Contest letterario di poesia e racconto breve “Il sogno del brigante”
“Si riuniscono sovente nel cortile,/ aspettando la fine del mondo/ “pùro si lo sanno ca non vène”./ A volte è una scusa per ridere,/ per fare due chiacchiere,/ per spaccare quattro noci,/ per bere un bicchiere di vino./ Ogni ora è buona per fare il tressette:/ le donne sulla loggia a fare l’uncinetto./ […]” ‒ “Cose semplici” tratta da “Il sogno del brigante”

Regolamento Contest “Il sogno del brigante”:
1.Il Contest letterario gratuito di poesia e racconto breve “Il sogno del brigante” è promosso da Oubliette Magazine, dall’autrice Antonietta Fragnito e dalla casa editrice Tomarchio Editore. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Tema libero.
2. Articolato in due sezioni:
A. Poesia (limite 100 versi)
B. Racconto breve (limite 1000 parole)
3. Per la sezione Asi partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando (a fine pagina) indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione bisogna cliccare sulla casella.
Per la sezione B si partecipa inserendo il proprio racconto sotto forma di commento sotto questo stesso bando (a fine pagina) indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con racconti editi ed inediti.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione bisogna cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare ad entrambe le sezioni con una sola opera.
4. Premio:
N° 1 copia del libro “Il sogno del brigante” di Antonietta Fragnito edito a luglio 2025 da Tomarchio Editore.
Saranno premiati i primi due classificati per entrambe le sezioni.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 23 novembre 2025 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in chief)
Antonietta Fragnito (Poetessa e Scrittrice)
Giovanna Fracassi (Poetessa e scrittrice)
Carolina Colombi (Scrittrice e collaboratrice Oubliette)
Franco Carta (Poeta e scrittore)
Rosario Tomarchio (Poeta ed editore)
Simona Trunzo (Autrice illustratrice e collaboratrice Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.itindicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook.
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (Gdpr 679/2016). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione!
Racconto di mezzanotte – Sez. B – Accetto il regolamento
“Stiamo aspettando il fantasma della morte”.
Marieva mi guardò come se fossi pazzo,
ma quando il riflesso di quello che avevo appena detto
le sfiorò il cuore, comprese.
Scordava spesso.
Come tutti del resto.
Eravamo alla fine del paese abitato,
in una delle tante piazze di Pescina
e udimmo i primi rintocchi di campana
che annunciavano le 21.
L’atmosfera si stava condensando come nebbia,
e come a non dirlo la nebbia ci avvolse.
“Ti ricordi quel giorno?”,
“Si, certo che me lo ricordo Marieva”
“Ogni volta che vedo una civetta
tocco con mano il mistero”,
“Succede lo stesso a me”,
“Fabio… ne vedemmo una bianca e una nera.
Perché seconda te?”,
“Per confonderci amore mio.
Il mistero nasce per confondere, te lo sei dimenticato?”,
“E che cos’è poi il mistero? Nessuno lo sa…”,
“Già” risposi “Il mistero non ha forma,
perciò è veritiero”.
Restammo in silenzio per un po’, poi Marieva parlò di nuovo:
“E dell’assurdo? Che mi dici dell’assurdo?”,
“Che l’assurdo è contronatura. Per questo è reale”.
Marieva ebbe un brivido di freddo,
che in verità era un brivido di paura.
In quell’esatto istante trovammo il punto di sutura,
tra il mistero e l’assurdo,
ed era la paura.
Un insolito collante.
Il punto in cui s’incontrano tutte le strade.
C’è chi pensa che sia l’amore il collante tra tutte le cose.
Invece è la paura.
Un’Ombra si fermò davanti a noi,
ch’eravamo seduti su una fredda panchina,
avvolti nella nebbia.
“Stiamo aspettando il fantasma della morte”
disse Marieva all’Ombra e questa se ne andò.
“Che cos’è poi la morte Fabio?”,
“Io… suppongo che sia quello che pensiamo di lei”
“Non ce l’ha quindi una sostanza, la morte?”,
“Certo… la morte ha una sostanza,
ma ci lascia comunque credere quello che vogliamo credere.
Per questo è un fantasma.
Per questo spaventa”.
Ci fu un secondo rintocco di campana, erano le 22.
“Pensiamoci'” aggiunse “Che altro potrebbe essere la morte?”,
“È… la fonte d’ispirazione,
il dono che troviamo rovistando nel cassetto,
è il vestito delle anime umbratili”.
In quel preciso istante,
un gatto iniziò a miagolare, poi un altro e altri ancora.
Centinaia di gatti intonavano un funebre requiem.
La nebbia ce li nascondeva.
Quel lamento, come di innumerevoli bambini che piangono…
Silenzio.
In un secondo l’intero paese s’era ammutolito.
Bisbigli. Mormorii.
Qualcuno stava confabulando con un filo di voce.
Attendemmo.
Non era il fantasma della morte.
“Cosa credi che siano i fantasmi?” mi chiese Marieva,
“Sono specchi, dove gli uomini possono guardarsi e riconoscersi,
e possono ricordare…”,
“Ricordare cosa?”,
“Ricordare di essere vivi e di esserlo sempre stati”
Ancora bisbigli, sussurri, mormorii…
La campana ci avvisò che erano le 23.
La nebbia si diradò un pochino.
Il paese era congelato.
Sembrava che mai anima viva vi fosse stata.
Dietro di noi anche il fiume avanzava a passi lenti.
Chissà quali creature si aggiravano nei dintorni.
Chissà quali misteri celava la selva alle nostre spalle,
dall’altra parte del corso d’acqua.
Silenzio. Bisbigli e mormorii.
Giunse la mezzanotte.
Deserto.
La nebbia si diradò completamente.
Del fantasma della morte neanche l’ombra.
Nessuna traccia.
“Mi avevi promesso che a mezzanotte
saremmo andati a letto.
La sai che ho paura di perdermi l’inizio dei sogni”,
“Certo amore mio” risposi,
“Fabio”,
“Si?”
“Vuoi dirmi perché ogni notte di Halloween
ci ostiniamo a venire qui?”,
“Per incontrare il fantasma della morte, ovvio…”,
“Beh, io stanotte l’ho visto” disse convinta,
“Oh, anch’io” ribattei,
“Eppure lo sappiamo che i fantasmi non esistono”,
dopo aver pronunciato queste parole
Marieva abbassò lo sguardo
come se un vento malinconico l’avesse accarezzata,
“I fantasmi non esistono, per questo ci credo” le ricordai,
rialzò lo sguardo che adesso luccicava,
“Già… dimenticavo amore mio”.
Fissandomi dritto negli occhi mi disse tante altre cose,
cose che hanno senso solo a mezzanotte…
L’eclissi e i due mondi – sez. B – Accetto il regolamento
“Fabio… guarda!!” urlò Michela.
Il sole, in procinto di nascondersi tra le fitte foreste circostanti sembrava adombrato da qualche corpo scuro… verso destra… l’eclissi! L’eclissi aveva inizio proprio in quel momento! Era uno spettacolo da mozzare il fiato!
Fabio e Michela, preoccupati, guardarono il cielo, al quale, per un breve periodo di tempo sarebbe stato rubato presto il sole, e un brivido di paura scivolò come una goccia di ghiaccio lungo la loro schiena!
Notarono che il tempo era cambiato: grossi nuvoloni neri pronti a liberarsi del loro carico di pioggia si erano addensati nel cielo, che divenne buio, tetro ed incombente. Un vento gelido aveva cominciato a soffiare impetuoso e ad abbattersi sugli alberi delle foreste limitrofe.
Le foglie, trasportate dalle raffiche sibilanti, roteavano vorticose compiendo macabre danze.
Di colpo li sovrastò la luce abbagliante di un lampo ed il rombo cupo del tuono ancora lontano.
“Fabio, sento che c’è qualcosa di strano”, bisbigliò Michela.
Fabio non aprì bocca.
Si percepiva davvero qualcosa di insolito nell’aria.
Ad un tratto il ragazzo additò un punto in lontananza, nel nero e tempestoso mare che faceva sentire distintamente il suo sordo ruggito.
Le altissime onde schiumose che si abbattevano con ferocia sugli scogli, quasi volessero aprirsi un varco sulla costa, distruggendola con la loro potenza, avevano provocato la formazione di un gran numero di mulinelli, che turbinavano, pronti a risucchiare qualsiasi cosa avesse avuto l’imprudenza di avvicinarsi.
Ma così sembrava solo in apparenza, poiché in verità, nel loro interno appariva chiaro salisse in superficie QUALCOSA…
Nonostante l’oscurità si potevano infatti distinguere delle imbarcazioni che, incuranti del pericolo di finire sommerse dalle onde continuavano a procedere.
“Ma cosa ci fanno quelle barche in acqua con questo tempo? Finiranno in fondo al mare e quei pescatori moriranno tutti!”.
“Non sono pescatori Fabio!
