Resoconto del concerto di Squarcicatrici al Linea Notturna, Cagliari
Resoconto del concerto del 14 Marzo 2012 al Linea Notturna.
Chi si ricorda “Freaks” di Tod Browning?
1932, una delle cose più marcie e inquietanti mai uscite sullo schermo. Mostri, mezzi umani, fenomeni da baraccone. Un ambiente tanto sordido da lasciare scorie perenni sullo spettatore indifeso. Una tragedia tutta reale, ma al margine dell’immaginazione.
HereIStay ci porta verso qualcosa di molto simile: Squarcicatrici. Un’accozzaglia di lunghe divagazioni. Energico contrabbasso, ripetitivo indispensabile. Viola tirata di tensione cosmica. Sax in vena di slanci che manco Bill Pullman in “Strade perdute“.
I tre elementi si ergono a denominatore comune per le fitte incursioni chitarristiche (non avrebbe potuto essere nient’altro che una Telecaster) tutte tra la patchanka e il bordello, e di un secondo sassofono di potenza afrocubana. Di tanto in tanto voci, o forse schiamazzi. Urla, dettature di tempo, sputi e lingue che si ingarbugliano, complice la birra, la barra e l’idioma dell’est.
O il gallico.
La rapsodia ipnotica non è mai stata così ruvida.
Menzione particolare alla sezione ritmica: distanziati/individuali/indipendenti eppure protagonisti sottointesi. In certi frangenti avrei voluto salire li su, stringergli la mano, avere due soldi per invitargli una birra, ospitarli a casa per una pasta aglioglio&peperoncino. Mega multieffetto a pennellare wah, insospettabili melodie e riffoni degni del miglior sole mediterraneo per lui, quadrature delineanate su accenni destabilizzanti, timbriche alleniane a imbastire scorribande da vicolo per lei.
Su “Afrotellacci” mi sono visto davanti un musical a New Orleans. Bare semoventi ruotavano galleggianti sui banchi del Mississippi. Tra le vie, cadaveri ben vestiti ancheggiavano uno zombimambo. “Pilhar fraqueza” sono le bestemmie di Belzebù ubriaco di rakija quando si perde fra i sensi unici di Sassari. “Garota” un coro di piccoli brasiliani cosparsi di fango. “Al’arabiya” l’insabbiamento di una balena che si dispera, sberciata, per aver salva la vita. “J’ai faim, Jessie!” è lo stesso tema che si sentiva in “Chicken Park” quando Jerry Calà saliva in un taxi, con i soffi funerei di Jacopo Andreini che, trasformatosi in lupo mannaro, inneggia il suo assolo al faro pieno come fosse una luna. Il pezzo d’addio: “Jour d’amandes“, un giro in macchina con un killer psicopatico, sei con lui, ma non hai paura. Anzi, gli dai una mano, gli tieni il coltellaccio, complice e spettatore. Fai il palo, scuro come la morte.
Per dire.
E “Mbizo“? Non ci sono parole.
Sornioni, complici. Magia e incanto, li vedevi fermi, uno per uno, ogni tanto.
“Che facevano? ”
E’ presto detto: si ascoltavano. Modulavano, gettavano l’orecchio alla jammata per sapere in che punto inserirsi. Ci stavano dentro, come dicevano quelli dello spot Spuntì. Fratellanza. Fratellanza e tanto sudore dentro questa scalettona da domenica sportiva.
E leggendo uno si chiede: “Ma quanti cacchio erano?”
Erano in cinque.
Roba da “Octopus garden“.
Per questo si è formato un fossato tra il palco e gli astanti. Qualcuno aveva paura che un archetto gli andasse dritto nell’occhio. Un ensemble composito, frullato, sferragliante, a volte anche di maniera, ma sempre in tiro. Il miglior spettacolo di ombre cinesi non gli avrebbe reso onore.
