“La maschera della tolleranza” di sant’Ambrogio e Quinto Aurelio Simmaco: Epistole 17 e 18

lntroduzione di Ivano Dionigi, traduzione di Alfonso Traina (testo latino a fronte) , con un saggio di Massimo Cacciari.

La maschera della tolleranza di sant’Ambrogio e Quinto Aurelio Simmaco
La maschera della tolleranza di sant’Ambrogio e Quinto Aurelio Simmaco

“La maschera della tolleranza”, pubblicato nel 2006, fa parte di una serie di ricerche del Centro Studi La permanenza del classico del Dipartimento di Filologia Classica e medioevale dell’Università di Bologna. Non è un semplice testo antico, è un ponte tra passato e presente, grazie al contributo di due figure contemporanee: Ivano Dionigi, esperto di letteratura latina, il quale ne sottolinea il valore letterario e storico e Massimo Cacciari, filosofo, che ne esplora il senso attuale, inquadrando la tensione tra maschera (apparenza di tolleranza) e pretesa di verità.

Il tema centrale del libro “La maschera della tolleranza” è il confronto politico-religioso che si svolge tra Simmaco e Ambrogio, alle soglie di un periodo cruciale per il paganesimo.

Da un lato Simmaco, sostenitore della religione tradizionale, vale a dire il paganesimo, che chiede pluralismo religioso e la permanenza dell’Altare della Vittoria nell’aula del Senato di Roma, davanti al quale i senatori giuravano fedeltà alle leggi e onoravano gli dei.

Dall’altro, invece, Ambrogio, che incarna la nuova fede cristiana, rifiutando compromessi tra l’antico e il nuovo. Egli sostiene la supremazia del messaggio cristiano, superiore alle istituzioni politiche. Questa tensione rappresenta uno dei primi confronti elaborati tra tolleranza e intolleranza religiosa, un nodo di riflessione ancor oggi centrale nel discorso sul pluralismo e sulla convivenza culturale.

“La maschera della tolleranza” è un’opera straordinaria per chi desidera esplorare il dialogo tra religioni, ideologie e scienza in forma di convivenza culturale o conflitto, attraverso il tempo. Si tratta di un testo che invita alla riflessione sul vero significato della tolleranza, quando è autentica e quando è “maschera”.

Introduce il volume Ivano Dionigi con il capitolo dal titolo: Dissimulatio. L’ultima sfida fra cristiani e pagani, inquadrando la disputa tra Ambrogio e Simmaco nel contesto del 384 d.C., quando pare ormai assodata l’affermazione del cristianesimo come religione dominante.

Dionigi mette al centro fin dal titolo il concetto di dissimulatio, ovvero la maschera della tolleranza invocata da Simmaco. In questa interpretazione la tolleranza appare più come compromesso formale che come rispetto.

Anche se occorre dire che il significato di tolerantia in latino era leggermente diverso dal significato attuale del termine tolleranza. Per i latini, ci spiega Dionigi, era più capacità di sopportazione, sinonimo di patentia, ma propria della sfera individuale ed etica; non era un valore sociale e filosofico, ma una virtù codificata dallo stoicismo. 

Dionigi sottolinea che il confronto del IV secolo anticipa dinamiche tipiche dell’attuale dibattito sulla tolleranza e la convivenza religiosa.

Chiude il volume, invece, il breve saggio di Massimo Cacciari, nel quale trova una conferma l’interpretazione della richiesta di tolleranza di Simmaco come forma di dissimulatĭo, ovvero come un invito a “fingere di non vedere” il simbolo pagano dell’Altare della Vittoria.  Dunque: come mero atto di convenienza.   

Per Cacciari non è accettabile usare la tolleranza come scorciatoia quando si ha la convinzione delle proprie idee. Fingere o sopportare simboli sgraditi può essere accomodante, ma rischia di tradire la propria integrità culturale e spirituale.

Tuttavia, il filosofo veneziano non scarta del tutto l’idea di tolleranza. Può essere intesa come una forma di rispetto, un riconoscimento della ricerca di Dio che accomuna fedi diverse. Ed è proprio questo rispetto che può promuovere relazioni tra gli uomini.

Infine, Cacciari insiste sul fatto che i conflitti di valori non sono evitabili: anzi, sono profondamente connessi alla nostra esistenza. Il dialogo tra religioni e differenze non è fatto di dialoghi bonari o definitivi, ma di scontri e riconoscimenti reciproci.

È tuttavia per me auspicabile che detti scontri non degenerino mai in discriminazioni, persecuzioni o atti violenti, come, invece, storicamente determinatisi.

Il saggio di Cacciari sorprende per il suo approccio critico e tutt’altro che consolatorio alla tolleranza. Per il filosofo la tolleranza non è una virtù neutrale, ma uno spazio di compromessi, mascheramenti e confronti.  Serve dunque ripensare la tolleranza come una forma di rispetto, non di indifferenza o relativismo. Occorre altresì accettare che i conflitti sulla sfera del sacro, dei valori fondamentali e sul senso siano parte integrante della vita culturale e sociale, non solo problemi di convivenza da risolvere.

 

Written by Algo Ferrari

 

Bibliografia

sant’Ambrogio, Quinto Aurelio Simmaco, La maschera della tolleranza, introduzione di Ivano Dionigi, traduzione di Alfonso Traina (testo latino a fronte), con un saggio di Massimo Cacciari, BUR Rizzoli, 2006

 

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