Non sono imbarcazioni del nostro tempo, sono …”
Michela deglutì.
Allora anche Fabio capi: “Antichi pescherecci!” esclamarono all’unisono esterrefatti.
Erano proprio paranze, imbarcazioni fantasma, che ora, dopo anni ed anni, tornavano dall’aldilà, risalite dal fondo del mare.
“Guarda, ce ne sono delle altre!” gridò Michela.
Una miriade di paranze avanzava fra i flutti: un vero e proprio esercito oltretombale che, fiero e compatto, destava grande ammirazione e soggezione.
“Oh mio Dio!!” urlò Fabio al colmo dello stupore, “guarda Micky!”
Le paranze erano capeggiate da… scheletri, morti viventi abbigliati con stracci consunti dal tempo, bagnati fradici ed occupati a svolgere il loro “dovere di marinai”.
Cercavano di fare del loro meglio per impedire all’imbarcazione di colare nuovamente a picco e disperdersi.
Lo spettacolo che Fabio e Michela vedevano stagliarsi dinanzi ai loro occhi con sempre maggior nitidezza era quantomeno agghiacciante.
Questa volta non si trattava di un film ed erano loro i protagonisti di quella storia, sulla quale non si poteva ancora scrivere la parola fine.
Il varco era stato aperto: l’eclissi aveva squarciato il velo dei due mondi!
Nella stessa parte del mondo, nella stessa landa di terra, ora posavano piede umano e piede trapassato, di nuovo, dopo anni di lunga attesa, ora venivano nuovamente a contatto!
Abscissione
Lambisce foglie l’autunno, succhiando
virente clorofilla dalle spente
fronde; i caducifoglie riducono
fotosintesi, come me che cerco
di preservare le mere emozioni.
Alessio Romanini Sez. A Accetto il regolamento
ALBORE
Oggi come non mai(20/09/2025) parlare di “Liberazione”(la lettera maiuscola è d’obbligo), non è così scontato. La storia dovrebbe insegnare quanto è importante la libertà in ogni suo aspetto: fisico, politico, emotivo, psicologico… e i tre puntini di sospensione lasciano aperta un’interpretazione personale in base al vissuto di chi legge o di chi sta vivendo, purtroppo, situazioni in cui la “Liberazione” appare lontana e apparente come l’orizzonte. Dicevo che la parola “Liberazione”, non è così scontata visto gli eventi che stanno accadendo gli ultimi anni. Le due guerre che fanno molto discutere; quella fra Russia e Ucraina e Israele e Palestina(dov’è in corso un vero e proprio genocidio!); ma in realtà sono innumerevoli le guerre che continuano ad essere combattute in molte parti del mondo, però non riempiono le pagine dei giornali(perché hanno meno interesse geopolitico e aspetti economici appetibili). In una civiltà economicamente e tecnologicamente avanzata come la nostra; dove le informazioni non mancano (e neppure i passi da gigante che abbiamo fatto nei vari settori), soprattutto quello fisico/scientifico; mi domando come sia possibile che ancora oggi aleggi una nube tossica di indifferenza e odio.
Non riesco a comprendere come possa ancora esistere una differenza di genere: alimentata da vetusti stereotipi primordiali. L’uguaglianza, oramai, dovrebbe essere una delle principali basi dell’umanità; purtroppo ciò non avviene, perché ancora molte donne sono prive di questa mera libertà. Ma non capisco neanche l’intolleranza nei confronti di gruppi sociali o etnici, o di individui che hanno orientamenti politici o sessuali differenti.
Detto questo, forse, a causa della mia grande sensibilità, mi sento oppresso e prigioniero a vivere in questa società. Una comunità omologatrice; che tende a renderci marionette invisibili di un sistema corrotto dall’economia di Lobby e dei pochi ricchi che detengono il potere. Quello che osservo da poeta e scrittore è che la gente sembra degli “zombi” che si aggirano nella vita come radiocomandati. Pare che abbiano smesso di pensare, e non si accorgano di ciò che sta succedendo realmente intorno a loro. Mi sento soffocare, perché sento che sono privato della mia libertà! Quindi, nel crepuscolo del mattino, quando ad Est vedo sorgere il nuovo dì; mi reco sul mare per ascoltare la sua voce: la sua vera emancipazione. E guardo ad Est, sperando in una nuova luce di salvezza.