In tiro era anche quell‘individuo coi baffetti che si aggirava nel fossato, unico indomito, per guardare tra l’ansimante/erotico e il furtivo/minaccioso chi più lo interessava, compreso il sottoscritto, senza dire mai nulla. Beccato: regalò i cioccolatini ai ragazzi di The Chap. Poi è andato da Andrea Caprara e ha svuotato lo zaino. Tra la burrumballa ecco che spiccano il sapone liquido celeste (squirt dispenser) e una copia del Baratto, che Piero Spitilli si affretta a leggere nella pagina “Annunci per cuori solitari“.
Nel gioco la bruttezza, lo spigolo.
Come un viso che mostra i connotati al posto sbagliato, Squarcicatrici incuriosisce. Anni luce dal concetto di pop, vicinissimi all’emicrania post influenzale, non puoi farne a meno.
C’è chi si spara due, tre splatter giapponesi a notte, non mi venite a dire che lo chiamate piacere. Si tratta di amore per il diverso: la muffa sul gorgonzola, la puzza di benzina, grattarsi a sangue. Farsi un po’ del male. Leggere De Sade.
E anche la nottata in cui il concerto era inzuppato non è stata dell’aspetto migliore. Iniziata grassa come un porchetto natalizio e scesa in un men che non si dica nel più secco degli stecchini per stuzzicarsi i denti.
Eppure, ne è valsa la pena di essere trattato come la merda, impedito nel lavoro, adocchiato come un topo di fogna.
Perché alla fine l’ho fatto ancora una volta.
L’ho fatto lo stesso, e di nuovo gratis.
Mi è piaciuto ugualmente.
Personalmente adoro il brutto, il ruvido, l’asimetrico. Mi ci crogiolo.
Per chi conosce il mio viso. Quella piccolissima faccia da maschera commedia degli equivoci.
Una commedia umana di uomo.
Che brutto. Che sporco. Mal vestito. Idiota.
Tutto un trinco, tutto un buco. Un gallo malconcio.
Ma non sono io, sono Squarcicatrici.
Perché il brutto può essere brutto, ma anche fascinoso.
Parata di personaggi menomati:
Was, ma quando cazzo suoni?
Giaime degli Andiperla senza barba e senza patente
Perle Ai Porci: “IO SONO PERLE AI PORCI!”
Il vecchio gentleman, presenza fissa di HereIStay
Michelangelo dei Padrini, che ringrazio immensamente, mi presenta il miglior cantautore della storia:
Toni Compilation e la sua racconta degli ultimi tre dischi
Titti, Oscar miglior cattivo non originale
Alessia che sta arrivando a sistemare tutto
Marco Bonacci, chiude le palpebre e si vede davanti la home di facebook.
Fabio dei Plasma Expander (l’uomo dietro tutto questo) e le sue foto serie da scriverci sotto N.M.
Fabrizio con i suoi 50000 euro
John la Cosa
Riccardo il parrucchiere: “Come vaneggiare senza drogarsi!”
Piermario e il suo occhiolino
Dainocova: per lui solo mazurca e chachacha
Scaletta:
“Zeoso”
“Bossa X”
“A1”
“Afrotellacci”
“1000 7/8”
“Pilhar fraqueza”
“Garota”
“Mbizo”
“Izgubljen sambetta”
“Al’arabiya”
“Toto’”
“J’ai faim, Jessie!”
“Birra & pici”
“Sono ‘briao e passano gli aerei”
“Jours d’amandes”
Foto di Paola Corrias
http://www.flickr.com/photos/paolacorrias/
Testo di Alessandro Pilia
http://www.facebook.com/profile.php?id=1422829837
Info Squarcicatrici:
http://afoforomusicclub.blogspot.com/2010/06/squarcicatrici.html
http://www.facebook.com/pages/SQUARCICATRICI/184434234990304
http://sgrmusiche.wordpress.com/
Oggi venerdì 16 marzo gli Squarciatrici saranno al Fargo, Villacidro (VS)
Domani sabato 17 marzo a Sassari
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