Intervista di Alessia Mocci a Chiara Elia ed al suo “un freddo febbraio, un piovoso marzo ed un caldo aprile”

“un freddo febbraio, un piovoso marzo ed un caldo aprile”, edito dalla casa editrice Altromondo Editore, è la prima pubblicazione della promettente Chiara Elia. Chiara scrive dall’età di sette anni e ha sempre capito qual’era la sua strada: scrivere, trasmettere attraverso le parole le proprie emozioni ed i suoi pensieri. Il mestiere dello scrittore di certo non è semplice ma è la passione che anima questi personaggi per continuare in un mondo che non vede al primo posto la cultura e soprattutto la poesia. “un freddo febbraio, un piovoso marzo ed un caldo aprile” è suddiviso in tre parti fondamentali che riflettono l’animo dell’autrice, troviamo infatti “febbraio”, “marzo”, “aprile” tre mesi e tre stati che evidenziano il cambiamento di un rapporto amoroso. Il libro è autobiografico.

Chiara Elia è stata molto disponibile nell’aver accettato di rispondere ad alcune domande. Nuona lettura!

A.M.: Quando nasce la passione della scrittura in te?

 

Chiara Elia: Scrivo poesie da quando sono piccola.  A sette anni le pubblicavo sul giornale romano di quartiere “Il Caleidoscopio” di Giovanni Bellocchio. In quel periodo avevo iniziato a stilare per gioco anche la mia prima favola.  Durante gli anni ho continuato a scrivere, ed ora sto provando a tirare fuori i frutti dall’intimo cassetto, vediamo cosa succederà !?
Già questo mi riempie di gioia, perché sento che scrivere è la mia strada e ciò mi rende serena.

 

A.M.: “un freddo febbraio, un piovoso marzo ed un caldo aprile” è la tua prima pubblicazione? Che emozione hai provato quando hai tenuto in mano per la prima volta il libro?

Chiara Elia: Sì, “ un freddo febbraio, un piovoso marzo ed un caldo aprile ” Altromondo Editore (2008) è la mia prima pubblicazione. Appena il libro mi è arrivato a casa ho provato una grande allegria e soddisfazione.  Per me era come tenere in mano un inaspettato tesoro, perché potevo vedere per la prima volta un libro vero che conteneva la mia creazione e sorriderne, mi sentivo con il cuore colmo di prima realizzazione letteraria, la pubblicazione mi irradiava una bella e particolare sensazione di libertà. Ho condiviso la grande gioia con la mia famiglia, orgogliosa di me.

A.M.: Perché utilizzare la poesia per raccontare una storia d’amore?

Chiara Elia:  I miei nonni scrivevano poesie, e credo di aver ereditato da loro la voglia di raccontare le emozioni attraverso i versi poetici. Per me la poesia è una spontanea forma di comunicazione, che mi rende accessibile la parte più profonda ed intima di me stessa. Secondo me la ricerca poetica è uno scavare negli “abissali” sentimenti, cogliendoli con le parole ed espressioni linguistiche più confacenti alle diverse emozioni. “Abissali” nel senso di intimi, non nel senso di bui-negativi. La mia “poetica” è quella di scrivere con il cuore, raccontando le mie emozioni, cercando di trovare la giusta sintesi tra parole e vari sentimenti.
Non cerco rime e pleonasmi, ne strutture rigido-accademiche. Mi piace scrivere con libertà, guidata dal “sentire”.

A.M.: Un libro ed un diario. Oltre al tema dell’amore ci sono altri fili conduttori presenti ne “un freddo febbraio, un piovoso marzo ed un caldo aprile”?

 

Chiara Elia:  Sì, c’è il tema dell’abbandono, del ricordo e della speranza. I mesi di febbraio, marzo ed aprile del titolo sono la metafora di tali stati d’animo, che grazie alla formula della scrittura a mo’ di diario, si legano tra loro con le date a piè pagina, dando vita ad una storia emozionante, con un inizio, una parte centrale ed una fine, che tiene il lettore attaccato al libro fino alla fine; almeno ciò è quello che mi hanno riferito le persone che lo hanno letto.


A.M.: Con “un freddo febbraio, un piovoso marzo ed un caldo aprile” hai vinto un importante premio. Ci vuoi raccontare qualcosa in merito? C’è stato qualche aneddoto particolare?

 

Chiara Elia: Con questo libro nel 2009 ho vinto il 1° premio poesia concorrendo al “Premio Internazionale Giuseppe Sciacca VIII Edizone”. La premiazione è avvenuta presso Città del Vaticano, nell’ Aula Pontificia dell’Università Urbaniana, al cospetto di illustri ospiti.
Mi ricordo che mentre stavo entrando con la mia famigliari nell’ Aula Pontificia per presiedere alla premiazione, mio fratello Alessandro m’ha chiamato, mostrandomi chi ci stava camminando accanto: era l’onorevole Giulio Andreotti!
Questa è stata per me un’esperienza molto gratificante.

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Altromondo Editore?

Chiara Elia: Continuo a ringraziare la casa editrice Altromondo Editore, che per prima ha creduto in me. Mi sono trovata bene con il loro lavoro di editing e di impaginazione.
Mi piace la foto della copertina del libro che hanno scelto, perché è stato un buon compromesso tra la mia idea, l’ immagine di un quadro del pittore surrealista Magritte, dove figura una finestra con i vetri pitturati di cielo e di nuvole bianche, semiaperti, attraverso i quali si intravede il buio, e la voglia di rappresentare un’idea d’ intimità piena di speranza, che già la storia del libro suggeriva da sola. Le numerose volte che ho presentato alla casa editrice le mie idee più varie, per la promozione del mio libro, questa mi ha appoggiato, fornendomi la possibilità di realizzare diversi eventi ed iniziative, pubblicizzando in questo modo il libro.

Vi lascio qualche link per conoscere meglio l’autrice e la sua pubblicazione:

http://www.facebook.com/chiara.elia.eliosnightlove

http://www.altromondoeditore.com/shop/home/detail/307

 

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