14 Aprile 1912/14 Aprile 2012 Il Titanic cento anni dopo: una nave diventata patrimonio dell’umanità

Dopo solo cento anni il mondo si prepara a celebrare una tragedia umana senza precedenti, un evento che ha cambiato la vita di molte persone e che ha regalato ai suoi passeggeri la leggenda. Oggi 06 aprile 2012 esce in tutte le sale cinematografiche italiane, il capolavoro che ha emozionato generazioni di uomini, un film scritto e diretto da James Cameron “Titanic” in versione 3D.

Alle 23:35 le vedette Frederick Fleet e Reginald Lee videro un iceberg di fronte alla nave, un avvistamento avvenuto a “occhio nudo” a causa della mancanza di binocoli.

Solo un istante per consegnare la nave alla leggenda ma anche alla fine stessa.

Dopo l’avvistamento Fleet suonò la campana tre volte, tre diversi suoni tra loro diversi. Questo è solo uno dei tanti simboli che i superstiti ricordavano fino a poco tempo fa, pensate l’ultima supersite è morta solo qualche anno fa e aveva pochi mesi quando accadde la tragedia.

Solo dopo poche ore, precisamente alle ore 02:20 del 15 aprile 2012 il “Titanic” si inabissò nell’acqua  portando con se oltre 1200 corpi tra cui quello del capitano Smith, del costruttore Thomas Andrews e gli otto membri dell’orchestra, i quali suonarono fino all’ultimo circondando di musica le ultime ore terrene di una nave definita “inaffondabile”.

L’ultimo brano suonato dall’orchestra fu una delle tre versioni della canzone “Nearer, My God, to Thee” questa piccola ma dolorosa certezza è stata data da Eva Hart che all’epoca aveva solo sette anni, la quale testimonianza è riportata tra le righe di Wikipedia.

Alle ore 2:15 le luci della nave si spensero per sempre fino all’ 1 settembre 1985 quando una spedizione congiunta franco-americana  condotta da Jean-Louis Michel e Robert Ballard localizzarono e fotografarono l’intero relitto a soli 22 km di distanza dal luogo dove si supponeva si trovasse. Esso giace a circa 486 miglia dall’isola di Terranova a una profondità di 3.787 metri su un fondale fangoso.

Ancora oggi a distanza di cento anni attorno al relitto giace una grande quantità di rottami. I corpi umani e i materiali deperibili come il legno sono stati divorati in brevissimo tempo dagli organismi marini.

Un recente documentario del 2003 diretto dallo stesso autore del film vincitore di undici premi Oscar, dal titolo “Ghosts of the Abyss” ha immortalato una serie di oggetti che testimoniano che li giacevano dei corpi, ossia delle scarpe anche di piccola misura, perché va ricordato che molte delle vittime erano bambini che appartenevano alla terza classe.

“Sembra di sentire ancora l’orchestra che suona o il capitano che incoraggia il suo equipaggio con la frase “Be English”, queste sono le parole che l’attore Bill Paxton dice nel piccolo sommergibile alla vista del relitto.

Un relitto che racconta la storia di una nave dei sogni e della speranza che in soli pochi giorni hanno regalato alla storia umana una pagina tragica ed emozionante allo stesso tempo.

Adesso il mondo a pochi giorni dal suo centenario è chiamato a salvare il relitto da una seconda morte e questa volta non per colpa di un iceberg ma per colpa della  natura.

A lanciare l’allarme è proprio Robert Ballad che scopri il relitto nel 1985. La natura potrebbe in soli venti anni dissolvere quello che rimane della nave, che dalle ultime foto sembrerebbe che molti oggetti presenti ancora all’interno della nave siano ancora intatti.

Ieri 05 aprile 2012 l’UNESCO ha inserito la nave nella convenzione sulla protezione del patrimonio culturale sub acquatico, inoltre il prossimo 08 e 09 aprile andrà in onda su Nat Geo Channel uno speciale sulla tegedia che ancora oggi regala delle emozioni indescrivibili.

Accanto all’articolo troverete una delle tante foto che saranno presentate domenica durante lo speciale e già pubblicate nel numero speciale italiano di aprile del National Geo uscito lo scorso 29 marzo, tra cui le scarpe che si trovavano all’interno della valigia di William Henry Allen operario di soli 35 anni della terza classe non sopravvissuto al disastro.

Una cosa è certa quelle 1500 persone morte sono ancora li, come dei  fantasmi che a distanza di cento anni proteggono e proteggeranno una nave simbolo di errore umano ma di leggenda umana.

Written by Giuseppe Giulio

 

 

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