Intervista di Alessia Mocci a Claudio Galletto ed al suo “In Nome della Croce”

In Nome della Croce”, edito nell’ottobre 2009 dalla casa editrice Cult Editore, è un romanzo reality che si snoda tra il mistery e la storia.

 

L’autore, Claudio Galletto, inizia la stesura per un articolo su una casa di Monteferrato, ma scopre un’intricata vicenda che risale siano a Napoleone.

Nasce in questo modo “In Nome della Croce”.

Il libro trasporta il lettore in pagine di fatti realmente accaduti e che non hanno nulla da invidiare ai romanzi fantasy, la tensione è fortissima e la curiosità pregnante.

L’autore è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune nostre domande e non ha tralasciato di lasciarci in un profondo stato di mistero e di curiosità.

Buona lettura!

 

A.M.: Quando nasce l’idea di scrivere “In Nome della Croce”?

Claudio Galletto: “In Nome della Croce” è il frutto di una concatenazione di coincidenze che ha investito la mia vita negli ultimi quattro anni. Un romanzo arrivato senza essere stato cercato, una trama non costruita dal nulla a tavolino ma compostasi come un enigmatico puzzle giorno dopo giorno. Per risalire all’inizio di quest’avventura bisogna fare un passo indietro nell’inverno 2005-2006. Mi era giunta all’orecchio la voce riguardante una casa, situata sulle colline del Monferrato piemontese che, gli anziani del posto sostenevano essere stata luogo di dimora di una benestante famiglia di paese la quale avrebbe intrecciato legami sempre più intensi con i protagonisti del Risorgimento, da Cavour al re Vittorio Emanuele II, senza dimenticare, prima ancora, Napoleone. Una “chiacchiera” di pochi, quasi del tutto caduta nell’oblio. Ho pensato, da giornalista quale sono, che avrei potuto scrivere un articolo di approfondimento locale, niente più. Invece è stato il punto di partenza di un travolgente vortice di eventi in cui mi sono trovato completamente immerso. Quando la storia, giorno dopo giorno, si è arricchita di elementi sempre più forti non sono più riuscito a fermare questa curiosità. Mi sono trovato ad indagare e viaggiare tra pietre preziose maledette, intrighi ed incontri clandestini e, non ultima, la storia di confische di beni religiosi che riporta indietro al Medio Evo.

A.M.: Finzione o realtà? Che cosa dobbiamo aspettarci da questa tua pubblicazione?

Claudio Galletto: “Un romanzo di finzione? Non esattamente. Personaggi, luoghi e tragedie non sono inventati. Andate sul posto e chiedete. Ma non spaventatevi delle coincidenze.” Questa è la frase che ho scelto per la quarta di copertina del romanzo. In essa è racchiusa l’essenza del romanzo e da essa partono tutte le riflessioni. Non si può certamente dire che il “In Nome della Croce” nasca da una finzione. Tutti i luoghi del romanzo sono esistenti e sono effettivamente i posti toccati dal racconto. Così per i personaggi e le vicende. E forse proprio questa realtà, di fronte ad un innegabile alone di incredulità e mistero che avvolge la trama, è fonte di interrogativi ancora più profondi…

A.M.: Quali sono i protagonisti principali di “In Nome della Croce”?

Claudio Galletto: Racchiusa in quelle tre pietre preziose, c’è una forza incontrollabile. Eccola la protagonista assoluta, il fato che muove ogni pedina, ogni attimo del romanzo. Sono stelle di una luce che sin dai tempi delle Crociate guida gli eventi e le mosse di chi ne entra in possesso. Brillano e promettono ricchezza fino a spegnersi e segnare l’ora della morte. La sepoltura di una Contessa e delle stelle assassine, in un piccolo borgo di campagna del Piemonte sabaudo, avrebbe dovuto porre fine alla dannata eredità dal passato. Ma questa convinzione si rivela solo un’illusione. Quando Napoleone torna in Piemonte la maledizione si riaccende. Le vittime sono le donne di una benestante famiglia: i Cassone. Tre donne di tre generazioni, una per ciascun gioiello. Ecco le protagoniste “umane”, le cui vicende si intrecciano con quelle di altrettanti personaggi influenti dell’Ottocento. Cosa lega Napoleone, il Conte Cavour e Vittorio Emanuele II a queste donne? La risposta va nella direzione del titolo del romanzo. Si dice infatti che la Chiesa ben conosce le stelle e le cerca ostinatamente perché sa quanto gli siano nemiche. Da dove vengono queste pietre maledette e perché si servono delle loro vittime per punire la Chiesa? Una domanda chiave che attraversa le vicende delle tre donne le quali vivono in prima persona insieme al lettore la corsa verso una fine irrinunciabile… e forse non del tutto tale.

A.M.: A livello concettuale, quali sono gli artisti che ti hanno instradato nel tuo percorso letterario?

Claudio Galletto: Quando ho capito di essere davanti ad un romanzo, questo era praticamente già realizzato. Occorreva solo più scriverlo ma il racconto esisteva già. Non ho avuto modo di ispirarmi né di cercare esempi fuori da questa storia. È stata un’esperienza letteraria a sé, tanto intensa ed indipendente dall’inizio fino alla fine. Diverso è per le altre attività che seguo, anche nella scrittura. Ricordo con piacere la ricerca simbolica ed il senso della scoperta nel Romanticismo, ma anche il brivido delle letture gotiche, e poi come dimenticare il fascino del Medioevo.

A.M.: Ci sono autori emergenti che ammiri e segui?

Claudio Galletto: Nelle mie letture mi piace spaziare e cercare nomi anche poco conosciuti. Non mi sentirei di fare nomi in particolare. Ogni romanzo che ha una sua profondità è in grado di colpire indipendentemente dalla sua “penna”. Credo sia importante partire dal racconto per scoprire l’autore e non viceversa.


A.M.:
È stato complesso trovare una casa editrice disposta a pubblicarti?

Claudio Galletto: Prima di pubblicare “In Nome della Croce” non avevo idea di come muovermi nel mondo editoriale odierno. E, ho da subito imparato a conoscerlo. Questa esperienza mi ha fatto arrivare ad una conclusione: può essere anche non affatto difficile dare alle stampe un libro se gli unici obiettivi sono quelli di vederlo realizzato in poco tempo e di agitarlo dinanzi ai propri conoscenti. Una soluzione si trova, a costo di finanziare in toto la pubblicazione. Ma è – e deve essere necessariamente più difficile – se l’autore punta e vedere riconosciuto il proprio progetto più che il suo nome. Ci si scontra con la selezione, i tempi, la contrattazione. Insomma, è più complesso? Sicuramente ma il mondo è pieno di prove da superare.

 

Non perdetevi dunque le presentazioni di “In Nome della Croceche come giustamente sostiene l’autore sono sempre molto fantasiose e lasciano un alone di mistero negli spettatori.

 

Written by Alessia Mocci

 

Info

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