“Sangue e fango” di Paolo Moretti: una cronaca sul delitto di Erba
Alla fine abbiamo capito che avevamo solo due alternative: o andarcene o farli fuori.

Nel libro “Sangue e fango” documento di Paolo Moretti, cronista giudiziario del quotidiano “La Provincia” di Como, ripercorre il delitto di Erba.
Quando Olindo e la moglie Rosa hanno sconvolto tutti noi confessando di aver ucciso tre donne, un bambino e ferito un uomo con una stanghetta e un coltello.
Che bisogno c’è di un nuovo libro sulla strage avvenuta nell’11 dicembre 2006?
Perché rinvangare il tutto quando i colpevoli sono stati assicurati alla giustizia e stanno scontando la loro pena?
Per chi è “appassionato” di cronaca nera o chi, come me, segue questi eventi per lavoro, ha avuto modo di assistere a intere trasmissioni dedicate a questo fatto gravissimo. Soprattutto programmi che insinuavano dubbi sulla colpevolezza di Rosa e Olindo.
Per me non è stato difficile credere che due persone semplici, con un Q.I. non altissimo, potessero essere facilmente influenzabili, per fare in modo che confessassero pur di non essere divisi. Inoltre, viste le contro prove portate a supporto di questa teoria, i dubbi si sono fatti largo in me, così come credo che possano essere attecchiti anche in altre persone.
Da sempre la gente si divide in colpevolisti e innocentisti, accade in quasi tutti questi casi tanto eclatanti.
Ho voluto leggere perciò quanto aveva da dire Moretti ne “Sangue e fango”, in primo luogo perché ha seguito il caso da vicino e non come noi, dallo schermo della tv, dove chiunque può dire qualsiasi cosa.
In secondo luogo perché troppo spesso, in tv ci sono tante figure che, come ben troviamo scritto: “Dilagano da noi i cosiddetti “opinionisti”, che stanno come le uova di lombo alle uova del caviale.”
“Nei social uno vale uno: dunque, l’ignorante e il saggio hanno la stessa possibilità di influenzare chi ascolta”.
Moretti racconta tutta la vicenda, facendoci conoscere anche tante cose che non sono state dette. E, tutto ciò, porta a comprendere meglio cosa è accaduto e come è accaduto; sbugiardando alcune teorie.
Ci fa conoscere meglio i protagonisti della vicenda, soprattutto la famiglia Castagna, con tutto ciò che hanno dovuto subire, al di là della strage dei loro cari, come se già non fosse sufficiente. Infatti si era detto che un probabile colpevole potesse essere il fratello di Raffaella, Pietro Castagna: “La tempesta di fango è iniziata mesi prima. Quando in una trasmissione intitolata Tutta la verità hanno iniziato, all’improvviso, a puntare il dito contro di lui”.
Personalmente non ho mai creduto a questa teoria, se mi sono fatta un’idea “altra”, la mia andava in direzione di una vendetta nel mondo della droga.
Lo stesso Azouz Marzouk, padre, marito e genero di tre delle vittime, ha sempre proclamato l’innocenza dei coniugi Romano, puntando il dito sull’altra pista.
Vero che Azouz lo si è visto a un certo punto accompagnato a Fabrizio Corona perché: “La strage di Erba fa vendere. Fa audience. La presenza di Fabrizio Corona si spiega soltanto così”.
Tra il prima e il dopo la strage ci facciamo largo fra tutto quello che abbiamo visto, quello che ci è stato raccontato e i tasselli che mancavano per farci un quadro completo.
Fermo restando che gli avvocati della difesa ancora adesso hanno tentato di riaprire il caso per una revisione del processo: “Siamo sicuri di poter dimostrare che sono stati vittima di un clamoroso errore giudiziario”. Ma gli è stato negato.
Inoltre è ben chiara l’avversione verso quel tipo di giornalismo aggressivo che spesso io per prima ho contestato: “Quando i media alzano l’asticella senza alcun minimo di morale, il rischio è che finiscano per dire qualunque cosa”.
Per me è stato particolarmente sorprendente leggere questo testo perché i luoghi citati, li conosco benissimo; dalla clinica le Betulle che è sita nel mio paese, all’ospedale, al carcere che ho smesso di visitare proprio pochi mesi prima che Rosa e Olindo vi mettessero piede: “Il Bassone era già vecchio prima ancora che fosse inaugurato. È il destino di un po’ tutte le carceri italiane”.
Moretti vuole, con questo suo documento, combattere il complottismo o, come afferma nella prefazione Piero Colaprico: battere i terrapiattisti di Erba.
Leggendo mi sono convinta che possano essere effettivamente colpevoli, ma un paio di dubbi mi restano, che qui non sono stati chiariti: la signora Cherubini si dice sia stata colpita sulle scale, per poi trascinarsi nel suo appartamento al piano superiore e lì morire. Se le cose sono andate così non mi spiego come sia possibile che, nel suo appartamento, ci sia un importante spruzzo di sangue sulle tende e che queste presentino anche dei tagli da lama.
Inoltre per quale motivo le prove conservate sono state mandate all’inceneritore?
Queste le mie domande da avvocato del diavolo.
Comunque un ottimo lavoro che spazza via buona parte della nebbia che si è creata intorno a questo caso.
© 2024 Dominioni Editore
ISBN 978-88-98911-75-2
Pag. 265
€ 20,00
Written by Miriam Ballerini

