“Non riattaccare” di Alessandra Montrucchio – recensione di Fiorella Carcereri
Alessandra Montrucchio è nata a Torino nel 1970. Nel 1996 ha vinto il Premio Calvino e ha pubblicato con Marsilio la raccolta di racconti “Ondata di calore”, seguita nel 1998 dal romanzo “Cardiofitness” da cui è stato tratto l’omonimo film.
“Non riattaccare” (Marsilio, 2005) più che un romanzo è una corsa contro il tempo che si consuma in un’unica telefonata della durata di poco più di sei ore, tra le 2.18 e le 8.31 del mattino, la corsa della protagonista per salvare la vita a quell’unico amore.
Due e diciotto
Squilla il telefono e, si sa, una telefonata a quest’ora di notte può significare poche cose…una disgrazia a un familiare o a un amico…oppure lui. Ed è lui, infatti, la voce sconvolta, all’altro capo del filo.
Lui l’ha lasciata, ma lei non lo ha mai dimenticato.
“Vuoi sapere come sono le mie giornate da quando mi hai lasciata?…Mi sveglio ed è atroce, perché sbatto contro una vita senza di te ed è peggio che sbattere contro un muro, è come sbattere contro una sega accesa, e se mi alzo non è perché voglio alzarmi, anzi, se andassi ‘dove mi porta il cuore’ morirei di abulia, mi alzo soltanto perché se resto a letto la sega si incanta e continua a tagliarmi e rimandarmi indietro, a tagliarmi e rimandarmi indietro, e allora mi alzo e mi dico dai, la sfida di oggi è arrivare all’ora di pranzo, perciò metto su il caffè e dedico a ogni minimo atto meccanico un’attenzione paranoica, stare attenta che non si versi neanche un granello di zucchero mentre lo verso nella tazzina e stronzate simili, almeno così guardo meno la porta e non penso troppo alla tromba delle scale, e finalmente arriva l’ora di pranzo e per un istante, per un solo pazzesco istante mi sento euforica, ebbra, ce l’ho fatta! ce l’ho fatta! Ma poi l’istante passa e passa anche l’ora di pranzo e davanti agli occhi mi si para un demone degli inferi, la consapevolezza che devo ancora affrontare tutto il pomeriggio e tutta la sera …butto per terra delle cose e le rompo e così ho qualcosa da fare, raccogliere i cocci, e ho anche un dolore diverso perché quelle cose le amavo e le ho sacrificate per niente, o magari faccio per ore lo stesso movimento sperando che mi ipnotizzi, o mi purifichi…e alle dieci mi concedo un sonnifero e sparisco fino al mattino ”.
Una folle corsa in macchina da Torino a Ginevra, sul filo del rasoio, senza mai riattaccare, con l’incubo che cada la linea in una galleria, con l’ossessione di perdere l’altro per sempre.
Otto e trentuno
Finalmente è arrivata, lui la vede, si sorridono. Lei tiene ancora acceso il cellulare e lui le urla “Riattacca!”, tra le grida e gli scalpiccii dei presenti.
La trama del romanzo è coinvolgente, si dipana come un vortice al quale il lettore non può sottrarsi. E’ uno di quei libri che si iniziano e si terminano in una sola sera, un libro da assorbire voracemente attraverso i pori della pelle e fare proprio, fino all’ultima parola dell’ultima riga, prima che arrivi l’alba.
Written by Fiorella Carcereri
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