“Cose che nessuno sa” di Alessandro D’Avenia – recensione di Rebecca Mais
“E a quattordici anni sei un funambolo a piedi nudi sul tuo filo e l’equilibrio è un miracolo.”
Pubblicato nel novembre del 2011 dalla Mondadori, “Cose che nessuno sa” è il secondo romanzo (dopo il successo di “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, Mondadori 2010), di Alessandro D’Avenia.
La protagonista della storia è Margherita, una quattordicenne alle prese con l’inizio del liceo e con la fuga improvvisa del padre. Sono entrambe due situazioni che la destabilizzano profondamente e, complice il periodo adolescenziale, si sente completamente sola e disorientata. Fanno però improvvisamente capolino nella sua vita Marta, un’amica bizzarra, come la sua famiglia, ma affettuosa e sincera, Giulio, un ragazzo dagli occhi di ghiaccio capace di guardare nel profondo della sua anima e di sentirsi da lei ricambiato, e il professore di italiano e latino capace come pochi di coinvolgere gli studenti. E proprio quest’ultimo farà conoscere a Margherita l’Odissea e la straziante storia, che lei sente così sua, di Telemaco, orfano di padre, il quale non sa come comportarsi e arriva addirittura a dubitare di quel padre mai conosciuto.
“Quella storia deve piombare da fuori, come quando accade che i libri si scelgano e gli autori diventino amici a cui vorremmo telefonare alla fine della lettura per chiedere loro come fanno a conoscerci o dove hanno sentito la nostra storia.”
Ma non ci sono solo loro: abbiamo anche Andrea, il fratellino di Margherita, voce dell’innocenza, ed Eleonora, la madre, confusa e incapace di trovare una soluzione alla situazione creatasi a causa del marito. E poi c’è la nonna Teresa, siciliana, la saggia della famiglia, sempre in grado di elargire utili consigli e punto di riferimento della famiglia con una triste storia alle spalle.
“Nonna Teresa diceva le cose senza paura, così come stavano, anche al telefono. Aveva la sincerità schietta di ciò che è antico e forte: il mare, gli scogli, il sole e i proverbi.”
Ed infine Stella, proprietaria di una piccola libreria che cerca di far crescere il professore e di farlo emergere dalla finzione dei libri tanto amati da entrambi e tramite i quali il loro amore è nato.
“Un libro può contenere tutto il caos del mondo, ma le sue pagine sono cucite insieme e numerate, il caos non scappa da lì.”
Ciò che inizialmente parrebbe la classica storia adolescenziale, dimostra di essere molto di più. E’ un viaggio all’interno del complesso animo umano, è la sintesi delle paure di tutti i giorni, è un esempio di come sia necessario soffrire e scavare dentro se stessi prima di raggiungere la consapevolezza di ciò che ci accade ed eventualmente la felicità. E’ una storia di rinascita e di speranza che sorprende, fa sorridere e commuove intensamente.
“Quattordicianni è fragilità e non sapere come si fa. Ci sono cose che nessuno spiega. Ci sono cose che nessuno sa.”
Written by Rebecca Mais
Grazie mille per la bella recensione, Rebecca.
A.
Grazie a te Alessandro! Mi fa piacere sapere che la recensione ti sia piaciuta e ora non mi resta che leggere il tuo primo libro!
una chiara lettura che aiuta a cogliere la delicatezza e l’attualità di una bella storia.
fortunato
Ti ringrazio tanto Fortunato!!
Una recensione toccante quella di Rebecca, soprattutto quando dice che è necessario scavare dentro se stessi per raggiungere la consapevolezza di ciò che ci accade “ed eventualmente” la felicità.
Ti ringrazio Fiorella!!