Mariannina Coffa: la poetessa siciliana conosciuta come la Capinera di Noto

“Psiche è il mio nome: ho l’ale e son fanciulla,/ Madre ad un tempo e vergine son io./ Patria e gioie non ho, non ebbi culla,/ Credo all’amore e a Dio!” – (“Psiche” di Mariannina Coffa)

La scrittrice e studiosa Marinella Fiume, nel suo libro “Sibilla arcana. Mariannina Coffa (1841-1878)” (ed. Lussografica, Caltanissetta 2000) è riuscita con maestria a restituire al pubblico italiano la figura di una grande poetessa siciliana che meriterebbe, al giorno d’oggi, molta più visibilità; Mariannina Coffa.

La studiosa e la poetessa hanno in comune l’origine, Noto, in provincia di Siracusa, ma l’esistenza di Marianna, protagonista di questo articolo, si è svolta in un momento decisivo per l’Italia, in pieno Risorgimento.

La vita della Coffa, inoltre, a guardarla dall’esterno, dai tempi di oggi, è fatta di “correnti”, di oscillazioni tra l’esigenza di libertà e il timore e l’incapacità di raggiungerla, l’amore per la poesia e la vita travagliata che non sempre le consentiva di esprimersi in totale libertà.

Tali oscillazioni si muovevano fra quattro estremi maschili: il precettore Corrado Sbano, il fidanzato Ascenso Mauceri, amore osteggiato dalla famiglia di Marianna, il ricco marito Giorgio Morana e il padre di quest’ultimo.

Mariannina, figlia di un avvocato di Noto, Salvatore Coffa, studiò in un collegio femminile prima che la sua educazione venisse affidata al religioso Corrado Sbano, che aveva il compito di insegnarle la tecnica poetica e suggerirle gli argomenti sui quali comporre.

La ragazza, abile verseggiatrice fin da piccola, subì l’influenza di Sbano senza mai riuscire a emanciparsi completamente dai suoi insegnamenti. Uso questo verbo, “emanciparsi”, perché gli studiosi della poetessa sono in disaccordo per quel che concerne la validità delle nozioni impartite dal canonico.

Secondo la maggior parte dei pareri, infatti, Sbano non consentì alla giovanissima poetessa di maturare davvero dal punto di vista stilistico e letterario, diversificando le letture e le tematiche su cui scrivere.

Marianna oscillò per anni tra il desiderio di rimanere ancorata a un modo di fare poesia che conosceva bene, quello di Sbano e la voglia di ribellarsi, di scegliersi da sola una “via” artistica. In lei esisteva una sorta di scissione mai colmata, un divario tra la realtà e l’ideale che si ripropose anche dal punto di vista sentimentale.

La poetessa si innamorò, ricambiata, del suo bellissimo e colto insegnante di musica, Ascenso Mauceri. In un primo momento la famiglia Coffa sembrò accondiscendere al matrimonio, ma ben presto le promesse volarono via per lasciare il posto a un partito ben più ambito, il ricco proprietario terriero Giorgio Morana.

Ascenso non perdonò mai a Marianna l’incapacità di ribellarsi al volere della famiglia, scappando con lui come si usava fare a quei tempi, al fine di trasformare un sentimento osteggiato in un dato di fatto oggettivo e incontrovertibile.

I due intrattennero una corrispondenza epistolare dopo il matrimonio di Marianna, ma il loro sentimento non si spense mai del tutto, rimanendo un sogno impossibile da realizzare, sospeso tra la dura realtà e la fantasia di una sospirata felicità.

Nella triste realtà suddetta, costellata di gravidanze e lutti, tra cui la morte di una figlia in tenera età, la sensibile Marianna dovette anche affrontare la reclusione, voluta dal marito, in casa del suocero dispotico, gretto e ignorante.

Quest’ultimo, infatti, le impediva di scrivere, considerando la poesia e la cultura in generale, uno strumento di perdizione e disonestà se affidato in mani femminili. Alle cognate di Marianna, prova evidente di una mentalità rozza e chiusa, l’uomo aveva impedito perfino di imparare a leggere e scrivere.

La donna, quindi, fu costretta a comporre versi di notte e a sopportare angherie e umiliazioni che la esasperarono sempre di più, togliendole fiato e voglia di vivere. Negli ultimi mesi della sua vita si trasferì in casa del dottor Bonfanti per curare dei fibromi all’utero. Questa scelta le procurò l’astio e la condanna della famiglia, oltre ai pettegolezzi della gente.

Marianna, però, era ormai decisa a lasciarsi alle spalle imposizioni, inganni, libertà soffocate e desideri infranti contro una volontà che non le apparteneva e che aveva rispettato solo per amore verso i genitori. La sua ribellione, ormai manifesta, la portò ad accusare la famiglia di averle distrutto la vita per poi lasciarla sola durante la malattia.

Si avvicinò, grazie a Bonfanti, alla teosofia, alle teorie del magnetismo e alla Massoneria, interessi che riversò nei suoi componimenti caratterizzati dal sentimentalismo e dal patriottismo e che furono valvola di sfogo e, insieme, sollievo dai mali della vita. Marianna Coffa morì di neoginoplasia il 6 gennaio 1878, sola, povera ed esasperata per non essere riuscita a esprimersi come avrebbe voluto.

Una capinera a cui vennero tagliate le ali perché donna, un’artista che non riuscì a brillare quanto avrebbe voluto, poiché non poté e forse non ebbe la forza di ribellarsi e volare più in alto, dove nessuno sarebbe più riuscito a catturarla. Dove ognuno di noi ha il diritto di arrivare e scegliere chi essere e chi diventare in totale libertà.

 

Written by Francesca Rossi

 

10 pensieri su “Mariannina Coffa: la poetessa siciliana conosciuta come la Capinera di Noto

  1. morire a 36 anni avendone 100 e più dentro per intensità,sofferenza,cultura,è atroce.E’ come se Berlusconi fosse morto a 15 anni!

    1. Una vita breve e travagliata. Non potersi esprimere, pur avendo tanto da dire e da dare al mondo, o meglio, doversi esprimere limitando se stessa, senza piena libertà, deve essere stato terribile. Oggi noi questa libertà di pensiero e di parola l’abbiamo (purtroppo non ancora in tutte le parti del mondo, non completamente, dobbiamo lavorarci ancora, ma tante cose sono cambiate in meglio). Dobbiamo, però, imparare a usarla bene.

    1. Grazie mille Ale! Mariannina Coffa era una poetessa di talento e merita di essere riscoperta come tanti italiani pieni di genio a cui ancora non è stato dato pieno riconoscimento.

      1. luce e tenebre,libertà e limitazione.Il destino dell’uomo e dei popoli.Origine di guerre morali,falsamente morali!Hai centrato il senso del testo.Grazie a presto.

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