per farsi sentire da più persone.

Menomale che esce per la prolificissima Seahorse Recordings di Paolo Messere (mente dei mai dimenticati Blessed Child Opera e membro per un periodo di un gruppo storico quali sono stati gli Ulan Bator di Amaury Cambuzat) scorre piacevole già al primo ascolto.

Si sentono nitidi gli ascolti ripetuti e goduti di Afterhours, Csi, Ritmo Tribale, Marlene Kuntz, ma anche Negrita con una personalità tutta Lux, dovuta anche alla quasi impercettibile (ma se ci stai attento) cadenza sarda calcata, che rende il tutto ancora più affascinante e vicino tanto da farne il disco perfetto da sentire in buona compagnia e con le Ichnusa sessantasei da bere al bacio e far girare in allegria, e gridare “Io sono felice” ripetutamente!!

Certo, niente di nuovo e di rivoluzionario, ma questo è un lavoro dove si sente tanto cuore, tanta carica, tanta energia, che mi lascia una gran voglia di vederli dal vivo (e credo sia un gruppo che dal vivo piacerà a molti), con qualche passo falso ma con molti spunti interessanti.

Siamo, Consenso e Sono Felice son dei pezzi davvero coinvolgenti e che si fanno ricordare in fretta, mentre in Forse lo sai anche tu  qualcosa non va, la trovo un po’ forzata, ma vengo subito riscattato con la bellissima, forse la migliore del lotto Egoista, e scaldato dalla altrettanto bella Gelido, se non fosse per la strasentita coda strumentale con le chitarre da spora marleniana che francamente ha un po’ stancato.

Uan Ciù Figli di Puttana, apre come peggio non si potrebbe la banalotta Volentieri che precede la altrettanto anonima Il mio miglior nemico. 

Si ritorna però splendidamente in carreggiata con la ritmata Il tuo ritorno e con la sua pregevole accelerazione finale davvero degna di nota, da ballare saltando, brilli e felici.

La sognante Venere quasi barrettiana, ma cantata da un Godano in preda ad un attacco lussurioso con i Jennifer Gentle, poi lo streaming  improvvisamente si blocca e non so come finisce.

Un gruppo i Lux che sicuramente non si fermerà a questo disco, che ha molto da dire, che può andare avanti e far sentire la propria vitalità, se però inizia a osare, se non rimane imbrigliato nella Sardegna: non l’isola fisica e geografica ma quella che tende ad accomunare tutto intorno alla bandiera dei quattro mori e all’Ichnusa inglobandola in una sardità forzata senza possibilità di scampo.

Da avere.

 

RECODM 013

Written by Daniele Mei

 

 

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