Intervista di Pietro De Bonis all’attrice Enza Molinari
Enza Molinari è nata il 27 ottobre 1987. Studentessa presso l’Università di Lettere e Cultura Teatrale, ha intrapreso la carriera artistica all’età di quindici anni. Entrata nella compagnia “La Fabbrica del Teatro” come vicepresidente, ha partecipato a numerosi tour con diversi spettacoli, come “Arsenico e vecchi merletti”, “Il suicida”, “Cinque”, ecc.
Ha curato diverse direzioni artistiche, “La legge contro il bavaglio”, “Art with heart”. Si è cimentata nella regia con “RUMOROSA- mente”. Ha esperienze cinematografiche oltre che teatrali come scenografa, attrice, segretaria di edizione, costumista, ha frequentato “L’Accademia del cinema” a Bari. Ha preso parte a diverse fiction su Telenorba e Antenna Sud. Si è cimentata in diversi lavori artistici come fotomodella, presentatrice, animatrice, trampollera, promoter, ha tenuto diversi laboratori teatrali presso Linea Azzurra, autrice di testi, narratrice, tecnico audio-luci. Attualmente fa parte della compagnia “Teatro Egò”.
P.D.B: Benvenuta Enza e grazie infinite della disponibilità! Dimmi, ma ti piace essere nominata un “animale da palcoscenico”, una ”irriconoscibile”? Soprattutto l’accorgi questa tua metamorfosi?
Enza Molinari: Certo che mi piace, uno per la sensazione che si prova sul palcoscenico, l’adrenalina a mille che ti sale su per il corpo, l’emozione, la freschezza: sembra sempre la prima volta. Mentre sono sul palco non mi sento diversa, è tutto normale, credo sia una cosa inconscia, so solamente che sto bene, mi sento me stessa e non potrebbe essere altrimenti, scendo dal palco e mi accorgo di essere cambiata, di tornare ad assumere la maschera, parti dal presupposto che ogni persona è timida, chi al 20 chi al 50 %… nella vita è normale esserlo, il palco ti libera, non sei più timida, è una specie di metamorfosi. Il calore del pubblico, gli applausi, le emozioni sono cose ben accette, ti fanno sentire viva! Quindi mi definisco io stessa un animale da palcoscenico.
P.D.B: Sentirsi difformi nella propria quotidianità, veri solo davanti mille occhi seduti che guardano, rivelarsi a persone sconosciute, mi fai pensare che la tua vita reale allora è solo lì, sul palco? Sono importanti le emozioni, soprattutto riuscirle a donare, quanto ti riempie questa cosa? Riuscire a trasmettere quello che poi in fondo si è anche recitando un personaggio?
Enza Molinari: Ti rispondo con Pirandello “uno, nessuno e centomila”… Cioè noi nella realtà assumiamo mille maschere, e mille ne assumeremo: una al lavoro, una con tuo marito, una con i tuoi genitori, una con gli amici, ecc.. ecco il perché di non ritrovarsi nella realtà. Il palco è finzione, è in essa che puoi divertirti a proiettare i tuoi sentimenti più nascosti che nella vita non riesci a presentare. Non a caso si dice che i migliori attori sono timidi: non conformi con la realtà circostante, perché la società, la realtà ti pone dei limiti, tu devi comportarti come essa ti detta. Questo fa capire come siamo chiusi, come la gabbia che ci attornia stia diventando sempre più grande. Il palco ti permette di abbattere questa gabbia e di essere realmente te stesso, con le tue passioni. Naturalmente non parlo di vita reale, calma! Parlo di proiezione di passioni inconsce… la vita reale è un altra, e lasciamola lì! Le emozioni sono importantissime, perché riguardano la sfera intima di noi… emozionandosi, emozionando il pubblico è una cosa meravigliosa. Dal calore del pubblico trai il sostentamento per andare avanti, tutto lì sta. E’ un po’ quello che dicevo prima “animale da palcoscenico”: vivere attraverso il pubblico, l’adrenalina e le emozioni. Naturalmente per me ciò è importantissimo. Senza emozioni non potresti far nulla, soprattutto ad una disciplina come il teatro. Cavolo se è bello! Beh la recitazione e un po’ come vedere un film o sentire una canzone, alla fine è lo spettatore che deve cogliere la fine dell’opera. Ognuno avrà la sua d’interpretazione, ed è bello così. Consideriamo che queste discipline nascono per proiettare le passioni inconsce di noi tutti, perché è solo sul palco che potremmo sfogarci con cose che nella società non potremmo fare, perché non accettate. Comunque nella maggior parte dei casi il messaggio arriva, ma ad ognuno il proprio.
P.D.B.: C’è un ruolo che ti è piaciuto più di tutti? Un passo di un testo che ti ha conquistato particolarmente?
Enza Molinari: In realtà mi sento più portata per le tragedie, i ruoli forti, che ti caratterizzano. No, non c’è un ruolo che mi è piaciuto più di tutti… un attore deve mettersi in gioco e per farlo deve interpretare qualsiasi cosa gli capiti per le mani. Ma un passo a voi lettori lo dedico, anche se non vi dico cos’è, dovete capirlo voi: “L’avidità ha avvelenato i nostri cuori. Ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotto a passo d’oca fra le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà. La scienza ci ha trasformato in cimici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità. Più che abilità ci serve bontà e gentilezza, senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. La televisione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la fratellanza dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di persone donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli u omini di torture e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero”.. può bastare?
P.D.B.: Leggo sei studente di cultura teatrale nonché prossima alla laurea, che progetti hai oltre la recitazione?
Enza Molinari: Si sette esami dovrei aver finito, mi piacerebbe scrivere in un giornale magari, ho già collaborato con diversi giornali web e non ed è davvero una esperienza singolare. mi piace scrivere, perché tramite la scrittura riesco a mettere fuori una parte di me, una sorta d’identità la riconosco nello scrivere.
P.D.B.: È prossima tua una pubblicazione, ce ne vuoi parlare?
Enza Molinari: Ho deciso di pubblicare un libro lo so sono giovanissima probabilmente dovrò fare esperienza ma mi andava. “Replay, la storia non insegna”, la storia di eroi, la storia siamo noi, sembra una frase di una canzone ma non è così, parla della storia che imperturbabile si ripete, stessi errori stesse tracce. Siamo noi che facciamo la guerra, la respiriamo nascendo, e così che si conclude il mio breve saggio. Devo ringraziare l’agenzia letteraria Centro Studi Antonio Lucarelli, che mi ha dato la possibilità di realizzare parte di questo sogno, E’ un agenzia aperta da poco. A pochissimo prezzo da la possibilità a chiunque voglia cimentarsi con la scrittura, di pubblicare un libro. Se avete un sogno nel cassetto non vi basta che contattarla!
“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”
Written by Pietro De Bonis, in Marzullo
https://www.facebook.com/pietrodebonisautore
Complimenti vivissimi al giovane talento e all’intervistatore, bella la chiusa.. (“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”)
Grazie Paolo! :)
Non se ne può più di editoria a pagamento! L’editoria vera è ben altra cosa.
Rossella, vorrei spezzare una lancia verso l’evoluzione di ogni disciplina! Se non si accetta il presente non lo si può di certo cambiare perchè non lo si comprende pensando a “com’erano le cose tempo fa”. Guardiamo al futuro, non al passato.