Intervista di Alessia Mocci a Simone Perotti: le 20.000 miglia del Progetto Mediterranea, la libertà e la scrittura
“Navigare è come dimenticare, ridurre il mondo immenso a una sua porzione interiore, non più tutta la terra, tutta quella gente, l’immenso coro della città, le infinite direzioni di ogni possibile viaggio, ma solo poco terra, il ponte, poca gente, l’equipaggio, poche voci, sedate spesso dal Rais, e una sola direzione, la prua, comune a tutti, se non per lo sguardo, che svicola, cerca, ma nulla trova, se non acqua, se non mare, […]” ‒ Simone Perotti ‒ “Rais”

Ha iniziato a scrivere a nove anni e da allora non ha mai smesso. Sui banchi di scuola, negli aeroporti, in ufficio, in aereo, in barca, nelle stazioni ferroviarie, e persino nelle case di parenti ed amici.
Simone Perotti è una pagina che leggendosi trascrive la riflessione ‒ prodotta dalla lettura ‒ nell’istante in cui l’occhio si addentra sui vocaboli annotati.
Nato a Frascati il 28 dicembre 1965, a 23 anni si laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Ha scritto articoli e racconti per riviste underground e portando avanti in contemporanea la passione per la navigazione a vela. Ha lavorato come skipper ed istruttore di vela.
La sua prima pubblicazione è del 2004 ed è edita da Bompiani “Zenzero e nuvole – Manuale di nomadismo letterario e gastronomico”, seguono “Stojan Decu, l’altro uomo” (Bompiani, 2005), “L’estate del disincanto” (Bompiani, 2008), “Yacht da regata” e “Vele” (WhiteStar, 2008), “Adesso basta – Lasciare il lavoro e cambiare vita” (Chiarelettere, 2009), “Uomini senza vento”(Garzanti Libri, 2010), “Avanti tutta – Manifesto per una rivolta individuale” (Chiarelettere, 2011), “Ufficio di scollocamento – Una proposta per ricominciare a vivere” (Chiarelettere, 2012), “L’equilibrio della farfalla” (Garzanti Libri, 2012), “Dove sono gli uomini? Perché le donne sono rimaste sole?” (Chiarelettere, 2013), “Un uomo temporaneo” (Frassinelli, 2015), “Rais” (Frassinelli, 2016) ed “Atlante delle isole del Mediterraneo” (Bompiani, 2017).
Simone Perotti è ideatore e co-fondatore del Progetto Mediterranea, una spedizione nautica culturale e scientifica iniziata nel 2014 e della durata di cinque anni con la quale sta girando il Mediterraneo intervistando scrittori, artisti ed intellettuali.
Oltre 20.000 miglia di connessioni con luoghi, sapori, storie e popoli che abitano il mare per creare una speaking-platform in cui parlare di Mediterraneo, di diversità e di scambio di doni.
A.M.: Simone benvenuto nel tuo ormeggio virtuale sulla banchina di Oubliette, ti si aspettava con grande interesse per parlare del Progetto Mediterranea ovvero dei cinque anni a vela per il Mediterraneo, il Mar Nero ed il Mar Rosso settentrionale. Com’è nata questa idea e quanto tempo hai impiegato per trasportarla nel mondo reale?

