“Non sono d’accordo” di Le Larve: quando domandarsi il perché è sbagliato

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Che l’Italia è in crisi, è indubbio. Sarebbe sbagliato ed offensivo per l’italiano che la vive sulla propria pelle, affermare il contrario. C’è chi lo fa. Io non sono tra questi. La crisi, non solo economica, e ciò è ahimè evidente dai fatti che occupano le prime pagine dei quotidiani locali e nazionali, è divenuta culturale e poi ha abbracciato, serpeggiando nell’anima della quasi totalità gli uomini e le donne del Belpaese.

Non sono d'accordo

La musica non è da meno, dove l’intero settore subisce le scudisciate della parola con la C che sappiamo, innominabile per economisti e affabulatori, neanche fossimo ne “I Promessi Sposi“. Questo “Non sono d’accordo” non è un disco per tutti. Poco ma sicuro…

Le Larve, giovane band romana, provano a dire la loro. Di tutto, su tutto: di/su questa crisi – sociale, umana, di pensiero – in modo volutamente provocatorio, graffiante, urlando per la metà del disco e imprecando per l’altra metà.

Disco che poi ti spiazza e ti conduce per mano, nella dolce – ma sempre vetrosa per via dei testi, firmati dal(l’in)consapevole Jacopo Castagna – “Quello che sono” a cui, per l’occasione, partecipa come guest star anche Chiara Dello Iacovo, fresca, ai tempi dell’incisione, del passaggio Sanremese, forse l’unica cosa veramente degna di nota dell’intera kermesse musicale.

I testi particolari, irriverenti, ci disorientano, ci turbano, ci causano brividi e malesseri vari. Ma noi siamo così. Siamo davvero della stessa pasta, fatti della stessa moneta dei personaggi che Jacopo così ben descrive… E forse lo meritiamo. Meritiamo di provare sensazioni del genere, sudore, incertezza, scompenso. Perché in quei testi ci ritroviamo.

Ci scopriamo esseri soggetti ai mali comuni della società: invidia, delirio di onnipotenza, dediti all’alcool e al qualunquismo in egual misura tracannando entrambi come se non ci fosse un domani.

Si viaggia in un’Italia latitante moralmente, incantata dai luoghi comuni, dalle facce spente di chi talvolta la popola. Ma c’è anche speranza, in questo album, seppur la gioventù dei componenti del gruppo si fa in taluni casi sentire. C’è tempo. Ci sarà tempo per registrare le piccole indecisioni, le piccole interferenze, per riassettare le minuscole incertezze del caso.

Le Larve

Cresceranno, Le Larve. E diventeranno presto delle farfalle tatuate sulla spalla di qualche ragazza dedita al rock puro e, al contempo, all’incanto di una melodia dolce, tenue che ti coccola, ti stupisce, ti stordisce, perché messa accanto ad altri pezzi decisamente diversi l’uno dall’altro, ognuno con un suo genere, ognuno con una sua appartenenza e con un suo significato.

E valore. E personalità. E morale.

Unico comune denominatore tra essi, l’autore dei testi: un Castagna da scoprire e riscoprire per l’esigenza di gridare al mondo la propria ragione di vita. I propri valori, il proprio essere. Essere se stessi. Dunque la domanda da porsi, durante l’ascolto del disco ed al termine di esso non è perché, ma come. Come puoi migliorare te stesso, la tua vita e quella di chi ti circonda?

Dimenticando i pesi e le disfatte. Le sconfitte e le sventure. I rancori personali. Disconoscendo gli schemi mentali in cui ti sei imprigionato/a. Costretto. Ingabbiato. Ed infine abbandonandoti libero al flusso della vita, al suo scorrere, a ciò che hai e a quello che hai perso. Perché ogni giorno è un giorno nuovo che vale la pena di essere vissuto.

Menzione d’onore alla traccia “Tea delle cinque” unica nel suo genere con un testo deciso ed impegnato. Seconda voce e strumenti a corde acustiche del disco a firma Bodacius Collective. Insomma, una garanzia. Che il panorama musicale italiano possa rinascere ed avere ancora!

 

Written by Stefano Labbia

 

 

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