Riflessioni telefilmiche, “Misfits” 3° stagione: disadattati a chi? – recensione di Antonio Mazzuca

Come spiegare l’inadeguatezza avvertita dai giovani d’oggi? Basta un sottofondo indie-rock e un buon mix di realismo sociale e irrealismo da supereroi per capire tutto di voi stessi.

La tarda domenica sera di Fox ci regala la terza serie di Misfits, la serie britannica vincitrice del BAFTA 2010 come miglior serie tv drammatica.

 

La trama

Misfits, serie prodotta tra 2009 e 2011 e trasmessa sul canale inglese E4 è una delle rivelazioni degli ultimi anni. Sorta sull’onda della popolarità riscossa recentemente dalle serialità britanniche, spesso copiate in America (vedi Queer as folk e Being Human), Misfits ci presenta un gruppo di personaggi problematici, costretti ai servizi sociali, per aver commesso reati minori. Nathan ne è il leader carismatico, imbecille, nato per far ridere ma poco concludente. Al suo fianco il timido Simon, nerd e introverso, Alisha la bomba del sesso con poco cervello, Kelly, la rozza scontrosa e diffidente e Curtis, l’atleta dal carattere presuntuoso e ninfomane. Durante un’improvvisa tempesta, i 5 “disadattati” vengono colpiti da un fulmine e acquisiscono bizzarri poteri, che finiranno per
cacciarli nei guai durante tutto il periodo di riabilitazione. Fra omicidi involontari drammi personali e qualche bisticcio sentimentale, condito da un gretto ed esplicito riferimento al sesso, i Misfits si rendono irresistibili per il pubblico di noi Bravi ragazzi, e costruiscono stagione dopo stagione una personalità sempre più distante dalla figura stereotipata del ragazzo sociopatico.

 

Chi sono i veri Misfits?

Quanti di noi si riconoscono nei 5 ragazzi dall’aria sboccata? Apparentemente pochi, ed è per questo che molti finiscono per ridere dei Misfits, piuttosto che identificarvici. Un errore cui si rimedia subito, perché i Disadattati di Misfits, a ben guardare, non sono altro che una proiezione dei nostri disagi interiori.

Misfits induce infatti i suoi telespettatori “borghesi e per bene” ad un divertente gioco psicologico: si parte dall’amplificazione dei difetti di 5 personalità problematiche, che sono più comuni di quanto si pensi. La bomba del sesso può farsi desiderare da chiunque tocchi, la ragazzo rozza e diffidente può ascoltare i pensieri degli altri, il nerd può rendersi più invisibile di quanto non sia già, e l’atleta corre più veloce del tempo, cercando di rimediare agli errori di tutti.
Poi si va oltre,  si mostra la loro realtà personale più cruda, con altissime punte di Verismo: frequente il riferimento al sesso nei dialoghi, con l’uso di parolacce, spesso a vuoto. Il telespettatore ne è colpito, a volte disgustato, e fra i giudizi emerge sempre quello manifestato ad alta voce da tutti, “Io, in fondo, non sono così!

Ed è proprio qui che Misfits lascia il segno e ti induce a chiederti, perché ti scandalizzi tanto?

Quanto sei davvero lontano dai difetti comportamentali di Curtis, quante volte vorresti essere stato invisibile come Simon o ti ci hanno fatto sentire? Quante volte avresti voluto conoscere l’opinione che di te hanno gli altri, come può fare Kelly? e a volte, non ti senti trattato come un oggetto sessuale, un po’ come capita ad Alisha? E come ti senti quando il mondo che ti circonda non ti permette affatto di affrontare tutto questo? Non ti senti forse un “Inappropriato” un fuori contesto come lo sono questi personaggi?

La realtà comica di Misfits sta proprio qua: nella capacità di ingigantire i nostri difetti, la nostra umanità: quando ti guardi bene dentro non ti può sfuggire quanto sei imperfetto. E senza i superpoteri che sottolineano tale condizione!

I superpoteri sono, infatti, la disgrazia dei Misfits ed insieme la loro redenzione; rappresentano la loro vera riabilitazione: grazie ad essi crescono, stagione dopo stagione, controllano le loro abilità ed il loro rapporto con l’altro.

È il gruppo che li salva: come già in Being Human e in Queer as Folk (dove il problema di fondo era il non essere umano o l’essere troppo gay), la chiave per uscire dal proprio empasse personale si risolve con la condivisione col gruppo.

Il confronto costruttivo, spesso distruttivo con chi appartiene al tuo mondo di Problematici, rende chiunque più forte, più pronto ad affrontare il mondo. Lo ricorda bene Misfits, che con una certa dose di cinismo ci induce a non aver paura dei nostri difetti ma, anzi, ci spinge a condividerli perché ciò può aiutare a renderci meno Inappropriati forse, e sicuramente più Eroi in quella lotta continua per
l’accettazione da parte del mondo e, soprattutto, da parte di noi stessi.

 

E nella quarta stagione?

Qualche piccola anticipazione per voi: Come molti già sapranno la quarta serie è orfana di Nathan che ha lasciato la serie senza morire, ma congedandosi con una puntata a lui dedicata di 8 minuti, Las vegas Baby, di cui trovate un’anticipazione nei video sotto.

Vi anticipo: questa quarta stagione è all’insegna di un nuovo personaggio, Rudy, che sostituirà Nathan e sarà caratterizzato da un’alta propensione al sesso e …allo sdoppiamento di personalità. La rozza Kelly troverà l’amore e a fine stagione, due personaggi se ne andranno. Il tutto è stato condito da episodi che forse con qualche ironia di troppo sbeffeggiano Fringe e Heroes, senza tralasciare un riferimento ai nazisti, alquanto avventato. A voi l’ardua sentenza, in attesa della Quarta stagione, di ben 13 puntate, che è stata confermata dal canale E4 e dovrebbe girarsi in questo periodo.

Un ultimo consiglio: seguite la colonna sonora di quest’ultima stagione. I pezzi sono quanto di meglio propone la scena rock-grunge-techno inglese e non solo, roba da far impallidire Seth Cohen…a proposito, lo sapete che il papà di OC, Josh Schwartz sta pensando ad un remake in salsa americano? Speriamo di no…

 

Written by Antonio Mazzuca

http://eliantio.wordpress.com

eliantio@hotmail.it

 

Estratto di Vegas Baby

http://youtu.be/5BqLmSoGTHQ

 

Promo 3° stagione

http://youtu.be/5c-q7IhQxNQ

 

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