“Le mie fiabe africane” dell’eroe dell’antirazzismo Nelson Mandela – recensione

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Le mie fiabe africane“. “Non c’è nessuna strada facile per la libertà” inizia cosi il cammino di uno dei protagonisti più acclamati e seguiti degli ultimi anni. Nelson Mandela, nato nel 1918, primo presidente a essere eletto dopo la fine dell’Apartheid nel suo paese e leader dell’African National Congress.

Premio Nobel per la pace, per la sua attività politica in difesa dei diritti degli africani insieme al suo predecessore Frederik Willem De Clerk. In  Sud Africa, è conosciuto con il nome di Madiba, un uomo che ha ricevuto più di 250 premi in tutto il mondo, riportando sotto i riflettori la magia e allo stesso tempo, la cruda realtà africana.

Durante la sua lunga prigionia, durata ventisette anni, compose una delle autobiografie più commoventi e realistiche, che si siano mai scritte nella storia dell’umanità, dal titolo “Lungo cammino verso la libertà” pubblicata per la prima volta nel 1995 ed edita  da Little Brown & Co, ma non è l’unico grande successo letterario ottenuto da un uomo che ha saputo lottare e resistere all’Apartheid.

L’Apartheid è stata una politica si segregazione razziale praticata dalla popolazione bianca della Repubblica Sudafricana, dopo la vittoria del partito nazionale di Malan nel 1948, nei confronti delle popolazioni di colore e delle minoranze asiatiche; era articolata in provvedimenti che vietavano i matrimoni misti, imponevano aree residenziali differenti per le diverse comunità e riservavano ai bianchi l’accesso a determinate professioni, cariche, scuole, trasporti e locali pubblici.

Tale politica, condannata dalla comunità internazionale, portò nel 1961 all’isolamento politico del paese, cui furono inflitte in seguito sanzioni economiche. Con l’avvento del presidente Frederik Willern De Clerk l’Apartheid conobbe una progressiva riduzione, fino alla dichiarazione di formale abolizione del 17 settembre 1991. Da questa data, ottenuta con sudore e sangue, che il lungo cammino africano verso la libertà ebbe inizio.

Nelson Mandela, liberato l’11 febbraio del 1990, nel 2002 ha voluto rendere omaggio alla magia del territorio africano, raccogliendo in un’ antologia le più belle ed emozionati fiabe africane.

Il mio più profondo desiderio è che in Africa la voce del cantastorie possa non morire mai” è quello detto da Mandela, recentemente in un’ intervista, in cui egli spiega come e perché raccogliere in una magistrale antologia il meglio dell’immaginario fiabesco africano. “C’è la lepre” osserva Mandela, “una piccola canaglia, il furbo sciacallo, nel ruolo dell’imbroglione, il leone, in quella di sovrano dispensatore di doni”.

Il popoloso universo di uomini e animali che abitano questo continente è colto attraverso gli squarci folgoranti dell’arida essenza dell’Africa, tramite il caleidoscopio dei suoi colori assoluti, del bagliore accecante del sole, della foschia azzurra delle montagne. “Le mie storie più care”, le definisce Mandela, in quest’ antologia, alcune delle più antiche storie africane, vengono restituite con voci nuove ai bambini dell’Africa, dopo aver viaggiato per molti secoli e attraverso spazi sconfinati.

Con quest’ antologia, i bambini, africani hanno la possibilità di sperimentare la magia dei libri senza smarrire mai la capacità di arricchire la loro dimora terrena con la magia delle storie”. Sei delle fiabe della raccolta sono diventate un’opera teatrale dopo la pubblicazione.

Le fiabe scelte dal premio Nobel per la pace, provengono da numerosi paesi africani, tra questi: Tanzania; Zimbabwe, Marocco, Nigeria, Kenia e naturalmente Sud Africa. Sono racconti semplici ma che divertono sia grandi che piccoli, alimentano l’immaginazione, e ai lettori occidentali fanno conoscere tradizioni , elementi materiali e paesaggistici africani.

Un continente immenso, variegato, ma che grazie a queste favole riesce a trovare elementi comuni, dando vita a quel grande mosaico che tutti noi conosciamo come Africa. Una raccolta che non si presta solo agli africani ma al mondo intero, con l’obiettivo di insegnare valori; emozioni che solo un territorio che vive alle pendici del Kilimangiaro riescono a regalare, come nella fiaba proveniente dal Malawi, proposta dalla narratrice Kasiya Makaka Phiri, in cui ci rammenta la preziosità della nostra madre terra.

Nelson Mandela aspira a far diventare il territorio africano, una terra libera e desidera che questa prospettiva sia accessibile ai suoi concittadini e al resto del mondo. La lettura e l’analisi degli scritti di Mandela, rende evidente come il confronto fra le culture è una questione ancora complessa. Sono poche opere, ma in grado di decentrare il punto di osservazione, necessario per analizzare le nuove categorie di pensiero sociale transnazionale e soprattutto per individuare la nuova identità frammentata dell’individuo moderno.

 

Written by Giuseppe Giulio

 

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