“Opossum Animal Treasure Island” di Giuseppe Celestino: il presente che abita il vuoto

“Visioni residue, fratture; silenzi minimi. Una porta che sbatte e Lei non la chiude. Aspetta, dimentica; o, forse, teme il suono che farebbe una soglia, chiusa per sempre.” ‒ “Che non chiude” da “Opossum – Animal Treasure Island”

Opussum di Giuseppe Celestino
Opussum di Giuseppe Celestino

C’è un filo sottile, fatto di malinconie e chiaroscuri quotidiani, che attraversa la nuova raccolta poetica appena pubblicata da Giuseppe Celestino.

Undici anni dall’ultima pubblicazione ‒ il romanzo gotico “Du Demon”; undici anni in cui ha contribuito attivamente al dibattito culturale italiano, come direttore editoriale del Brand Undici Edizioni (che negli anni si è evoluto notevolmente) e come libraio a Casale Monferrato.

Oggi, Celestino ‒ non più mediatore della parola altrui, ma voce in prima persona – torna alle origini, con l’opera “Opossum ‒ Animal Treasure Island” (Edizioni Della Goccia); un insieme di testi essenziali, capaci di restituire il mondo nella sua concretezza fragile.

I versi, brevi e senza ornamenti, rimandano allo stile di Pavese e alla concretezza di Carver: i silenzi, i ricordi che ritornano come ferite mai chiuse, il paesaggio e le cose che diventano specchio interiore.

Una geografia interiore che dialoga con il presente e abita il vuoto; un viaggio intimo e intenso, in cui il linguaggio si fa strumento di osservazione e confessione. Ogni componimento è un piccolo frammento di vita che lascia intravedere la vertigine dell’esistere.

Una raccolta dal titolo particolare e significativo, il richiamo di un mammifero marsupiale americano, l’opossum, in riferimento al metodo che lo stesso animale utilizza come autodifesa ‒ il fingersi morto ‒ contro i pericoli; come un essere umano gettato nel mondo che non lo comprende e che, per sopravvivere, si finge appunto morente.

“Farfalla notturna Nel giradischi gira Chopin. Una farfalla urta il vetro e il suono è un tremito d’ali. Lei la guarda ‒ scura, come l’ombra dell’acqua quando il cielo ha paura. «Anch’io fui luce» sussurra, mentre l’insetto si spegne.”

E poi quel sottotitolo, Animal Treasure Island, che identifica una struttura da parco giochi ‒ come a criticare il tempo impiegato dalla società per distrarsi con il divertimento a tutti i costi, mentre l’individuo pensante ricerca il silenzio per analizzare i dissidi interiori.

Oltre cinquanta pagine di versi, riflessioni che possono essere condivise e nelle quali ritrovarsi, immagini da una parte universali e dall’altra più intimi ma comunque suggestive ed intellegibili.

Temi centrali l’Amore, la separazione, la distanza, la malinconia per irrisolte emozioni. Le sensazioni di impotenza di fronte al tempo e alle scelte, che separano le solitudini.

Giuseppe Celestino citazioni Opossum
Giuseppe Celestino citazioni Opossum

Ma non solo, questa raccolta poetica, “Opossum – Animal Treasure Island”, è anche musica in senso lato, percezioni, espressioni di meraviglia e di disappunto per ciò che vediamo e proviamo quotidianamente.

Un genere mai semplice, oggi ancora meno del passato, e solo quando la poesia ci coinvolge personalmente e profondamente allora dimostra di avere un senso per chi legge, per chi vi si approccia talvolta con riluttanza e incertezza, ma può bastare poco, una parola, un titolo, un verso per farci capire che quella lettura, quella raccolta racconta qualcosa di noi che rimarrà impressa per sempre.

“Opossum ‒ Animal Treasure Island” è acquistabile contattando la casa editrice Edizioni Della Goccia.

 

Written by Rebecca Mais

 

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