“Le regole di Kaliel” di Francesco Borrasso

Francesco Borrasso è un autore indubbiamente nuovo, con uno stile accattivante e allo stesso tempo, delicato; uno scrittore “portatore” naturale di poetica espressione.

L’uso delle metafore è la particolarità di Borrasso che rende il romanzo ancora più suggestivo e spettacolare.

Lo scrittore, ci condurrà, pagina dopo pagina, proiettati verso la vita stessa, quella vita che è la filosofia dell’essenzialità, dove l’uomo è accompagnato dalle opportunità, dalle consuetudini, dagli intrecci che il vivere terreno spesso ci propina, gesti e azioni che spesso facciamo senza una ragione, senza una riflessione.

Un libro “Le regole di Kaliel” che è anche casualità se la casualità esiste.

Una storia, magistralmente scritta, tecnicamente filmabile, tanta è l’accuratezza dei particolari e delle situazioni che i protagonisti vivono anche nei propri ricordi, nei propri drammi, nelle proprie azioni.

Le vite di tre coppie, intrecciate da una trama ben costruita, descritta senza orpelli o banalità, una trama che conquisterà anche il lettore più distratto il tutto in una scrittura fluida, chiara, e mai appesantita da idiomi obsoleti.

Pagine narrate con ritmo incalzante, dove è possibile emozionarsi, dove i sentimenti avranno lo spazio fondamentale in un libro, dove ognuno di noi, potrà trovare parte di sé, della propria introspezione, del proprio ego più profondo; questo perché si parla di vita, di amori, di dolori, di rimembranze e di rimorsi, questo perché ci porta a pensare che ogni nostra azione, ogni nostro modo di agire, porta a delle cause-effetto.

Un libro scritto con intelligenza, con riflessione e una conoscenza degli aspetti psicologici dell’essere umano e  del dualismo che egli ha dentro di sé, fatto di bene e di male, di spirito e  di materia.

Tre coppie di giovani, un gioco, che Cristina chiederà di fare, uno specchio da portare in riva al mare, un particolare incontro che cambierà tutto e tutti.

Perché? chi è Kaliel che si presenta ai ragazzi? Qual è il suo compito?

Un Angelo? La coscienza? La parte pensante di noi? O la verità?

Il senso di tale lettura, “esploderà” in un finale dove ogni lettore tirerà la propria conclusione, dove è però certo che ognuno di noi, rifletterà, penserà, e forse si aprirà quella porta spesso chiusa nella nicchia dell’anima, quella porta che spesso è nel buio più profondo dove galleggia una coscienza.

Un’ opportunità alla quale non dovremmo mancare di ascoltare. L’occasione di fare un proprio esame, quello della propria considerazione, in quella parte di noi che è egoista, edonista e a volte particolarmente sola. Forse Kaliel, in qualche modo è stato utile anche a noi.

 

Written by  Marzia Carocci 

 

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