“La figlia della libertà” di Luca Di Fulvio: il coraggio di cambiare per noi e per gli altri
Una trama semplice. Tre personaggi che conducono le proprie esistenze l’uno lontano dall’altro: Rosetta, Rocco, Rachael.

Tre luoghi da cui tutto ha inizio: Alcamo, Soroncincy, Mondello.
Tre vicende che si ricollegano l’una all’altra come succede nella vita, c’è un luogo che le riunisce in cui tutto ha veramente inizio: Buenos Aires.
Qualcosa accomuna i protagonisti ed è la voglia di cambiare la propria vita, la ribellione ad un sistema che imprigiona e prevarica, la determinazione contro una società che vede la donna sottomessa, ad una religione, all’uomo, al potere.
C’è la mafia contro la quale lotta Rocco, un destino segnato dal padre, una ruota che gira dalla quale è difficile scendere.
C’è la vita in Sicilia in cui gli sguardi degli uomini e l’avidità del nobile di turno, fanno sì che Rosetta si senta colpevole di essere donna e di voler mantenere il privilegio dell’acqua che scorre nei suoi campi.
C’è la vita nei pogrom di Rachael che sa leggere e scrivere, diversamente dalle altre bambine e vuole fuggire da un destino segnato dalla fame e dall’ignoranza, anche a costo di sposare un uomo che non ama. Tutti e tre fuggono dalle loro case e si imbarcano verso l’Argentina.
Rocco e Rosetta si conoscono al porto e da lì le loro vite si separano, ma non la voglia di ritrovarsi: si sono visti uguali e contrari, l’uno ha riconosciuto nell’altro gli stessi sentimenti, la stessa ribellione.
Rachael si ritrova in un mondo che non si aspettava: la carovana che l’ha accolta non vuole far sposare le donne ad uomini facoltosi, bensì farle prostituire. Troppo tardi per tornare indietro. Quando arrivano a Buenos Aires non trovano la felicità sperata: la libertà va conquistata a caro prezzo, la storia di tanti emigrati che non trovano una vita migliore soltanto perché cambiano luogo di vita.
La vicenda si complica, entrano in campo protagonisti subdoli, meschini, vincolati alla lussuria, all’avidità, portatori di valori negativi legati ad una mentalità chiusa e abbietta.
I tre protagonisti non perdono la speranza e il loro obiettivo. Il nuovo mondo non è diverso dal precedente, ma questo non vuol dire vivere come gli altri e il desiderio di migliorarlo è più forte delle vicende negative, del destino e delle lacrime.
Tutti e tre nonostante le difficoltà non abbassano la testa e riescono a trovare la strada per un futuro migliore.

Un libro commovente a tratti grottesco e tragico, riesce a catturare il lettore dalle prime pagine che riesce ad immedesimarsi con i protagonisti. Viene voglia di fare il tifo per loro, far ritrovare la speranza di essere liberi a chi l’ha persa da tempo.
Le vicende sembrano tanto lontane nel tempo, primi del novecento, ma in realtà il libro parla di noi, dei nostri sogni, delle nostre vite, delle nostre difficoltà e del coraggio delle nostre scelte. Le ingiustizie sono all’ordine del giorno anche nel nostro mondo e trovare il modo di lottare contro di loro è la sola strada verso la libertà.
Il libro porta alla luce una vicenda storica, tragica, la tratta di prostitute ebree dell’associazione Zwei Migdal e la nota dell’autore ci ricorda lo scopo ultimo di questo romanzo:
La storia in gran parte di fantasia di questo libro racconta una speranza. La speranza che uomini e donne imparino semplicemente a dire, insieme e ad alta voce: “Non è giusto”.
Il romanzo “La figlia della libertà” è edito da Rizzoli, pubblicato nel mese di aprile 2019, l’autore Luca Di Fulvio è un autore teatrale, scrittore di grande successo anche in Germania, dove alcuni suoi romanzi sono diventati bestesellers.
Written by Gloria Rubino