“Il costo della verità” di Ottavio Olita: un sindacalista sardo nel porto di Gioia Tauro
Facciamo luce nel giallo. Intraprendiamo un percorso tortuoso per arrivare alla verità. Perché La verità è sempre rivoluzionaria, come diceva Antonio Gramsci, e Olita riporta orgogliosamente nelle prime pagine del libro.
Facciamo luce sulla verità. Come entrare in una casa buia e illuminarla mano a mano. Entri in un ingresso oscuro e piano piano dai luce, così arrivi nella stanza dopo, a tentoni, finché non riesci a illuminarla per bene. Che ti dà accesso a quella dopo ancora per far dileguare anche l’ultimo residuo di buio.
Allora illumini un ambiente dopo l’altro, scoprendo sempre qualcosa che ti fa andare avanti in quello dopo, dove c’è ancora da dar luce e da capire, finché non hai rivelato tutta la casa con i suoi segreti e la sua verità. Ecco il percorso ideale del giallo che ti porta passo passo con nuove acquisizioni verso la soluzione finale, verso la verità finale.
Così l’ultimo libro di Ottavio Olita, “Il costo della verità” (Città del Sole Edizioni – 2019), è una ricerca della verità tappa dopo tappa con qualcosa che si risolve e qualcosa da scoprire più avanti. È il segreto del ritmo del giallo, che l’autore riesce a gestire così bene, che ti coinvolge nell’enigma della trama e ti tiene con una curiosità quasi candida fino all’ultima pagina.
In realtà il libro è una ricerca della verità su molti livelli. Lo spiega benissimo il grande don Luigi Ciotti nella prefazione. Che dice che la verità è libertà, rivoluzione, costo. Ecco che nel libro la ricerca della verità è un viaggio, nello spazio e interiore. È un movimento, una marcia anche senza eroi, e insieme una maturazione. Ecco il costo della verità, quella che rende liberi.
La storia è un vecchio caso che si riapre, sullo stile sempre più in voga di libri gialli e di godibilissimi telefilm. Il caso non risolto, su cui riprendere le indagini, in realtà è molto accattivante, perché solleva tutto l’interesse di un enigma senza quella ansia che possa succedere qualcosa di terribile da un momento all’altro.
Perché tutto ciò che poteva succedere è già successo, e quindi sei incuriosito senza stare sulle spine; e il giallo diventa quasi un giallo in un’area di confort. Cosa di meglio? Abile Olita a dargli una forma convincente.
La storia trova ispirazione, e per certi versi ripercorre, una vicenda realmente accaduta. Un sindacalista sardo viene inviato in Calabria per risolvere una vertenza sindacale. Una vertenza spinosa che poteva essere affrontata solo un uomo tutto d’un pezzo con la sua integrità e il suo carisma assolutamente limpido. Però in questa sua veste scopre qualcosa di scomodo e viene ucciso.
La polizia fa un’indagine frettolosa, o teleguidata, e archivia l’omicidio come delitto passionale irrisolto, lasciando la vedova e i due figli in grande difficoltà.
Dopo sette anni, quando i ragazzi sono diventati grandi, su impulso di un lascito del fratello del sindacalista, la famiglia decide di far riaprire le indagini per scoprire la verità e riabilitare l’ucciso. Se ne incarica un ufficio legale di Cagliari con i suoi investigatori.
L’inchiesta si sposta quindi in Calabria per scoprire che il sindacalista era stato ucciso perché stava facendo venire alla luce i traffici della ‘ndrangheta nel porto di Gioia Tauro. Non stiamo svelando niente perché questo è già riportato nel risvolto di copertina, e perché da qui la trama di dipana nel giallo e nelle vicende umane della famiglia con un ritmo sempre più incalzante e avvincente.
Sorprende la linearità dei personaggi, disegnati a tutto tondo, che sono perfettamente inseriti nel loro ruolo preciso senza cadere mai in contraddizione. Dove la famiglia stessa stessa sembra un protagonista unico che sa ben risolvere i contrasti attorno al focolare domestico.
E la verità alla fine viene centrata, o sfiorata, e, senza svelare niente, lascia al lettore il gusto di trovare dentro di sé il suo percorso di vendetta o di assoluzione.
Ottavio Olita, un volto noto del giornalismo televisivo, racconta tutta la storia diligentemente con una scrittura funzionale alle trame e al ritmo giallo. Molto efficace a portarci nella scena con taglio immediato, col piglio agile del racconto di cronaca, che dà quel senso di vita reale, di verità, appunto, che si cercava fin dal titolo.
Written by Pier Bruno Cosso