Simone Perotti: L’idea è stata mia, ce l’avevo da una ventina d’anni almeno. Ho sognato cento volte di partire per mesi, anni, e stare nel Mediterraneo col cuore, non solo con una barca. Ma per il cuore serve più vento, più tempo, che per qualunque vela. Serve mollare ormeggi molto più duri a slacciarsi dai moli. E dunque servivano scelte. Le scelte di vita fatte hanno liberato questa condizione interiore e il tempo per sognare concretamente si è generato da sé. Se potevo sapere con chiarezza da cosa volevo essere libero, il sogno di navigare per il Mediterraneo rappresentava anche ciò di cui volevo essere libero. E così ho coinvolto amici, ho parlato con loro, il progetto, che avrei potuto svolgere da solo, ho pensato che fosse da estendere e rendere di tanti. Adoro avere idee che, se le condividi, diventano potenza di vita per tanti. Nel 2013 abbiamo navigato da Corinto all’Istria, per tutti i Balcani, e poi giù a San Benedetto, una sorta di “warm up” per parlare del progetto, per condividerlo con chi veniva a bordo, per definire cosa, come, con chi. E nell’aprile del 2014 siamo effettivamente salpati.
A.M.: Il 17 maggio 2014 sei partito da San Benedetto del Tronto per percorrere le Marche, l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, giungere al Peloponneso, continuare l’esplorazione e la connessione di genti e culture sino ad Istanbul. L’anno successivo Mediterranea ha solcato le acque del Mar Nero per poi terminare a dicembre a Creta. Nel 2016 siete giunti a Samos, Rodi, Cipro e poi fino al Libano e a Israele. Il 2017 è stato l’anno del rientro verso ovest, Turchia, Grecia, per poi incontrare nuovamente l’Italia con la Calabria e Sicilia. A maggio 2018 costeggiando la costa di ponente della Sicilia vi siete inoltrati al centro del Mediterraneo nelle due isole Sardegna e Corsica. Ed ora siete in Francia in direzione della Spagna, di Gibilterra e di Lisbona. Quali altre regioni incontrerete nei prossimi mesi?
Simone Perotti: Arriveremo, Poseidon permettendo, a Lisbona a metà settembre. Ora siamo a Marsiglia e ci aspetta il Golfo del leone, poi la Costa Brava e giù fino a Baleari, Cartagena, Gibilterra e Lagos prima della capitale lusitana. Il prossimo anno, ultimo della spedizione, andremo verso Rabat, un tempo città stato di pirati governata da un Comitato di Rais, e poi Tangheri, tutto il Maghreb, nuovamente Trapani, e tutta la costa tirrenica italiana fino a Genova, dove la spedizione terminerà il 12 ottobre 2019. La scelta dei nostri scali è sempre un tragico dilemma: quanti posti meravigliosi rischiamo di saltare per l’esigenza di procedere? Molto spesso sono amici o gente che ci segue a dirci “venite qui vi aspettiamo!”. A volte la voglia di vedere un posto che non conosciamo. A volte in certi porti abbiamo fatto scalo per necessità. Ma sempre, dovunque, abbiamo trovato quello che speravamo di cercare: l’anima del Mediterraneo, che è mutevole, imprevedibile, variegata. Noi il Mediterraneo lo stiamo imparando di miglio in miglio, e ogni scalo è un giusto passo per la nostra rotta.
A.M.: Attualmente quanti “rais” vivono a bordo di Mediterranea?

Simone Perotti: A bordo, d’inverno, per i lavori, siamo sempre pochini, ma come si salpa diventiamo tantissimi. I Mediterranei (i componenti e sostenitori stabili di questa spedizione) sono attualmente 53, ma accogliamo a bordo “Amici di Mediterranea”, cioè chi vuole venire con noi per qualche settimana. E allora posso dirti che in generale è stato su Mediterranea in questi anni un numero molto alto di persone, oltre 600. In questo momento siamo in tredici qui a Marsiglia.
A.M.: “Amici di Mediterranea”. La spedizione accoglie anche i cosiddetti “amici”, ovvero persone che possono far parte dell’equipaggio per un periodo limitato. Quali sono i requisiti necessari per poter trascorrere con voi una settimana in viaggio per il Mediterraneo?
Simone Perotti: Come spiegavo, bisogna rendersi conto che chi viene a bordo deve sapere cosa siamo, deve essersi letto qualcosa, e deve condividere un po’ il senso del viaggio. A bordo si fa di tutto per stare bene, ma questa non è una vacanza al Club Med. Chi viene cercando un “servizio” in cambio dei denari che chiediamo per sostenerci, resta sempre deluso. Ma è un bene. Cerchiamo di vivere e comunicare un altro modo di navigare. Che qualcuno, molto raramente, non lo comprenda, è fisiologico. A me interessa che il 99% della gente che viene a bordo trovi il modo di cogliere se stessa nel viaggio, e dunque noi tutti.
A.M.: Vivere in “libertà”, costruire pesci di legno e ferro zincato, sculture in legno ed ardesia. Lavorare come skipper, istruttore di vela, guida turistica, scrivere articoli per giornali, studiare… studiare tanto e trovare il tempo per scrivere e pubblicare ben quattordici libri. Fra tutti ho il sospetto che tu sappia di quale vorrei parlare, conoscerne la genesi ed il perché di questa “morbosa” curiosità verso il preferito di Solimano il Magnifico, il celebre “nemico” di Andrea Doria. Sì, sto parlando di “Rais”, edito da Frassinelli nel 2016 e vincitore del Premio Costa Smeralda 2018 nella sezione narrativa.

