Parigi anni Venti: un palcoscenico d’arte totale. Cubismo, Dadaismo e Surrealismo a Ferrara
Fine della Grande Guerra, Parigi riaccende le sue luci e riempie le coppe di champagne. Diventa il fulcro di un’eccezionale fase di rinascita.
Durerà quasi vent’anni, dal 1918 al 1933, sarà intensa e incontenibile, elettrizzante e un po’ folle.
È una stagione irripetibile, che vede nascere le principali tendenze delle avanguardie: cubismo, dadaismo, surrealismo.
Tesi rivoluzionarie che avranno il tempo di radicare prima che il fuoco nemico del Terzo Reich ne faccia terra bruciata.
Nella Ville Lumière è il momento magico dell’arte, anzi, delle arti senza limiti e senza frontiere.
Musica, coreografia e arti visive s’incontrano per caso, magari ai tavolini di un bistrot o nell’atelier di un malinconico bohémien, e nascono amori immortali.
Balletti Russi e Balletti Svedesi allegramente insieme. Ma anche opere che abbattono le convenzioni morali della società borghese. I ready made di Duchamp e di Man Ray, le immagini perturbanti e oniriche di Ernst, Miró, Magritte e Giacometti.
Allestimenti spettacolari, apparati scenici firmati Matisse e De Chirico, Larionov e Léger. Artisti francesi e stranieri, Braque il cubista, Derain e i suoi maestosi nudi con gatto, Bonnard sensuale e vitalista, ma anche il livornese Modigliani (nella foto, “Nudo”, 1917), Chagall, Van Dongen e Soutine.
Dall’Italia, dall’Olanda e dalla Russia, con amore e una dose esagerata di talento.
Attenzione, sono Anni Folli, lasciatevi stupire, ammonisce la mostra che, dall’11 settembre, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara celebra la Parigi di Modì, Picasso, Dalí e compagni di giro.
Un passo indietro.
La mostra apre, e non poteva essere diversamente, con i due padri nobili impressionisti, ancora influenti nel primo dopoguerra.
Il primo è Renoir: non è forse alla sua monumentale “Fonte” che il genio multiforme di Picasso s’ispira quando ripensa l’arte classica e rinascimentale? Il secondo è Monet: quale pittore avrebbe osato una prospettiva e rappresentazione naturalistica rastremata fino alle soglie dell’astrazione senza aver visto l’evanescente silhouette del suo “Ponte giapponese”?
“Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí”. Palazzo dei Diamanti. Ferrara. Dall’11 settembre all’8 gennaio 2012.
Ci sono anche queste…
“Guttuso e gli amici di Corrente”
Omaggio a 360 gradi, con 70 opere (dipinti e lavori grafici) che abbracciano l’intero percorso del maestro di Bagheria (1912-1987), dagli anni Trenta ai Settanta. Guttuso non è solo, con lui i migliori amici del gruppo di “Corrente”, Treccani, Birolli, Sassu, Migneco, Vedova, Morlotti.
Dove: Palazzo Mediceo di Seravezza (Lucca)
Quando: fino all’11 settembre
Info: Sito
Opera cult: i nudi distesi della calda stagione post realista
“Maya: de l’aube au crépuscule”
Nuovi flash sulla storia dell’antica civiltà, alla luce di sorprendenti scoperte fatte a El Mirador, una città Maya che nel periodo Preclassico (300 a.C.-150 d.C.) fu la più grande dell’America. Sculture in pietra e terracotta, vasi, asce in bronzo e rame, oggetti in selce e una sezione fotografica.
Dove: Musée du quai Branly, Parigi
Quando: fino al 2 ottobre
Info: Sito
Opera cult: l’eccentrico mosaico di conchiglie lavorate e giada raffigurante una delle divinità dell’Inframondo
“Le grandi vie della civiltà”
Ci sono oggetti, per esempio un carro o un morso per cavallo, che nell’antichità vennero usati in contemporanea in ogni angolo del pianeta. Dalla Scozia all’Africa, dal Portogallo alla Sicilia. Un segno che la conoscenza non è settoriale, ma globale. La tesi è sostenuta con convinzione da più di 800 oggetti provenienti dal paleolitico all’Impero romano.
Dove: Trento, Castello del Buonconsiglio
Quando: fino al 13 novembre
Info: Sito
Opera cult: la più antica ruota del…mondo. E’ del 3200 a.C. e arriva in prestito da Zurigo
Fonte
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