“Bucare lo schermo” di Roberto Pozzetti: psicoanalisi e oggetti digitali
La psicoanalisi si trova a dialogare con la sociologia.

Roberto Pozzetti è uno psicoterapeuta, psicoanalista, membro della scuola Lacaniana e professore. In questo saggio “Bucare lo schermo”, scritto sia per i clinici “interessati alle implicazioni della diffusione del digitale sulla pratica della psicoanalisi sia ai genitori e docenti di bambini e adolescenti che si trovano spesso alle prese con gli oggetti digitali”, ci mostra le implicazioni che l’oggetto (prima quale oggetto in sé, poi come oggetto digitale), ha nelle nostre vite.
Passando da Freud a diversi altri psichiatri e pensatori, spiegandoci anche quale siano le teorie di Lacan, possiamo osservare ciò che ruota intorno alla nostra società: dal consumo al denaro, alla politica, alla letteratura, ecc.
Perché, per avere un quadro completo non basta solo la scienza o la sociologia, oppure la psicoanalisi; ma l’unione di tutte queste correnti di pensiero.
Si comincia col capire cosa si intende per oggetto: “Quando si parla di oggetto del desiderio andrebbe precisato il fatto che il desiderio non ha un oggetto preciso”.
Passando dal distacco dal padre agli oggetti. Notando che più diminuisce la società patriarcale, più è aumentata la diffusione di oggetti.
Fino ad arrivare alla società odierna dove tutti noi, ma in particolare bambini e adolescenti, sono arrivati ad avere un surplus di cose, così tante da avere molti stimoli, senza però il riscontro di una particolare gratificazione.
Si giunge, quindi, al covid: quando tutti si è dovuti stare in casa e, i ragazzi, hanno dovuti adattarsi alla didattica a distanza, affidando le loro ore, per passare il tempo, sempre più al digitale, perdendo di vista la fisicità e l’incontro.
“Gli oggetti digitali hanno acquisito un valore inedito per lo svolgimento di attività professionali e per assicurare la reperibilità delle persone care.”
Condivido le osservazioni di Pozzetti espresse ne “Bucare lo schermo” sul confronto di come si stava prima e su come si sta adesso. Il famoso detto “si stava meglio quando si stava peggio”, con spiegazioni che risultano convincenti e fanno riflettere chi sta leggendo.
Il problema non sta semplicemente nell’oggetto, ma nell’uso che se ne fa: “Gli oggetti digitali, venduti su larga scala, innalzati a oggetti di spropositato valore personale, risultano particolarmente adatti a chiarire cosa sia il plusgodere”.

Inoltre possiamo anche concentrarci su cosa siano diventati i social per alcuni di noi: luoghi dove essere chi si desidera, dove lasciarsi andare, dove potersi esprimere anche con cattiveria senza avere conseguenze.
“L’identità digitale è studiata per darsi un tono, per farsi un nome…”
Per i giovani, invece, possiamo osservare le insidie del web, ad esempio possiamo citare la piattaforma Tik Tok e i suoi modelli assolutamente sbagliati che portano all’imitazione fino a conseguenze a volte mortali.
“La diffusione dei siti d’incontro e dei social network ha radicalmente modificato l’approccio alla vita sessuale e all’instaurazione di legami affettivi.”
Pozzetti passa da capitoli che potremmo definire didattici, a quelli più specifici; ai metodi di cura, anche attraverso lo schermo di un pc, ma specificando che quasi sempre il terapeuta spinge all’incontro di persona; ad esempio l’approccio a distanza potrebbe essere utile a chi soffre di attacchi di panico e, per questo, ha difficoltà a uscire di casa.
Il linguaggio, seppur adeguato e, a tratti, molti specifico, è comunque adatto anche a chi voglia avvicinarsi a questa tematica. Chi lavora coi ragazzi, chi è genitore, chi ha curiosità per un mondo che, lo si voglia oppure no, sta facendo sempre più parte della nostra vita.
ISBN 9788865317532
Pag. 240
€ 19,00
Written by Miriam Ballerini