“La libreria dei nuovi inizi” di Anjali Banerjee – recensione di Rebecca Mais

“Prenditi tutto il tempo che ti serve. Ricorda, a volte bisogna buttarsi, rischiare, prendere in mano la vita, fosse anche per un giorno soltanto.”

Una favola moderna. Una storia d’amore incantata. Questo è “La libreria dei nuovi inizi”, romanzo del debutto italiano di Anjali Banerjee (Rizzoli 2011), già autrice di diversi romanzi di successo per adulti e per ragazzi negli Stati Uniti.

Jasmine è una giovane donna in carriera di origine indiana bengalese in fuga da Los Angeles dopo la scoperta del tradimento da parte del marito. L’amata zia Ruma le ha chiesto di prendersi cura per un breve periodo della sua libreria a Shelter Island e lei prende al volo l’occasione per cambiare aria.

Si ritrova in una piccola libreria colma di libri, tanti antichi e se in un primo momento è convinta di non riuscire a farcela, successivamente le parole della zia, persuasa del fatto che lei sia la persona più adatta ad occuparsene, la inducono a rimanere e a comprendere meglio il significato di quei libri e degli strani fenomeni che si verificano tra gli scaffali.

Ha così la possibilità, in un modo piuttosto inconsueto, di conoscere meglio gli scrittori che abitarono la sua infanzia e che aveva ormai dimenticato. Insieme a Jasmine troviamo così protagonisti Beatrix Potter con i suoi adorabili coniglietti, Julia Child con le prodigiose ricette, Edgar Allan Poe, Charles Dickens, Pablo Neruda e tanti altri.

Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, divertente, emozionante e sognante. Un’atmosfera magica che non mancherà di ammaliare e conquistare gli amanti (ma non solamente) dei libri e delle piccole librerie di nicchia. Un inno alla vita, al coraggio e all’amore, un libro che vuole insegnare a non abbattersi e a non dimenticare ciò che è effettivamente importante nella vita. Una storia ricca di magia, carica di significato e di speranza. Un viaggio nel mondo letterario, tra i grandi scrittori della storia e le atmosfere dei libri che hanno allietato le nostre vite.

Non si tratta certamente di un capolavoro e la trama è piuttosto scontata, ma la narrazione lineare e il testo alquanto scorrevole lo rendono un’amabile romanzo che difficilmente potrà deludere le aspettative del lettore.

“<Non si è mai completamente sicuri di nulla, a questo mondo> mi dice, continuando a stringermi le mani. <Ma tanto vale vivere, no? […] Nulla è mai bianco o nero Jasmine. Ma bisogna avere il coraggio di scegliere, di decidere… così metà della strada sarà già fatta. […] >”

 

 

 

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