FEFF 2016, Sezione Competition – “Heart Attack” di Nawapol Thamrongrattanarit

Approda al diciottesimo FEFF di Udine un’altra sensazionale première italiana, vale a dire il terzo film di finzione del giovane regista e sceneggiatore thailandese Nawapol Thamrongrattanarit, generalmente conosciuto come “Heart Attack”, sebbene il titolo originale sia “Freelance”.

Heart Attack di Nawapol Thamrongrattanarit

Quest’ultimo di fatto riferisce direttamente all’occupazione del protagonista Yoon, grafico freelancer senza posa incollato a Photoshop a ritoccare tette e brufoli, autentico sottopagato mercenario che ritiene tutto ciò che esuli dall’ambito lavorativo un imperdonabile sciupio di tempo e denaro.

Le uniche persone che grav(it)ano sulla sua vita sono l’amica Je, che lo segue nell’assunzione degli incarichi e funge da tramite con i mecenati per le offerte inedite, alcuni datori-colleghi-avversari che non disdegnano d’approfittarsi della sua proverbiale resistenza, qualche sparuta conoscenza che ritiene intima nonostante non ne ricordi l’ultimo contatto.

La priorità unica e assoluta viene attribuita a ciò che lui in fin dei conti adora, ossia saturare ogni suo singolo minuto di vita alla ricerca di quel salto di qualità che forse, qualora se ne presenti l’occasione, gli concederà anche qualche briciola da destinarsi agli amici, a qualche hobby, alla cura di se stesso. Ma il corpo di Yoon nutre qualche riserva, e ben più coscienzioso del suo affittuario inizia a ribellarsi coprendosi di misteriosi sfoghi esantematici; non resta altra soluzione che recarsi al reparto di dermatologia per farsi prescrivere una pillola taumaturgica.

Lì, dopo una coda negli ordini delle centinaia assolutamente insospettabile per un individuo sul pezzo come lui, viene finalmente affidato alla specializzanda Imm, la quale insiste nell’affiancare ai rimedi chimici una riguardosa indagine sulla sua sfera privata, la cui burrascosa condotta potrebbe in qualche maniera esser relata al detestato disturbo epidermico. Mese dopo mese, appuntamento dopo appuntamento, lei gli si affeziona, nonostante le chiare e a volte bizzarre ritrosie, lui comincia, volente o nolente, a provare un senso di spaesamento, fenomeni inaspettati, forse riconducibili a delle forme di sentimento che ormai erano quasi del tutto sedimentate negli alvei della sua sensibilità.

L’influenza di Imm, innestata e contenuta nel giro di pochi esili minuti, costantemente lievitata nelle settimane che vi intercorrono, crescerà a tal punto da mettere a rischio la valenza professionale di Yoon, che nell’arduo tentativo di seguire le indicazioni della dottoressa e insieme di soddisfare le pressanti richieste di clienti sempre più importanti sarà messo letteralmente con le spalle al muro, costretto a rivalutare di schianto la sua scala di priorità.

Heart Attack di Nawapol Thamrongrattanarit

Non incidono solo le pasticche, la rinuncia ai ravioli ai gamberetti, l’abbonamento in palestra, le ore di sonno artificiosamente elevate all’ennesima: il giovane designer non può in alcun modo evitare di confrontarsi con l’emersione della ricchezza del vuoto, dell’assenza degli impegni, del gusto dell’attesa. Qualche timido miglioramento si fa scorgere, sì; ma quanto potrà sussistere una simile costrizione?

Non è difficile percepire l’indice di gradevolezza costantemente elevato che deriva dalla visione di una simile creazione, pervasa interamente da una straordinaria sensazione di naturalezza, provocata a sua volta da un inquadramento logico ed elementare, lungi da fronzoli e arditezze, costruito attraverso dialoghi squisiti e di quotidiana plausibilità, uno stile recitativo impeccabile e sentito pur calato in un processo di scarnificazione (riflessa anche nell’arredamento, nei costumi e in altre generali manifestazioni esteriori oggettuali), di limpidissima sottrazione, aperta (a titolo esemplificativo) a lunghi necessari momenti di sospensione, di silenzio, di tregua, in cui non è certo il tedio a pervadere la scena, bensì l’estrinsecazione del sentire interiore, dell’integrale problematicità delle relazioni, di un ordine temporale deliziosamente realistico e palpabile, privo di ellissi eppure equilibratissimo.

Heart Attack di Nawapol Thamrongrattanarit

Thamrongrattanarit si dimostra un vero maestro della direzione, avendo già avuto modo di farsi apprezzare per la disinvoltura sia nel cinema d’essai che in quello mainstream, presenza imprescindibilmente discreta e puntuale, attenta a creare una precisa corrispondenza fra stati d’animo e cadenza dei movimenti di macchina, pronta ad offrire con autoriale parsimonia gag irresistibili che vanno splendidamente a ironizzare (il che equivale più che mai a “criticare con delicatezza ed eleganza”) sulle ossessioni di Yoon, individuo che dalla vita (e dai suoi limiti) ha evidentemente ancora molto da imparare; l’atteggiamento diviene pure inflessibile quando si tratta di denunciarne l’irresponsabilità cronica, che tra un assegno in scadenza e ulteriori 24 ore sottratte al riposo potrebbe un dì portare a ciò che con trasparenza viene denunciato nel titolo.

Heart Attack” è stato premiato con 7 Thailand National Film Association Awards (rispettivamente per il miglior film, la regia, la sceneggiatura, gli attori protagonisti, l’attrice non protagonista e l’intelligentissima colonna sonora, mai pleonastica o dozzinale, inserita alla perfezione nel tessuto narrativo al fine di esaltarne a volte i contrasti, a volte lo humour, a volte l’inerzia); vanno infine aggiunte altre 7 nomination, che permettono così al lungo di interessare tutte le categorie competitive all’infuori della canzone, degli effetti speciali e del documentario.

 

Voto al film

 

Written by Raffaele Lazzaroni

 

 

Info

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