Simone Perotti: Ma certo, Rais è ancora dentro di me. Nove lunghi anni di studi e di immaginazioni, di viaggi e appunti, per generare una storia che ha molto a che fare con me, e spero anche con la vita di chi lo legge. Mi sono imbattuto in Rais mentre studiavo la storia della pirateria mediterranea. Nessuno mi aveva mai parlato di lui. Anzi, nessuno mi aveva mai parlato di niente riguardo il mare. Figlio del tragico analfabetismo nautico in cui da sempre versa il nostro paese, non conoscevo moltissime delle cose essenziali che dovevo conoscere e studiare. Un uomo libero come lui, cattivo senza infingimenti, duro e abile, non poteva non attirare la mia curiosità. Non sapevo che ne sarei rimasto avvinto per sempre. Ho dedicato a Dragut Rais anni di studio, ma ho anche molto viaggiato per le sue rotte, visitato gli archivi storici dove si custodiscono i testi più utili per conoscere la sua epoca. E soprattutto, sentendo la sua anima aleggiare ancora per le onde del Mediterraneo, ho immaginato, ho “visto” la sua vicenda umana e bellica, e ho tentato di narrarla. Il romanzo, per nulla “facilito” o superficiale, ero convinto che sarebbe rimasto del tutto non letto, sconosciuto, un fiasco. Invece è il mio romanzo che ha venduto di più, e continua a vendere. Ricevo molte lettere, uomini e donne avvinti da questa storia che parla tanto, tantissimo, di noi.
“[…] e Dragut non sente neppure le parole dello Zoppo, alla fine di tutto, quando lo avvicina e gli dice ti ho guardato, tu hai fuoco nelle vene, tu sei il miglior combattente che ho mai visto, giovane, raccontami la tua storia, da dove vieni Dragut? e quindi non gli risponde, stremato, insanguinato, e lo Zoppo sorride, lo guarda inerte e sorride, capisce che non ha autorità su quel ragazzo furibondo, sa che appartiene ad un altro mondo, un altro destino, […]” – “Rais”
A.M.: Bompiani, Chiarelettere, Frassinelli, Garzanti. Dal 2005, anno di pubblicazione di “Zenzero e Nuvole” sino al 2017 con “Atlante delle Isole del Mediterraneo” hai diffuso il sogno di dedicarti alle tue grandi passioni, scrivere e navigare, “rimbalzando” in queste quattro case editrici. Che cosa consiglieresti ad uno scrittore esordiente?
Simone Perotti: Io pubblico i saggi con Chiarelettere, che è casa editrice splendida e molto d’impatto per le idee, poi la narrativa con Frassinelli, grazie alla bella relazione di stima e scambio, oltre che di amicizia, con Giovanni Francesio. Ho pubblicato con Bompiani in passato, e di nuovo adesso, soprattutto nel genere non-fiction. E a febbraio pubblicherò con Salani il mio primo romanzo (ovviamente di mare) per bambini. Ringrazio sempre il mio agente Stefano Tettamanti di Grandi&Associati, la più importante agenzia letteraria italiana, per aiutarmi nel difficile lavoro di navigazione editoriale. L’editoria è circostanza (e mondo) che vive di sintonie, di posizionamenti. Gli editori scelgono gli autori seguendo un loro filo, anche gli autori devono scegliere gli editori in base a ciò che pubblicano e a cosa esprimono con il loro lavoro. A uno scrittore esordiente spiegherei che se la scrittura non è davvero tutto per lui, se il suo obiettivo non è dedicarsi ad essa anima e corpo, se non ama la parola, lo studio, se non è cosa normale per lui convivere con i propri personaggi, orientarsi come loro si orienterebbero, ecco… allora forse scrivere non è cosa per loro. Ma non per altro: perché costa una fatica enorme, ed è rotta incerta, da navigare solo se ne siamo davvero parte, prima ancora di pubblicare.
A.M.: In chiusura vuoi lasciare ai lettori un’anticipazione? Che cosa accadrà dopo il 2019? Hai già in mente una nuova rotta o ti fermerai per scrivere un libro/resoconto di questo lungo viaggio?

Simone Perotti: Dopo il 12 ottobre del 2019 non so cosa accadrà alle mie peregrinazioni nautiche, ci sto pensando. Ma tra febbraio 2019 e la primavera del 2020 dovrebbero uscire tre libri, un romanzo per bambini, un romanzo letterario e un libro di non fiction, dunque da lavorare ne ho tanto, e grazie al cielo. Io senza navigare soffrirei tantissimo, ma senza scrivere morirei.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Simone Perotti: Cito sempre Seneca “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Di questa affermazione, così ben scritta e precisa, ho intuito il potere tanti anni fa. Me la sono ripetuta spesso, tra me, nei giorni della paura, del tremore, delle scelte. E mi ha sempre portato fortuna.
A.M.: Simone ti ringrazio per il prezioso tempo che hai dedicato a raccontarci un po’ di te e di Mediterranea, invito i lettori a curiosare sul sito del progetto e sul tuo blog personale, e ti saluto con le parole di Gesù di Nazareth (Vangelo secondo Giovanni 3, 8): “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito”.
Buon vento!
Written by Alessia Mocci
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