Alessio Romanini Sez.B Accetto il regolamento
accetto il regolamento e sez. A
Complicità
Complicità di filo spinato
Illogico susseguirsi di ombre
Lo spiare segreto del mare,
Sospetto mancanze di senso
Privazione improvvisa del senno
Libertà repentina nello scintillio degli sguardi
Cercarti nello sproloquio di miele tra le risa e l’ansimo di una corsa
Cosa sei? Rifugio nascosto tra pietra antiche della Lobra,
dolce sicario dell’ordinario, sacerdotessa di Cibele.
Roma 11 ottobre 25
Paolo Muscetta
CINZIA PANUCCIO SEZ.A
ACCETTO IL REGOLAMENTO
LA MAGIA DELL’AMORE
C’è un cielo pieno di stelle
dietro il sorriso di un non vedente,
c’è il sole che illumina le giornate
in un ospedale dietro le vetrate,
mentre giri sulla tua sedia a rotelle
come fosse la cosa più divertente,
c’è una luna che mi ruba un sorriso
mentre ti penso tra le nuvole del paradiso.
C’è un mondo che vive e che respira
dentro il battito di una bambina,
nel silenzio di un abbraccio
una luce così intensa
che scongela il mio cuore di ghiaccio,
c’è speranza dietro un gesto gentile
mentre ti libero dalle grate di un canile.
C’è amore in un petalo di rosa che si riflette nei tuoi occhi,
nel restaurare un vaso rotto raccogliendo i cocci,
in un filo d’erba che il vento accarezza,
e tu sfiori un granello di sabbia con umana gentilezza
o ascolti il mormorio del mare di una conchiglia
che del creato è una meraviglia,
si trova lì la felicità e la grandezza dell’umanità.
E mi soffermo
davanti ad un mondo che corre veloce
ma non si accorge delle meraviglie delle piccole cose
che sembrano non avere alcun valore
ed invece nella loro semplicità arrivano dritte al cuore.
E forse dovremmo rallentare ed imparare a sognare,
a farci trascinare dalla magia dell’amore
che così vasta da nascondere il dolore,
e forse questa è la chiave che apre tutte le porte
che separa la vita dalla morte.
Falliti con i fiocchi
In questo giro di vite la pittura
non si schiera, non morde
L’intonaco del viso non è un fondale di pesci – esci pure dai bordi
Traduci con urgenza
i venti del mattino
perché tu veda nella torba di ognuno
partiture, forbice e lancia
cotte sul fuoco di Medusa
Seminati addosso fratture d’oro
come a tracciarti sul corpo
fili gialli d’erba mossi
fame avorio di risposte
Trabocca di eccessi nella congestione dello stomaco
effetto collaterale colpo secco
Tu resta, orco e cavaliere
Fatti timone di acquatici abbagli.
*dedicato ad Henry James e alla young
American woman
Accetto il regolamento, sez. a
A-norma-le delinquenze(a)
Ah brigante
dimenticato ribelle
per converso
eguagli
coloro che rigetti
come bandito legalizzato
sperimenti adrenaliniche
ascese scorribande
esaltato dal peggio
eppur
rattristato dal meglio
ah brigante
di beni fluidi
di tesori tarmati
di possedimenti espropriati
di emozioni avvizzite
di chimere incenerite
di utopie sgretolate
di vite perdute
di anime trasmigrate
di amori trasdotti
di cuori estrogenati
di saperi liquefatti
di credi atrofizzati
di luoghi depauperati
di tempi perduti
…
Ah brigante
sprezzante di un ordine
eppure un altro parimenti imponi
fuggi la legge
dettando la tua legge
legge aneli
alle tue disarticolate asistemiche
regole
regolanti statuti usurpanti
tracimando di illegalità
…
Ah brigante
del come
del dove
del cosa
del chi
del quando
ritorni dove non torni,
ti fermi dove non ti fermi,
ami chi non ami,
aspetti ciò che non aspetti,
guardi quello che non guardi,
vai dove non vai,
stai dove non sei,
derubi chi non ruba
e chi è derubato.
Ah brigante
di improprie contraddizioni
Caron demonio
che traghetti averi ingrati
nei regni della perdizione
dei fuorilegge
e delle legge fuori
a riappropriarti
dove tutto è comunque
come sempre
anche se fosse
nulla cambierebbe,
del perpetuo perenne.
Ah brigante
brigantoso
tra il dire e il fare
c’è di mezzo
il brigare
…
e nulla è diverso
tutto si uguaglia
equalizzato conformemente,
tutto è in regola,
ed è furto
ed è spartizione
avulsa sperequazione.
Ah brigante
…
ut semper in saecula saeculorum.
scritta da tania Pizzamiglio il 11/10/2025