Resoconto della presentazione di "Cafè Bizarre" di Mario Pischedda a Cagliari, Cineteca Sarda
Cagliari. Giovedì 5 maggio 2011, alle 19:30 presso la Cineteca Sarda in viale Trieste 126, si è svolta la presentazione di un libro molto particolare ed innovativo che ha visto la sua genesi sul social network Facebook: “Café Bizarre”.
L’autore, Mario Pischedda, ha organizzato per i partecipanti dell’evento una presentazione audio-visiva e recitativa del libro.
“Café Bizarre”, edito nel 2011 dallo stesso autore, è un “pre testo” cioè un testo che viene prima, un’occasione di condivisione e conoscenza. “Cafè Bizarre” non è disponibile in libreria e non ha un prezzo di copertina, l’autore lo cede volentieri con uno scambio, con il vecchio baratto.
I lettori interessati inviano qualcosa di caro ed utile per aver in cambio il “librottino” dalla copertina nero opaca.
All’interno 71 brani, più il 71 bis. Mario Pischedda si è soffermato sull’importanza di questo numero nella sua vita e dei suoi progetti futuri, anche cinematografici, che vedono il 71 come oggetto di riferimento artistico.
Il tempo è un altro fattore determinante ed, infatti, vediamo come in “Cafè Bizarre” ci sia un arco temporale ben definito che va dal 22 agosto 2010 al 29 settembre 2010, con indicazione precisa di orario.
Tempo determinato e valore dell’istante.
Il valore dell’istante è stato ribadito anche durante la presentazione con la proiezione di alcuni video proiettati preparati ad hoc che comprendevano una lettura di un brano da parte dell’antropologo Bachisio Bandinu, fotografie varie in successione, ambienti oscuri, con un audio che ha visto come protagonista una telefonata con Enrico Ghezzi e le musiche di Magnetica Ars Lab.
Tre lettori si sono datti il cambio sul palco: Alberto Lecca, Arnaldo Pontis e Roberto Belli. Mario Pischedda, seduto in prima fila, filmava e fotografava ciò che accadeva con estrema curiosità.
“Mi aggiravo, mi aggiro da solo attorno al faro bianco, tra sterpi e pruni, graffio le caviglie. Il mare stridulo e salmastro, il vento porta la solitudine del mare immenso, rotondo, sto nella riva pietrosa, un angolo fuori, l’acqua che accoglie il lavacro, mi immergo per la purificazione del corpo, della mente, per staccare dal mondo, per non sentire, per non vedere, per condividere l’acre e il selvatico, la terra nuda, la sabbia, la polvere, il sabbione, le pietre che pungono, sto supino sotto il ginepro aspro e contorto, il vento, il mare, le pietre, la solitudine, il silenzio, l’acqua,” – “il faro bianco”
MOTTO: Donare. Donarsi.
Info
Fotogallery Manuela Quatipua Collu
Recensione di “Cafè Bizarre” QUI.
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