“Gianni Schicchi” cortometraggio di Francesco Visco – intervista al regista

“Gianni Schicchi” è un cortometraggio del 2011 diretto dal milanese Francesco Visco. In un anno dalla sua uscita può vantare numerose premiazioni e soddisfazioni per tutto coloro che insieme hanno lavorato alla realizzazione del corto.

Gianni Schicchi” è definibile come thriller musicale, infatti, i suoi tre personaggi principali cantano in stile barocco. Un abile utilizzo del canto con la sagacia di una storia divertente che vede come soggetto primario la gelosia in coppia.

Il primo cortometraggio di Francesco Visco risale al 2005 “numero 00”, segue nel 2007 “La Casa del Mare” e nel 2008 “Susanna Clever”.

Il regista è stato molto disponibile con noi di Oubliette nel rispondere ad alcune domande sulla sua produzione. Buona lettura!

 

A.M.: Quando nasce la tua passione per il cinema?

Francesco Visco: Mi sono avvicinato all’arte negli ultimi anni di università, ma la scelta di dedicarmi alla regia è frutto del caso. Mentre lavoravo in produzione a Mtv, la mia fidanzata studiava cinema e trovavo i suoi libri dappertutto… Ho provato a girare qualche cortometraggio e ho capito che era la mia passione.

 

A.M.: Come nasce l’idea del cortometraggio “Gianni Schicchi”?

Francesco Visco: Ho un amico che è un formidabile compositore e volevo scrivere qualcosa insieme a lui. Un cortometraggio cantato in stile barocco era la scelta più naturale, quasi inevitabile, per quanto fosse una soluzione inesplorata. La selezione del soggetto è conseguente.

 

A.M.: È stato difficile trovare tre attori che avessero delle doti canore?

Francesco Visco: Per me era essenziale che “Gianni Schicchi” fosse girato in presa diretta, solo così potevamo rispettare la sua natura “bastarda”. Il casting è durato più di due mesi… Tendenzialmente ho privilegiato la formazione di attore a quella di cantante, consapevole che il risultato si sarebbe sporcato a livello musicale. Ovviamente il compositore era meno incline a quest’approccio, ma poi ha riscritto le linee melodiche cucendole sulle caratteristiche vocali dei singoli interpreti. Penso che alla fine abbiamo trovato un buon compromesso. Adalgisa ha anche vinto un premio come miglior attrice protagonista, che è davvero una rarità ai festival di cortometraggi.

 

A.M.:  In quanto tempo sei riuscito a terminare il corto?

Francesco Visco: Il corto è stato prodotto con 3.000 euro, una cifra ridicola. Più di venti persone hanno collaborato con entusiasmo alla sua realizzazione senza percepire alcun compenso. Ma qualità, tempo e denaro sono tre elementi correlati inestricabilmente. Va da sé che i giorni di ripresa si sono ridotti al minimo (solo quattro, compresi i temporali di fine stagione) e i tempi di post-produzione enormemente dilatati (alcuni mesi).

 

A.M.: Ci sarà un sequel di “Gianni Schicchi”?

Francesco Visco: Nella sua dimensione Gianni Schicchi è senz’altro un esperimento riuscito, ma il modello non è necessariamente replicabile.

 

A.M.: A fine marzo il corto è stato presentato nella finalissima dello Skepto Film International a Cagliari. Il pubblico era entusiasta di “Gianni Schicchi”. In quali altri festival ora è in programma?

Francesco Visco: A distanza di quasi un anno dalla sua presentazione questo corto continua a darmi grandi soddisfazioni! Ho partecipato a numerosi festival internazionali, mi hanno invitato perfino in Siberia e la risposta del pubblico è sempre stata positiva. Questo potrebbe già bastarmi. Per fortuna è guardato con interesse anche dagli addetti ai lavori, caratteristica che gli è valsa una discreta quantità di premi. Il prossimo appuntamento è fra una settimana a Varese con Cortisonici, poi i primi di giugno c’è l’Independent Shorts a Vienna e quest’estate il Festival di Benicassim in Spagna, un importante evento musicale che ospita una sezione dedicata ai cortometraggi.

 

A.M.: Quali sono i registi che ami maggiormente?

Francesco Visco: Guardo tanti film e vado un po’ a fasi. L’ultima infatuazione è stata per Murnau. In questo periodo in cui si celebra tanto il cinema muto, vale la pena riscoprire un artista visionario di incredibile talento. Se intendi in attività, mi piacciono molto Audiard e Winding Refn, fra gli italiani Garrone.

 

A.M.:  Qual è l’ultimo film che hai visto? E l’ultimo libro letto?

Francesco Visco: Un film inappuntabile è “Il ragazzo con la bicicletta”, l’ultimo che mi ha turbato è “Melancholia”. Ieri sera ho visto “Shame”, grande interpretazione di Fassbender, ma nel complesso il film mi è sembrato un po’ sopravvalutato. Per quanto riguarda i libri, leggo prevalentemente saggi e classici. L’ultima bella sorpresa è stata riaprire il “Don Chisciotte”, ma mi sono fermato prima della milleduecentesima pagina conclusiva.

 

A.M.:  Hai nuovi progetti in testa oppure vuoi dedicarti, in questo periodo, solo a “Gianni Schicchi”?

Francesco Visco: “Gianni Schicchi” ormai cammina sulle sue gambe… io intanto ho ripreso la mia umile attività di filmmaker, ma non riesco a togliermi dalla testa la tentazione di scrivere un lungometraggio. Le idee non mancano. La cinematografia però è un’attività complessa, più dell’idea stessa quello che conta davvero è la sua realizzabilità.

 

A.M.: Salutaci con una citazione…

Francesco Visco: Questo non è un addio, è un arrivederci” (E. Fede)

 

 

3 pensieri su ““Gianni Schicchi” cortometraggio di Francesco Visco – intervista al regista

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *